T’amo, o pio bove;
e mite un sentimento
di vigore e di pace
al cor m’infondi,
o che solenne come
un monumento
tu guardi i campi
liberi e fecondi,
o che al giogo
inchinandoti contento
l’agil opra de
l’uom grave secondi:
ei t’esorta e ti
punge, e tu co ’l lento
giro de’ pazïenti
occhi rispondi.
Da la larga narice
umida e nera
fuma il tuo spirto,
e come un inno lieto
il mugghio nel
sereno aer si perde;
e del grave occhio
glauco entro l’austera
dolcezza si
rispecchia ampïo e quïeto
il divino del pian
silenzio verde.
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