G. Rossé,
Il Vangelo di Luca, commento esegetico e
teologico, Città nuova, 2001.
S. Fausti,
Una comunità legge il Vangelo di Luca,
EDB, 2004.
Lc 9, 10-17: la
moltiplicazione dei pani
- Domanda da tenere sullo sfondo: Chi è Gesù?
a) È la domanda di Erode in Lc 9, 7-9;
b) È la domanda di Gesù ai discepoli in
Lc 9, 18-21.
Questi due
brani fanno da cornice al brano della moltiplicazione dei pani:
Per
comprendere bene il racconto della moltiplicazione dei pani occorre fare
riferimento a due episodi dell’AT:
Ø Esodo
16, 12: «Al tramonto mangerete carne e alla mattina
vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio».
Esodo
16, 15: «è
il pane che il Signore vi ha dato in cibo».
Quello della
manna nel deserto è un evento sempre ricordato nel culto per lodare e
ringraziare il Signore. Per i tempi messianici si aspettava uno che, come Mosè,
avrebbe compiuto di nuovo il miracolo della manna. Gesù moltiplicando i pani risponde
all’ATTESA MESSIANICA.
Ø 2Re
4, 42-44: Eliseo
moltiplica 20 pani d’orzo per sfamare 100 persone
Eliseo ordina al suo servitore: «Dallo da mangiare alla gente».
Il servitore gli risponde: «Come posso mettere questo davanti a cento
persone?».
Ci
viene in mente subito Gv 6, 9: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e
due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».
Eliseo replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne
mangeranno e ne faranno avanzare”».
E il v. 44 ci racconta il compimento
della parola di Dio: «Lo pose davanti a quelli, che ne mangiarono e ne fecero
avanzare, secondo la parola del Signore».
Dopo questa
premessa, prendiamo in considerazione Lc 9, 10-17
Ø v.
10: Gli apostoli
tornano da Gesù
«Raccontarono
a Gesù tutto quello che avevano fatto».
«Li
prese con sé e si ritirò in disparte».
La missione degli apostoli ha sempre
come punto di partenza e come punto di arrivo Gesù.
Si incrociano qui (vv. 10-11) due
compiti sempre attuali nella Chiesa: il desiderio di ritirarsi con i discepoli
e la necessità di accogliere le folle. Occorre riuscire a conciliare queste due
realtà, come ha fatto Gesù, e preparare tutti a ricevere l’Eucaristia.
Ø v.
11: Assistiamo a uno
sconvolgimento dei programmi – «Le folle
vennero a saperlo e lo seguirono».
Gesù ACCOGLIE le folle, PARLA del
Regno di Dio, GUARISCE quanti avevano bisogno di cure. [Lc 5, 31: il medico
serve a chi ha bisogno di cure]
Gesù sta accogliendo i peccatori,
invitandoli e preparandoli al pasto che tra poco offrirà nella moltiplicazione
del pane e del pesce. La realtà EUCARISTICA è presente nel pensiero di Luca.
Gesù è il Salvatore che aiuta, che in ogni tempo – soprattutto nel pasto
eucaristico – è presente ai suoi, perdonando e nutrendo.
Ø v.
12: Buio e solitudine
avvolgono la folla.
La prima proposta dei DODICI: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e
nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo…».
Ma come trovare alloggio per 5000
persone? Solo Gesù può risolvere una tale situazione.
Pensiamo
alle emergenze, alle richieste improvvise e inaspettate, alle situazioni di
crisi,…
Rischiamo
di fissare lo sguardo e tutte le nostre attenzioni sul problema del momento e
perdiamo di vista tutto il resto, anche chi può realmente prendere in mano la
situazione: Gesù.
Ø Vediamo come risponde Gesù…
v.
13: «Voi stessi date loro da mangiare».
Attenzione: non si tratta di mancanza
di realismo da parte di Gesù (ricordate 2Re 4, 42: il versetto 13 si illumina a
partire dal miracolo del profeta Eliseo).
La risposta di Gesù costringe i
discepoli a guardare ciò che hanno, a prendere in considerazione anche quel
minimo che hanno. Le Sue parole aprono possibilità nuove…
«Se lo dice Lui, allora è possibile
farlo!».
Questa risposta di Gesù mi ricorda Lc
5, 4 (La pesca miracolosa): «Voi stessi
date loro da mangiare» (Lc 9, 13) mi suona paradossale quanto «Prendi il largo e gettate le vostre reti
per la pesca» (Lc 5, 4) detto a pescatori che hanno faticato tutta la notte
e non hanno preso nulla. La risposta di Simone in quel caso: «… sulla tua
parola getterò le reti» sarebbe appropriata anche qui: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci» (Lc 9, 13), ma sulla Tua
Parola…
E VIA con entusiasmo a prendere quei
pani per portarli a Gesù!
Ma l’incalzare del problema e le
preoccupazioni impediscono di fermarsi a considerare la presenza di Gesù e le
soluzioni relativamente facili si affacciano subito alla mente: «Congeda la folla perché vada… per
alloggiare e trovare cibo…» (Lc 9, 12).
Ø v.
13: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare
viveri per tutta questa gente».
Gli apostoli avevano con loro cinque
pani e due pesci. Un pane e un pesce in salamoia erano il sandwich dell’epoca e
costituivano una normale cena.
Ø vv.
14-15: Gesù viene
incontro alla nostra difficoltà. Di fronte all’impotenza umana, Gesù prende in
mano la situazione; egli è presentato in una posizione più conforme a quella
del Risorto nell’assemblea cristiana: Gesù non partecipa al pasto ma dà. Grazie
a Lui, anche i discepoli entrano in azione, a suo servizio.
Ø Cinque pani e due pesci o le piccole risorse che il Signore
ci ha donato perché le custodiamo e le amministriamo fino al Suo ritorno…
Lc 19, 13: 10 monete d’oro
- Sono un dono prezioso;
- I dieci servi ricevono ciascuno una
moneta;
- I frutti sono diversi: 10/5/… ma il
padrone al suo ritorno valuta come positivo il fatto di aver impiegato la
moneta, di non averla tenuta nel fazzoletto. Nella vita è necessario vincere la
paura perché essa ci può bloccare impedendoci di vivere: sotterrare quella moneta
è sotterrare il cuore prima ancora di essere morti (Mt 25, 18: l’uomo che
riceve un solo talento va a sotterrarlo per paura).
Lc
5, 10: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di
uomini».
Queste parole di Gesù danno a Pietro
una grande sicurezza. Conserviamole nel cuore; la Bibbia ripete questo
incoraggiamento, comprese le sue numerose varianti, 366 volte, una volta al
giorno per tutto l’anno, perché possiamo rinnovare continuamente la nostra
fiducia in Dio (da una nota della Bibbia edizione Ancora).
Ø Pani e pesci, talenti, monete d’oro,…
Doni di Dio ricevuti gratuitamente e
da donare gratuitamente riconoscendo nell’altro un fratello da amare. L’altro
mi chiede di essere riconosciuto, accolto, compreso nei suoi bisogni,
ascoltato, amato.
Gesù ci rende suoi collaboratori:
«Voi
stessi date loro da mangiare» (v. 13);
«Li
dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla» (v. 16).
Ø v.
16: culmine del
racconto.
Gesù fa quello che ogni responsabile
di tavola compie prima del pasto: Egli rivolge una preghiera di ringraziamento
a Dio, spezza e distribuisce il pane ai commensali.
- Prassi liturgica della cena
eucaristica. Senza dubbio la comunità post-pasquale ha visto nella
moltiplicazione dei pani una prefigurazione dell’istituzione eucaristica e
della sua celebrazione nella Chiesa.
5 verbi compongono il testo:
a)
Gesù
PRENDE (il verbo appartiene alla terminologia eucaristica);
b)
Alzò lo sguardo al cielo: Gesù si mette all’unisono con il
Padre prima di compiere il miracolo.
c)
BENEDIZIONE
che possiede la forza di realizzare il miracolo della MOLTIPLICAZIONE… e più
tardi la conversione eucaristica.
d)
Gesù spezzò i doni (il verbo appartiene alla terminologia eucaristica).
e)
Il
verbo DARE. Invito ai discepoli a distribuire i doni: mandati da Cristo per
essere a servizio del POPOLO DI DIO.
Ø v.
17: il racconto
finisce non con la reazione di stupore o di meraviglia dei presenti, ma col
tema della sazietà e dell’abbondanza.
L’abbondanza promessa e attesa diventa
segno dei tempi messianici. Questi ultimi sono arrivati, come sta a significare
la finale del racconto della moltiplicazione.
- DODICI CESTE: dodici indica la
totalità e non manca di ricordare la totalità del popolo di Dio significata
dalle dodici tribù d’Israele; il Signore ha provveduto per esso.
S. Fausti, inoltre, fa notare…
EMMAUS: allo spezzare del pane i discepoli
riconoscono Gesù e tornano a Gerusalemme (Lc 24).
BETSAIDA: la moltiplicazione dei pani consente
di riconoscere Gesù come il Cristo (Lc 9, 20) e di iniziare il cammino verso
Gerusalemme.
Lc 9, 7-9: Erode non riconosce Gesù.
Lc 9, 10-17: Moltiplicazione dei pani.
Lc 9, 18-22: Pietro riconosce Gesù.
Quasi a dire
che solo chi mangia questo pane e ne vive, sa riconoscere il volto del Signore.
Lo spezzare
del pane è rivelazione oggettiva del Suo amore per me: lo ricordo, lo porto al
mio cuore, al centro di me stesso e mi lascio interpellare da esso cercando di
rispondere.
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