martedì 24 luglio 2012

«Prendi il largo» (Lc 5, 4)

Dopo una giornata di riflessione sul tema della paura, d’improvviso mi è chiaro che la progressiva eliminazione di tutti i fattori di rischio, di tutto ciò che genera in me paura e tensione, mi porterebbe diritto alla tomba.

E non una tomba di un qualche cimitero, dove il corpo ormai giace inerte,…
La mia tomba sarebbe un qualsiasi ufficio, una casa, magari una bellissima torre piena di comfort in cui vivere senza preoccupazioni, una chiesa.

Ma, a ben vedere, non ci sarebbe alcuna differenza tra me e quel corpo seppellito al cimitero. Una volta eliminate tutte le esperienze potenzialmente pericolose, non avrei più sogni, desideri, emozioni, sorrisi, lacrime,… diventerei incapace di amare! E tutto per allontanarmi dal mondo, custodirmi, non arrabbiarmi, non espormi alle delusioni, ai tradimenti.

Chi mi ha riportato alla realtà è stato il Vangelo: «Prendi il largo» (Lc 5, 4), mi incoraggia Gesù. Lascia la terra ferma e va’ in mare!

Quando si intraprende un cammino, si ha sempre un po’ paura degli imprevisti che possono accadere lungo la strada. Ma essi sono l’occasione per fare esperienza della presenza di Dio, della Sua provvidenza.

Dovrebbe funzionare allo stesso modo nella relazione tra lo sposo e la sposa: un amore che pretende continue rassicurazioni e prove di fedeltà è destinato a spegnersi.

È per questo che sono convinto che solo avendo fede nel Signore e imparando da Lui ad amare, si impara a dire «Ti amo» ai fratelli che abbiamo accanto! [dGL]

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