Ci vuole molto impegno per custodire la gratuità, tesoro prezioso continuamente
messo a rischio da ciò che ci circonda; l’idea che per ogni azione ci possa
essere un ritorno, un guadagno, un frutto immediatamente visibile, si affaccia
impercettibile alla mente, tentando di cambiare il nostro modo di pensare e
agire.
Così, si comincia ad avere pretese su
noi stessi e sugli altri, a essere scontenti se i fratelli non agiscono secondo
i nostri piani, se il nostro valore non viene adeguatamente riconosciuto, se
non occupiamo il ruolo che ci spetta,…
Con il passare del tempo, dimentichiamo
la gioia del dono e le parole di Gesù: «Gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8).
Provvidenzialmente,
però, accade qualcosa di inaspettato: arriva una bella notizia e improvvisamente
si apre un orizzonte più grande e siamo costretti a guardare, a meravigliarci,
a gioire per l’opera del Signore. La notizia ricevuta è talmente bella,
talmente importante e gioiosa che appena l’accogliamo, tutto il resto riprende la giusta dimensione e
torna il sereno: Dio ama l’uomo e sempre lo chiama a stare con Lui! [dGL]
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