Vedendo giocare Antoine Griezmann in “Francia
– Marocco” mi è venuto in mente lo stile tipico del cristiano.
Durante la partita, Griezmann era
ovunque: centrocampo, attacco, difesa. E si trovava lì al momento giusto e
senza risultare invadente per i suoi compagni di squadra a cui era affidato il
presidio di quella zona del campo. Era, invece, provvidenziale. Guardandolo mi
dicevo che un cristiano somiglia a Griezmann ieri sera, o meglio: Griezmann
ieri sera ha interpretato il suo ruolo di giocatore come un cristiano che sa
farsi prossimo e non rimane indifferente al gioco che si sviluppa intorno a lui.
Stamattina, ripensandoci, mi è venuta in
mente una persona di cui parlano gli Atti degli apostoli: il suo nome è Tabità.
Ma leggiamo insieme il racconto degli
Atti:
«A Giaffa c'era una discepola chiamata
Tabità - nome che significa Gazzella - la quale abbondava in opere buone e
faceva molte elemosine. 37Proprio in quei giorni ella si ammalò
e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. 38E,
poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là,
gli mandarono due uomini a invitarlo: "Non indugiare, vieni da
noi!". 39Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena
arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le
vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella
confezionava quando era fra loro. 40Pietro fece uscire tutti e
si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: "Tabità,
àlzati!". Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. 41Egli
le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la
presentò loro viva» (Atti 9, 36-41).
«Abbondava
in opere buone e faceva elemosine». Ogni volta che leggo questo brano penso
alla vivacità di una gazzella, e mi sembra di vedere Tabità che si muove nella
sua città e sa a quale porta bussare per portare un aiuto, una parola di
conforto, una elemosina. Me la immagino proprio come una gazzella, così veloce
che è impossibile riempirla di onori, di lodi, di titoli,… forse, come S.
Nicola, è impossibile vederla in azione; eppure tutti la conoscono e sanno
quanto è essenziale il suo essere ovunque con discrezione. Tutti sanno quanto
sia provvidenziale!
E così, alla morte di lei, subito si va
di corsa a chiamare l’apostolo Pietro: «Non
indugiare, vieni da noi!». E a Pietro vanno incontro le vedove, quelle che
maggiormente erano esposte alla miseria dopo la morte dei loro mariti, quelle
che senza l’aiuto di Tabità e di altre Gazzelle
non avrebbero nulla per vivere. E vanno da Pietro in pianto mostrando le
opere buone di Gazzella: «le tuniche e i
mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro».
Vi immaginate la gioia nella casa e in tutta
la città quando Pietro «chiamò i fedeli e
le vedove e la presentò loro viva»?
È la stessa gioia che ci prende quando ci accorgiamo di tutte le Gazzelle che ogni giorno ci donano vita svolgendo il loro compito, il loro servizio, il loro lavoro con amore!
Abbiamo sempre la possibilità di essere Gazzella gli uni per gli altri, perfino giocando una partita di calcio!
Gazzella
era una discepola di Cristo, quindi una cristiana come noi. In noi scorre la
vita di Cristo, in noi e in Gazzella vive il Cristo. Il nostro stile, come lo
stile di Gazzella, è lo stile di Cristo. La nostra carità è la stessa carità di
Cristo! Noi, come lei, con mitezza e umiltà portiamo a tutti la vita di Cristo!
E la portiamo lasciando che sia l’amore di Cristo, la comunione con Lui a
ispirarci e a muoverci non in qualche zona del campo, ma proprio in quella zona
dove lo Spirito Santo ci manda: perché il nostro agire non risulti
confusionario e disordinato, ma provvidenziale come il gioco di Antoine
Griezmann!
Bravo, bravo, bravo! Accostamento perfetto. Il piccoletto si e' messo a disposizione di tutti , chiudendo e proponendo a favore di tutta la squadra. Bravo
RispondiEliminaBravo Don
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