giovedì 15 dicembre 2022

… come Antoine Griezmann

Vedendo giocare Antoine Griezmann in “Francia – Marocco” mi è venuto in mente lo stile tipico del cristiano.

Durante la partita, Griezmann era ovunque: centrocampo, attacco, difesa. E si trovava lì al momento giusto e senza risultare invadente per i suoi compagni di squadra a cui era affidato il presidio di quella zona del campo. Era, invece, provvidenziale. Guardandolo mi dicevo che un cristiano somiglia a Griezmann ieri sera, o meglio: Griezmann ieri sera ha interpretato il suo ruolo di giocatore come un cristiano che sa farsi prossimo e non rimane indifferente al gioco che si sviluppa intorno a lui.
 
Stamattina, ripensandoci, mi è venuta in mente una persona di cui parlano gli Atti degli apostoli: il suo nome è Tabità.
Ma leggiamo insieme il racconto degli Atti:
 
«A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità - nome che significa Gazzella - la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. 37Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. 38E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: "Non indugiare, vieni da noi!". 39Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. 40Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: "Tabità, àlzati!". Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. 41Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva» (Atti 9, 36-41).
 
«Abbondava in opere buone e faceva elemosine». Ogni volta che leggo questo brano penso alla vivacità di una gazzella, e mi sembra di vedere Tabità che si muove nella sua città e sa a quale porta bussare per portare un aiuto, una parola di conforto, una elemosina. Me la immagino proprio come una gazzella, così veloce che è impossibile riempirla di onori, di lodi, di titoli,… forse, come S. Nicola, è impossibile vederla in azione; eppure tutti la conoscono e sanno quanto è essenziale il suo essere ovunque con discrezione. Tutti sanno quanto sia provvidenziale!
 
E così, alla morte di lei, subito si va di corsa a chiamare l’apostolo Pietro: «Non indugiare, vieni da noi!». E a Pietro vanno incontro le vedove, quelle che maggiormente erano esposte alla miseria dopo la morte dei loro mariti, quelle che senza l’aiuto di Tabità e di altre Gazzelle non avrebbero nulla per vivere. E vanno da Pietro in pianto mostrando le opere buone di Gazzella: «le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro».
 
Vi immaginate la gioia nella casa e in tutta la città quando Pietro «chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva»?
È la stessa gioia che ci prende quando ci accorgiamo di tutte le Gazzelle che ogni giorno ci donano vita svolgendo il loro compito, il loro servizio, il loro lavoro con amore!
Abbiamo sempre la possibilità di essere Gazzella gli uni per gli altri, perfino giocando una partita di calcio!
 
Gazzella era una discepola di Cristo, quindi una cristiana come noi. In noi scorre la vita di Cristo, in noi e in Gazzella vive il Cristo. Il nostro stile, come lo stile di Gazzella, è lo stile di Cristo. La nostra carità è la stessa carità di Cristo! Noi, come lei, con mitezza e umiltà portiamo a tutti la vita di Cristo! E la portiamo lasciando che sia l’amore di Cristo, la comunione con Lui a ispirarci e a muoverci non in qualche zona del campo, ma proprio in quella zona dove lo Spirito Santo ci manda: perché il nostro agire non risulti confusionario e disordinato, ma provvidenziale come il gioco di Antoine Griezmann!

2 commenti:

  1. Bravo, bravo, bravo! Accostamento perfetto. Il piccoletto si e' messo a disposizione di tutti , chiudendo e proponendo a favore di tutta la squadra. Bravo

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