giovedì 12 novembre 2020

Sorridere

Ogni mattina un mendicante prende il suo posto nella piazza.
Ogni mattina, uscendo, gli passo davanti e ci salutiamo.
Ogni mattina ci offriamo un sorriso.

È un sorriso cordiale e sincero.
Non so come si chiama e non conosco la sua storia.
Ma il suo sorriso non è di facciata, è un sorriso vero.
E anche il mio.

Stamattina entrando in chiesa mi sono chiesto il perché di quel sorriso e di conseguenza perché io, che non vado a chiedere l’elemosina sulla piazza, sono così avaro di sorrisi.

Credo sia la sua condizione di mendicante a farlo sorridere: per vivere deve sperare nella carità che il passante può fargli e gli sorride di cuore perché sa che da quel passante dipende la sua vita, il suo pane quotidiano.

Vale anche per noi.
È l’essere mendicanti che ci fa sorridere quando incontriamo l’altro. Finché siamo convinti di non aver bisogno dell’altro, lo vedremo facilmente come un intruso, un potenziale portatore di problemi e di noie, forse anche di guai. Finché siamo convinti di bastare a noi stessi, sorridiamo poco, molto poco.

Noi cristiani tutti andiamo in chiesa a mendicare, il nostro celebrare e il nostro pregare è mendicare: andiamo a chiedere a Dio la grazia dell’amore e gli sorridiamo perché sappiamo che Egli ci dona tutto il suo amore, tutto se stesso.
«Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5), dice Gesù ai suoi discepoli.
Noi cristiani riconosciamo di aver bisogno di Dio ed Egli ci rivela che abbiamo bisogno anche del nostro prossimo: non ci salviamo da soli. Lo dice anche la preghiera del Padre nostro: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12).

Il mendicante mi sorride perché confida che io sia lì per aiutarlo.
Io sorrido quando smetto di nascondere a me stesso la verità: nell’amare Dio e il prossimo stanno la gioia e la vita eterna (Mt 22,34-40, Lc 10,25-37)! [dGL]

"Noi cristiani tutti andiamo in chiesa a mendicare,..."

Nessun commento:

Posta un commento