Sto
leggendo un bel libro di Marilù Oliva che si intitola “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre”,
edito da Solferino.
A
un certo punto, Nausicaa, mentre Odisseo racconta la sua storia, riflette:
«Nel nostro
salone ospitiamo il più straordinario degli eroi e io mi domando: se non avessi
ascoltato le sue suppliche? Che sacrilegio sarebbe stato rifiutare soccorso a
un bisognoso sconosciuto! Nessun migrante è un uomo qualunque, nessuno merita
di essere ignorato. Dietro ogni esule si nascondono storie che tutti dovremmo
ascoltare attentamente, perché potrebbero ribaltare ogni pregiudizio».
Leggendo queste parole, mi tornano in mente parole molto care a noi cristiani; appartengono all’autore della Lettera agli Ebrei che rivolgendosi ai suoi fratelli e sorelle cristiani scrive: «L’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli» (Ebrei 13,1-2).
Da
sempre l’uomo ha dato un valore sacro all’ospitalità.
E
perché così facilmente oggi siamo pronti a dimenticarla? [dGL]
Nessun commento:
Posta un commento