Un cristiano somiglia a un bravo
fotografo.
Non perché un cristiano si diverta a
fare fotografie della realtà o perché passi il tempo a sviluppare analisi, che non
fanno in tempo a essere presentate e già risultano superate.
Un cristiano somiglia a un bravo
fotografo perché non si accontenta della prima impressione, ma si ferma a
osservare e impiega tutto il tempo necessario per mettere a fuoco, per
inquadrare bene il soggetto da fotografare.
Un cristiano somiglia a un bravo
fotografo perché un bravo fotografo si prende cura della sua macchina
fotografica e pulisce bene l’obiettivo da tutto ciò che può rendere meno nitida
la fotografia. Allo stesso modo, un cristiano si prende cura del suo cuore
perché sia il più possibile puro, così da vedere bene la persona che ha di
fronte e non fermarsi ai pregiudizi o alle sensazioni.
Un cristiano somiglia a un bravo
fotografo perché cerca l’angolazione giusta da dove guardare la realtà che lo
circonda, per catturare particolari che sfuggono a tutti gli altri. Il talento del fotografo, infatti, non sta soltanto nell’aver immortalato un soggetto
straordinario, ma anche nell’aver saputo cogliere lo straordinario in qualcosa di molto ordinario.
Si va dal fotografo per essere sicuri di
ottenere una bella foto e si va da un cristiano per conoscere quant’è bello Dio,
quant’è bella la vita e quant’è bello ogni uomo.
Il cristiano, come il bravo fotografo, è
uno che impara ad amare e sa che la foto è bella se fa venire in luce l’amore e
la passione di chi sta dietro l’obiettivo.
Non ci si può improvvisare cristiani,
proprio come non ci si può improvvisare fotografi e ce ne rendiamo conto molto
facilmente: tanti possiedono cellulari in grado di scattare foto in alta
definizione, ma pochi hanno maturato la pazienza e la sapienza necessarie per
scattare una bella foto. [dGL]
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