martedì 15 luglio 2014

Finale mondiale

Alla fine del pomeriggio e prima di cena, seduto sul cordolo del campetto comunale, guardo i ragazzi giocare.

Sta per iniziare un torneo due contro due e l’evento ha la stessa solennità dell’apertura dei Mondiali.

Al centro del campo i capitani parlottano tra loro per formare le quattro squadre che si affronteranno in due sfide a eliminazione diretta.

Dalla mia tribuna osservo in silenzio, prevedendo formazioni poco equilibrate per consentire ai grandi di giocare un’epica finale, dopo aver eliminato i piccoli.

La prima sorpresa arriva quando mi accorgo che i quattro ragazzi più grandi hanno accettato di giocare ciascuno con un ragazzo più piccolo.

La seconda mi coglie durante la finale: il più forte, pur potendo fare da solo la differenza, si sforzava di coinvolgere nell’azione il suo piccolo compagno di squadra, facendolo sentire non una semplice comparsa, ma un protagonista della partita.

La finale del torneo non sarà stata ripresa dalle telecamere di tutto il mondo, ma per me è stata più esaltante di un intero mondiale: i giovani e i ragazzi di oggi, spesso guardati con la preoccupazione e la paura che si riservano a una grande emergenza, sono capaci di fraternità, di umanità e di generosità.

La vera emergenza siamo noi adulti, sempre più incapaci di ascoltarli, educarli e accompagnarli a scoprire quanto è bella la vita! [dGL]

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