Peppone deve
sostenere l’esame di quinta elementare e don Camillo si prepara a gustarsi lo
spettacolo dalla finestra della scuola. Sembra un disastro annunciato: il
sindaco affronta il problema di matematica con impegno, ma il tempo passa e le
formule gli si affollano nella testa senza condurlo alla soluzione.
All’improvviso
arriva correndo il figlio di Peppone e chiede a don Camillo di vedere il suo
babbo che fa l’esame. La preoccupazione del bambino per il padre, visibilmente
in difficoltà, spinge don Camillo a intervenire. I due amici si incontrano nel
corridoio della scuola e, come al solito, tra provocazioni e battute ironiche,
trovano il modo di aiutarsi reciprocamente.
La pellicola in
bianco e nero fa risaltare l’antichità degli eventi, ma oggi i due protagonisti
sono qui a raccontarci un rispetto dell’altro che va oltre le differenze di
opinione; una solidarietà che ci fa uscire dai nostri schemi e dai
ragionamenti di convenienza per tendere una mano a chi è in difficoltà; un’umanità
che ci salva dal diventare guerrafondai ciechi e sordi, preoccupati soltanto di
affermare una serie di ideologie; una fraternità cristiana che ci rende cari
gli uni agli altri.
Don Camillo e
Peppone superano a pieni voti l’esame della vita.
E io?
Posso davvero dirmi cristiano, se non sono capace
di rivolgere un semplice “ciao!” al
mio avversario? [dGL]
la maggior parte di noi si ritiene cristiana solo perchè frequenta la chiesa la domenica, va in processione e i venerdi' di quaresima non amngia carne, ma di fronte ad una persona di diversa provenienza sforna commenti malevoli e razzisti .....che tristezza......c'è una vignetta dove un angelo chiede a Gesù se è preoccupato x tutti quelli che non vanno in chiesa, e Gesù risponde: mi preoccupano di più quelli che in chiesa ci vanno . ma non hanno niente di cristiano.....
RispondiEliminaRicordo tinte vivaci il finale di un film di Guareschi. In cui don Camillo e Peppone in bicicletta procedevano appaiati poi uno avanti all'altro... sorridendo e giocando come veri amici.
RispondiEliminaEcco credo che la vera amicizia sia come quella. Capace di volere il bene dell'altro e di chiamare "male" il male anche a costo di.... sventolare panche per farsi comprendere.