mercoledì 25 dicembre 2024

Natale 2024

 

«Nostra forza oggi è la gioia e nostro cibo è la letizia» (Matta El Meskin)
 
È molto facile per me CREDERE che la vita di quelli che andarono a vedere il Bambino sia REALMENTE cambiata quella notte. E non è cambiata perché hanno visto gli angeli, ma perché hanno creduto e sono andati a Betlemme.
Lì hanno visto il Bambino.
Lì hanno visto il Salvatore.
E l’incontro li ha fatti NUOVI.
 
È molto facile per me credere che la loro vita si sia riempita di una gioia e di una speranza inesauribili, perché anche nella mia vita l’incontro con un bambino appena nato è sempre stato un momento di svolta.
 
Sarà perché sono cristiano e ogni bambino mi ricorda il Natale e la nascita di Gesù;
sarà perché il bambino appena nato mi ricorda chi sono stato e chi continuo a essere: un “piccolo” che, per vivere, ha sempre bisogno del suo “prossimo”, anche se, crescendo, sono diventato abbastanza bravo a far sembrare che riesco a stare in piedi da solo.
Fatto sta che ogni volta che il mio sguardo incontra quello di un neonato, sento il cuore che subito si fa carne, scompaiono le preoccupazioni per la mia esistenza, mi sento leggero e ritorno bambino, e tutto ciò che aveva valore per il “me” adulto, improvvisamente non conta più niente, se non può servire a far stare bene il bambino…
 
Quando il bambino mi guarda mi fa tenerezza, e la tenerezza mi apre gli occhi e mi fa vedere che non sono fatto per la prepotenza, ma per la custodia amorevole, non sono fatto per l’individualismo, ma per la comunione: quando lo prendo in braccio, mi accorgo che non posso lasciarlo solo e quindi anch’io non potevo e non posso fare da solo.
Quando il bambino mi guarda, mi accorgo che non sono fatto per la guerra, ma per la pace: non sarei sopravvissuto un secondo al terrore del frastuono di soldati che marciano rimbombando.
Quando il bambino mi guarda, mi accorgo che non sono fatto per far paura, ma per proteggere e rassicurare, sostenere, aiutare a crescere.
Quando il bambino mi guarda, mi sento investito di tutta la sua fiducia, mi sento chiamato a custodire la sua speranza, anche a costo di dare la mia vita perché lui viva!
 
Anche il più triste torna a sorridere davanti al bambino appena nato e il suo sorriso è vero, anche se dovesse durare solo un attimo.
 
È molto facile per me credere che quella notte chi andò a Betlemme cambiò vita e si rafforzò nella speranza, nella bontà, nell’altruismo, nella magnanimità, nella ricerca della giustizia e della pace, nella vita di comunione in famiglia, coi colleghi, in paese, in città,…
È molto facile per me crederlo perché l’ultima volta m’è successo qualche ora fa: poco prima delle 19.00, ho visto in chiesa una bimbetta di due mesi, addormentata in braccio a sua madre e in un attimo ho dimenticato tutti i miei malumori e sensi di colpa per non essere arrivato “pronto” alla notte di Natale e mi sono ricordato che l’importante non è arrivare a Betlemme pronti a dire, fare, risolvere,…
L’importante – oggi e ogni giorno – è andare a Betlemme e guardare: guardare il Bambino Gesù e da Lui lasciarsi guardare e amare!
 
Buon Natale e buon cammino con Gesù!

martedì 24 dicembre 2024

24 dicembre

Oltre a essere il più grande spreco di tempo, paragonarsi agli altri è anche fonte inesauribile di infelicità.

Perciò, nella pagina successiva, il bambino dice alla talpa: "Mi domando se esista una scuola per disimparare" (Charlie Mackesy, Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo, Salani).

Questa "scuola per disimparare" io l'ho trovata!

È la scuola di Gesù!
Egli, amandomi senza condizioni e senza misura,
mi "disimpara" a paragonarmi,
a rincorrere le qualità e i talenti degli altri,
a desiderare le vite e le cose degli altri,...

Esiste, dunque, un Maestro per “disimparare” a paragonarsi agli altri,

un Maestro che mi rivela la via del servizio agli ultimi come la via della felicità
per gli ultimi e anche per me,
proprio nel servirli!
 
Buona vigilia di Natale!
Buon cammino con Gesù!!!

venerdì 20 dicembre 2024

20 dicembre


Le letture della Messa di oggi mi hanno fatto tornare in mente quello che mi è successo ieri sera.
 
Nelle letture di oggi si parla della nascita dell'Emmanuele, ma il fatto che sarà una nascita come tutte le altre, lascerà tutti liberi
di vedere in quella nascita la salvezza
o di guardare a quella nascita con indifferenza, di considerarla ininfluente.
 
Ed è a questo punto che mi è tornato in mente l'incontro di ieri sera.
Dopo le confessioni, c'era un momento di fraternità e una mamma, a un certo punto, ha preso in braccio il figlioletto di poche settimane e lui s'è guardato intorno e poi ci ha sorriso.
 
Stamattina, ascoltando le letture, mi sono ricordato che quel sorriso m'aveva fatto l’effetto di un miracolo, in quel momento l’ho proprio sentito come una grazia!
 
Davvero è come dice Albert Einstein: «Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo, l’altro come se tutto fosse un miracolo».
 
Il modo di vivere di Maria e di tutti i cristiani, naturalmente, è il secondo: tutto è grazia!

lunedì 16 dicembre 2024

Eternità


Ci sono molti modi per vivere l’eternità,
ma tutti hanno una radice comune:
l’amore.
 
Ce lo dice il Vangelo
e ce lo dice l’incontro con persone che vivono il Vangelo
nella semplicità del loro quotidiano.
 
Ho in mente, ad esempio, mio Nonno Guido
che ogni anno, a un certo punto della stagione,
sceglieva i peperoni da aprire per raccogliere i semi
da piantare nell’anno successivo.
 
M’è tornato in mente qualche giorno fa
mentre guardavo il vialetto
che da casa nostra conduce al pollaio.
 
L’ho proprio rivisto Nonno,
seduto nello scantinato ad aprire i peperoni,
uno dopo l’altro,
metodico,
con estrema cura,
come se avesse tutto il tempo a disposizione,
come se finalmente
avesse trovato il modo
di partecipare dell’eternità.
 
Guardando Nonno,
ho pensato al tempo che passa
e a come lo abitiamo
diventando custodi della vita
e della sua prosecuzione
 
Nonno Guido è andato in Cielo
una mattina di primavera
 
Come tutte le mattine,
camminava verso il pollaio
per custodire le sue bestiole
e a un tratto
ha sorriso
vedendo dinanzi a sé il Suo Custode

venerdì 13 dicembre 2024

13 dicembre


Ero bambino quando Nonna Luce ci portava nella chiesa di San Giuseppe il giorno di Santa Lucia. C'era una grande statua della Santa che teneva in mano un piattino e sopra il piattino c'erano i suoi occhi.
E Nonna ci raccontava di Lucia che era patrona della vista e noi guardavamo la sua statua ed era alta, grande, un gigante rispetto a noi bambini.

Oggi, quando sono entrato nella chiesa di San Giuseppe, mi sono seduto e guardando la Santa mi sono detto: «Me la ricordavo più grande».

E sicuramente la giusta dimensione era quella che appariva a me bambino: gigante Lucia e giganti tutti i santi e le sante!

Lì davanti mi sono sentito in pace. Era come se Lucia con quel piattino mi dicesse: «Questo mondo non è la fine. C'è un oltre dove continuerai a stare in piedi. Risorgerai!».

E questo pensiero m'ha messo in pace.

Gigante Lucia e giganti tutti i santi e le sante!

E grandi, grandissimi tutti quelli che prendono in mano i piccolini per incamminarsi insieme sulla via della vita, che è la via del Vangelo!