mercoledì 25 dicembre 2024
Natale 2024
martedì 24 dicembre 2024
24 dicembre
Oltre a essere il più grande spreco di tempo, paragonarsi agli
altri è anche fonte inesauribile di infelicità.
Questa "scuola per disimparare" io l'ho trovata!
Esiste, dunque, un Maestro per “disimparare” a paragonarsi agli altri,
venerdì 20 dicembre 2024
20 dicembre
lunedì 16 dicembre 2024
Eternità
venerdì 13 dicembre 2024
13 dicembre
E sicuramente la giusta dimensione era
quella che appariva a me bambino: gigante Lucia e giganti tutti i santi e le
sante!
E questo pensiero m'ha messo in pace.
Gigante Lucia e giganti tutti i santi e
le sante!
venerdì 22 novembre 2024
LA RIVOLUZIONE CRISTIANA
RIVOLUZIONE A PASSO D’UOMO
lunedì 18 novembre 2024
Ma non possiamo celebrarlo prima?
A pranzo don Domenico cominciò a raccontare:
Viste le sue
motivazioni, alla fine ho deciso di anticipare il Battesimo rispetto al solito
orario.
La Domenica
mattina, dopo la Messa, ho salutato la famiglia del bambino e il papà che aveva
urgenza di partire.
martedì 12 novembre 2024
Salvezza
sabato 26 ottobre 2024
Lo sguardo tuo, sereno e mite
Di tanto in tanto penso alle Monache
Passioniste di Ripatransone. Ci penso perché, dopo averle conosciute, ti rimane
il ricordo di qualcosa di bello, di puro e di santo. E questo ricordo non si
cancella, anche se non c'entra quasi niente con me, con il mio stile di vita e
col mio modo di servire Dio.
Stamattina, mentre pensavo a suor
Teresa che è morta ieri, sono tornato a chiedermi come si fa a vivere così,
nella povertà, nella mitezza, nella semplicità, anche in mezzo alle tempeste,
anche quando ti viene consigliato e offerto di vivere diversamente. Negli anni
trascorsi a Ripatransone, infatti, sono stato testimone della serenità e della
fermezza con cui hanno deciso di rimanere ad abitare il Monastero, quando quasi
tutti erano del parere che meglio per loro sarebbe stato trasferirsi in un
Monastero più comodo e caldo, con più possibilità di assistenza e cura, più
moderno e con uno stile di vita più umano. E loro, invece, no: "Preferiamo
restare".
Ma quel "No", era la
riaffermazione del loro "Sì" a Gesù Cristo e nemmeno io potevo
capirlo... E forse ancora non arrivo a capirlo.
Stamattina, immerso in questi
ricordi, mi sono imbattuto in un pensiero di Silvano del Monte Athos: "Lo
sguardo tuo sereno e mite incantò la mia anima. Che cosa Ti potrò dare in
cambio, Signore, e quale lode ti potrò offrire?" (da "Ho sete di
Dio", ed. Gribaudi). Le monache che ho conosciuto in quel monastero sono
state "incantate" dallo sguardo sereno e mite del Signore, proprio
come Silvano del Monte Athos. Così, ai miei occhi, molto meno incantati, la
loro vita può apparire "inutile", "fuori tempo",
"sprecata",... Ma in realtà è semplicemente la vita di persone che
amano Dio e continuano a chiedersi ogni giorno: "Che cosa Ti potrò dare in
cambio, Signore, e quale lode ti potrò offrire?".
Felice di aver conosciuto il tuo mite sorriso e la tua gioia semplice, suor Teresa!
martedì 8 ottobre 2024
Buon Samaritano per sempre (Lc 10, 25-37)
Mi sembra
che le parabole raccontate da Gesù vogliano comunicarmi un messaggio definitivo
e completo e quindi esse non si esauriscono in un determinato tempo, ma
riguardano tutto il tempo della mia vita. Così ogni volta che ascolto la
parabola del buon Samaritano, ne ricevo un’ASSICURAZIONE SULLA VITA!
La mia vita
è un cammino, come quella dell’uomo che, nella parabola, scendeva da
Gerusalemme a Gerico. I briganti che incontra sono tutte quelle esperienze,
situazioni e incontri che possono ferirmi, fino a farmi rimanere mezzo morto.
Mezzo morto MI
VEDONO i passanti.
Io li vedo e
li sento passare, o forse non li vedo e non li sento passare perché sono così
malridotto che ho perso i sensi. Ma essi passano. E sono l’ultima possibilità
di salvezza.
Il pellegrino,
mezzo morto, se la vede brutta e forse pensa che stavolta non ce la farà, forse
pensa che ormai non verrà più nessuno. Forse ha già perso i sensi e non pensa
nulla. Forse è amareggiato e deluso per il male che i suoi simili gli hanno
fatto per portargli via tutto. Forse è arrabbiato con i briganti. Forse li ha
già perdonati. Forse pensa ai suoi che non lo vedranno tornare a casa. Forse è
fiducioso nell’aiuto di qualcuno, o di Dio stesso, che non abbandona i Suoi
figli. Forse sta piangendo, tutto preso nei suoi dolori. Forse…
M’immagino
che a quel pover’uomo possa passare per la testa tutto quello che a me passa
per la testa nelle prove e difficoltà di ogni giorno, nell’ascoltare o nel
vedere o nel subire il male che l’uomo è in grado di compiere. Di fronte al
male non ho sempre la stessa reazione: a volte è solo una di quelle elencate
sopra, a volte sono tutte insieme.
Ma, prima
della fine, la salvezza arriva. E arriva da dove non me l’aspetto: viene Dio stesso
e viene GRATIS. Viene a offrire, a offrire tutto perché io viva, perché mi
giunga la SUA SALVEZZA: «Questo è il mio corpo,
che è dato per voi; fate questo in memoria di me. […] Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue, che è versato per voi» (Lc 22, 19-20).
Il
Samaritano buono mi porta in salvo, si prende cura di me, mi affida alle cure
dell’ospedale da campo (la Chiesa), fino al suo ritorno: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno» (Lc 10, 35).
Se tutta la
parabola parla della mia vita, la parabola mi dà anche UN’ASSICURAZIONE SULLA
VITA: ogni volta che sono mezzo morto, ci sarà sempre anche UNO che mi vedrà e
mi si farà prossimo. E quell’UNO sarà il Cristo o uno di Cristo: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10, 37).
Perciò,
nella vita MAI DISPERARE! Non disperare neanche quando ti rendi conto dell’indifferenza
di quelli da cui la compassione te l’aspetti. MAI DISPERARE: anche quando il male
t’ha ridotto in fin di vita; prima della fine arriva infallibile la SALVEZZA:
Alzo gli occhi verso i
monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
3 Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d'Israele.
5 Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
6 Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre
(Salmo 121/120).
«O notte beata,
e l’uomo al suo creatore!»
(dall’Annunzio pasquale che si proclama nella Veglia Pasquale,
Messale Romano).
Perciò il farsi prossimo, prima che essere comandamento per me, è amore di Dio per me!
lunedì 30 settembre 2024
«… perché siete di Cristo» (Mc 9, 41)
Grazia da chiedere
«…
perché siete di Cristo» (Mc 9, 41). Questa frase di Gesù mi
fa notare che l’appartenenza a Lui traspare tanto che qualcuno «vi darà da bere un bicchiere d’acqua»
semplicemente «perché siete di Cristo».
Quali tratti di Cristo riconosco nella mia vita? Quali nella vita del mio prossimo?
INDICAZIONI PER LA PREGHIERA
-
Ora rileggi il
brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?
giovedì 26 settembre 2024
Nessuno o uno?
Ogni tanto mi
capita di rileggere Lc 5, 36-39 e in
quei versetti mi colpisce la sicurezza di Gesù nel dire: «Nessuno». Gesù è così sicuro da escludere che
possa esserci «uno»!
Questa Sua
sicurezza, se una buona volta decidessi di ascoltarlo, sarebbe la mia forza!
Gesù dice: «Nessuno…»
(v. 36). Eppure io posso
impegnarmi e riuscire a essere quell’uno che «strappa un pezzo da un
vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio». E lo faccio pur sapendo che non funzionerà: me lo
dice l’esperienza!
Gesù dice: «Nessuno…» (v. 37). Eppure io posso sempre essere quell’uno che «versa vino nuovo in otri vecchi». E lo faccio pur sapendo che non funzionerà: me lo
dice l’esperienza!
Gesù dice: «Nessuno…» (v. 39). E qui, stranamente, è molto raro che io provi a
essere quell’uno che «desidera il nuovo».
Il Vangelo
non mi sta dicendo di buttare via la storia, i tesori che ci sono stati
tramandati, le tradizioni, le cose che abbiamo imparato,… Si tratta invece di
vivere tutte queste cose come una novità, senza pretendere di ingabbiarle in un
“già visto”, senza cedere alla rassicurante tentazione del “facciamo come
l’anno scorso, o come abbiamo fatto sempre”.
Un presepe
che non viene smontato perché «così l’anno prossimo ripartiremo da
questa base e potremo concentrarci sul miglioramento dei particolari», forse sarà davvero un presepe più bello, ma sicuramente chi
lo guarderà non vivrà l’emozione della prima volta. E così si rinuncerà a comunicare
la meraviglia di una notizia che è sempre nuova e sempre rinnova!
E allora,
benedetti quelli che vengono a rompermi gli otri, costringendomi con le loro
domande, osservazioni, critiche e contestazioni, a uscire dal mio schema, a
cambiare il programma vecchio, ben collaudato e tradizionale!
Qualche
giorno fa ho visto un film su un giovane calciatore che deve sostenere l’esame
di maturità (Il campione). Il professore, chiamato dalla società sportiva per
prepararlo all’esame, a un certo punto, dopo aver fallito ogni tentativo per
insegnare qualcosa al ragazzo, si trova di fronte all’alternativa: o
abbandonare, o ripensare tutto il suo metodo di insegnamento, inventandosi un
metodo che sia a misura di quel singolo studente. La sua passione educativa gli
fa scegliere di “cambiare il suo gioco”. E cambia iniziando a far caso alle
particolarità del ragazzo, alla sua originalità e unicità. Cambia modellando il
suo metodo di insegnamento su quel ragazzo.
Una volta un
prete mi faceva notare la differenza tra TRASMETTERE e COMUNICARE. Chi
trasmette dà una informazione ma non è detto che si preoccupi di chi sarà il
destinatario: una radio, una TV, un mezzo di comunicazione trasmette.
Chi
comunica, invece, spende tutto se stesso perché il destinatario possa ricevere,
accogliere e comprendere il messaggio.
L’evangelizzazione è comunicazione. Perciò non può mai essere soltanto una tecnica o uno schema, ma deve essere prima di tutto comunione tra chi comunica e chi riceve la comunicazione. E chi riceve il Vangelo non è mai soltanto ricevente, perché con il suo essere UNICO, comunica con l’evangelizzatore e gli chiede di rinnovarsi continuamente. Non si può comunicare “in serie”; si comunica solo avendo coscienza che ogni persona è diversa da tutte le altre e quindi occorre mantenere sempre duttile lo schema, non lasciare che il cuore si indurisca nelle proprie convinzioni e posizioni e soprattutto essere sempre disposti a gettare via gli otri, quando non sono più in grado di contenere il vino nuovo!
mercoledì 25 settembre 2024
L’amore di Cristo
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Nella foto la scultura di cui si parla nel post |
Ogni mattina
la donna è lì in chiesa coi suoi lunghi capelli sciolti e il suo vaso di
profumo prezioso. Io torno all’altare con la pisside, dopo la Comunione, e i
nostri cammini si intersecano: entrambi sulla via di Cristo, entrambi a seguire
le Sue orme.
La donna è
fissa nel legno scolpito, ma non come chi è imprigionato.
Ella è
libera! La sua è la libertà piena di chi è “preso” da Dio e dal Suo amore, così
da fare solo la volontà di Dio! «Conoscerete la verità e la verità vi
farà liberi» (Gv 8, 32).
Mi fa bene
questa intersezione che avviene ogni mattina: mi ricorda che non cammino la mia
personale strada, ma quella di Cristo e del Suo Corpo che è la Chiesa. Mi
ricorda che l’amore di Dio segue vie misteriose e raggiunge anche il più
impensabile. Mi ricorda che se amo il Cristo, è l’amore di Cristo che mi porta:
chi portò quella donna a versare il suo profumo per Gesù? (Mc 14, 3-9). Chi
portò la Maddalena e le altre donne al sepolcro la mattina di Pasqua? (Mc 16,
1-8).
Ce le portò
il Cristo che avevano accolto, seguito, amato.
Chi può
portarmi o riportarmi sulla via di Cristo?
Soltanto il
Cristo, accolto, seguito, amato.
Se non sarà il Cristo a portarmi, il mondo continuerà a dividersi per me in buoni e cattivi, giusti e ingiusti, ritardatari e puntuali, meritevoli e non meritevoli,… quelli che hanno capito e quelli che non hanno capito, incoerenti e coerenti… mentre «in verità, in verità» siamo tutti e ciascuno figli, figli da Dio amati!