«Perché elencare tutte le azioni da compiere
e da evitare quando posso insegnare questa breve formula che comprende tutti i
doveri dell’uomo: tutto ciò che vedi e che racchiude l’umano e il divino, è un
tutto unico; noi siamo le membra di un grande corpo. La natura ci ha generato
fratelli, poiché ci ha creato dalla stessa materia e indirizzati alla stessa
meta; ci ha infuso un amore reciproco e ci ha fatti socievoli. Ha stabilito l’equità
e la giustizia; in base alle sue norme, chi fa del male è più sventurato di chi
il male lo riceve; per suo comando le mani siano sempre pronte ad aiutare.
Medita e ripeti spesso questo verso:
“Sono un uomo, e niente di ciò che è umano lo
giudico a me estraneo” (Terenzio).
Mettiamo
tutto in comune: siamo nati per una vita in comune. La nostra società è molto
simile a una volta di pietre: cadrebbe se esse non si sostenessero a vicenda,
ed è proprio questo che la sorregge» (Seneca, Lettere a Lucilio, Libro XV,
lettera 95, Garzanti).
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