lunedì 17 dicembre 2018

La lettera di B. Natale


Caro Gesù,
da qualche giorno molte persone di tutte le età sono impegnate a scrivermi le loro letterine.

È sempre un bel momento per me, quando seduto comodamente davanti al presepe, Ti leggo ad alta voce tutte le lettere che arrivano.
Mi commuovo pensando di essere uno strumento per la gioia di tanti e sono contento di essere al Tuo servizio, Gesù, per moltiplicare la gioia di quella Notte Santa e far sì che ogni persona possa ricevere un po’ del Tuo immenso amore, attraverso il segno di un piccolo dono.

I più preziosi regali di Natale sono quelli semplici: un sorriso, una stretta di mano, la presenza accanto a una persona che vive da sola, la visita a un ammalato o a un amico,… una candelina colorata, una statuina del presepe, l’allegria nel ricevere e fare gli auguri, una preghiera,… Possono sembrare piccoli doni, ma in realtà sono la manifestazione visibile di un amore straordinario!

In questi giorni ho acceso la TV e mi sono distratto a guardare le pubblicità, interrotte di tanto in tanto, da qualche spezzone di film o telefilm.

«Come faranno grandi e piccini a resistere a un tale bombardamento?», mi chiedevo preoccupato. Ma poi mi sono ricordato che gli uomini e le donne hanno sempre la capacità di pensare e riconoscere l’essenziale: «… non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi», diceva la volpe al Piccolo Principe.
E tutti noi lo sappiamo; occorre solo ricordarcelo ogni tanto.

Domenica, come sempre, sono andato a messa e ho ascoltato Giovanni Battista!
Che voce forte aveva! Mentre parlava, sentivo il mio cuore muoversi: tutto quello che diceva Giovanni era vero. Quante volte ho due tuniche e mi lascio prendere dalla tristezza e dall’egoismo, come se non ne possedessi nemmeno una? Quante volte ho da mangiare in abbondanza, ma sembra che non mi basti mai?
E nella mia mente faccio mille propositi di bene: «Se avessi una tunica in più, certo che la darei a quel povero che ne ha bisogno. Se avessi più ricchezze, farei sicuramente generose elemosine,…».
Ma nel frattempo sto fermo con i pugni chiusi e le braccia conserte.

La mia coscienza approvava le parole di Giovanni e sentivo crescere in me un bel desiderio di conversione. Ero in mezzo a una folla che ascoltava. Alla fine della messa, sono uscito dalla chiesa convinto che insieme avremmo invertito la rotta e saremmo tornati a gioire dell’essenziale, a condividere il poco per la gioia di molti, a credere nel miracolo dell’amore!

Tutte le lettere che arrivano qui nella mia casa contengono richieste di amore, di amicizia, di buone parole, di fiducia, di belle relazioni, di concordia, di affetto, di gentilezza e tenerezza!

Caro Gesù,
in questi ultimi giorni di Avvento sarà molto impegnativo, per me e per i miei collaboratori, preparare i regali e girare il mondo per distribuirli.
Faccio tutto per amor tuo, Gesù e lo scrivo perché voglio che tutti lo sappiano! Voglio che tutti lo ricordino!

Perché se Tu, Gesù, non ci sei, come far festa?
Perché fare festa?
Per chi fare festa?
Con chi fare festa?

E se Tu non ci sei, io che sono nato dopo di Te e ho preso il nome dalla Tua festa, come potrò continuare a esserci?
Andrò in pensione?
Mi metteranno da parte?
Quanti pensieri… e quanta fredda tristezza…

Alzo gli occhi e guardo il presepe.
Tu sei lì tra Giuseppe e Maria.
E chi ti può togliere da lì?
Quello che è successo nella Notte Santa è storia, la nostra storia, la mia storia: il Natale è incancellabile!
Tu, Gesù, sei per sempre
e, grazie a Te, ogni uomo è per sempre!

Ritrovo coraggio, caro Gesù, e sento forte la gioia di donare a ciascuno tutto il Tuo amore!

Con affetto e gratitudine intramontabile,
tuo affezionatissimo,
Babbo Natale

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