Qualche giorno fa sono rimasto colpito
da uno scritto di Pavel Florenskij indirizzato ai suoi figli. Mi sono sembrate
parole molto significative per me e per chiunque viva una vera passione
educativa, perciò stasera ho pensato di condividerle qui:
«Mosca – Notte tra sabato 19 e domenica
20 marzo 1921.
Amati figlioletti miei, il mio cuore si
strugge per voi. Quando crescerete, capirete quanto si strugga il cuore di un
padre o di una madre per i figli. Il mio cuore si strugge anche per la mia
povera mamma, che è tutta sola e alla quale non ho la forza interiore di
avvicinarmi. Avrei tante cose da scrivervi. Mi vengono tanti pensieri e sentimenti,
ma non ho né il tempo, né le forze di scriverli. Eccovi una cosa che non posso
non scrivere: abituatevi, educate voi stessi a fare tutto ciò che fate
perfettamente, con cura e precisione; che il vostro agire non abbia niente di
impreciso, non fate niente senza provarvi gusto, in modo grossolano.
Ricordatevi che nell'approssimazione si può perdere tutta la vita, mentre al
contrario, nel compiere con precisione e al ritmo giusto anche le cose e le
questioni di secondaria importanza, si possono scoprire molti aspetti che in
seguito potranno essere per voi fonte profondissima di un nuovo atto creativo.
E ancora. Chi agisce con
approssimazione, si abitua anche a parlare con approssimazione, e il parlare
grossolano, impreciso e sciatto coinvolge in questa indeterminatezza anche il
pensiero. Cari figlioletti miei, non permettete a voi stessi di pensare in
maniera grossolana. Il pensiero è un dono di Dio ed esige che si abbia cura di
sé. Essere precisi e chiari nei propri pensieri è il pegno della libertà
spirituale e della gioia del pensiero.
14 agosto 1922.
È da tanto che voglio scrivere: osservate più
spesso le stelle. Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o
l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, quando
qualcosa non vi riuscirà, quando la tempesta si scatenerà nel vostro animo,
uscite all’aria aperta e intrattenetevi da soli col cielo. Allora la vostra
anima troverà la quiete» (da: Pavel Florenskij, Non dimenticatemi, Mondadori 2000, Milano, p 417).
Bello
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