venerdì 23 ottobre 2015

Mi piacerebbe…

Quella sera don Placido scrisse sul suo diario:

«Mi piacerebbe bussare alla porta dei miei parrocchiani senza un motivo preciso, semplicemente per andarli a trovare là dove stanno, tra le loro cose. Probabilmente si aprirebbero tutte le porte, anche quelle dei più lontani e farebbe l’effetto della visita di Gesù a Zaccheo o delle telefonate a sorpresa da parte del Papa. Perché, normalmente, i parrocchiani si aspettano la visita del prete per la benedizione della casa, per la comunione e l’unzione agli infermi, per chiedere i motivi della poca presenza a messa o all’incontro di catechesi,… ma non si aspettano che il pastore li vada a trovare per sapere come stanno e stare un po’ insieme. E quando capita, è qualcosa di eccezionale di cui si parla ai vicini con meraviglia e orgoglio: «Il curato è entrato in casa mia! Ha voluto sapere come stavo! Mi è venuto a cercare!». Fa questo effetto la Chiesa che trova il modo e il tempo di entrarti in casa. Ti fa piacere, perché la senti vicina, la vedi presente!

Mi piacerebbe bussare così alla porta dei miei parrocchiani,
ma poi penso che potrei metterli in imbarazzo, che dovrei progettare bene l’iniziativa specificando le ragioni che me l’hanno suggerita, gli obiettivi da raggiungere, i tempi di attuazione e le strategie; penso che a fine anno dovrei procedere alla verifica di quanto ho fatto, che l’impegno potrebbe non portare frutti, che scegliendo la pastorale a uomo, trascurerei la pastorale a zona,…
… e mi passa la voglia di provare.

Però quanto mi piacerebbe!». [dGL]

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