Quando don Chisciotte e Sancio
attraversarono il nostro paese, io ero poco più che ventenne. Affascinato dalle
loro figure e da quello che avevo sentito raccontare di loro, decisi di seguirli
e diventare un cavaliere errante. Non fu difficile procurarmi un’armatura, uno
scudo e una lancia: il nostro paese era famoso per l’abbondanza di musei e ogni
museo aveva il suo deposito. Lì trovai parecchie armature in buono stato. Ne
scelsi una delle mie dimensioni e la provai. Ero un po’ impacciato nei
movimenti, ma col passare del tempo mi sarei abituato.
Nella stalla di mio padre c’erano
quattro cavalli. Sellai quello più vecchio e malandato: non era più adatto al
lavoro nei campi e nessuno ne avrebbe sentito la mancanza.
Ormai tutto era pronto per la partenza.
Salutai i miei familiari dicendo loro
che abbracciavo la vita dei cavalieri erranti e che sarei andato in giro per il
mondo a combattere le ingiustizie e a difendere i più deboli. Non mi mancava,
infatti, il coraggio; né mancavano le imprese da affrontare e i mulini a vento
da sconfiggere.
Di buon mattino mi presentai a don
Chisciotte chiedendogli di poter condividere con lui la via: avrei messo al suo
servizio il mio braccio. Mi accolse con un sorriso benevolo e, a causa della
mia giovane età, fu generoso nelle raccomandazioni e nella presentazione dello
stile di vita di un cavaliere errante.
Sono passati alcuni anni da quel primo incontro
e di avventure ne abbiamo vissute tante. Nonostante le proteste di persone
molto ragionevoli, che mi consigliavano di tornare sui miei passi e di
smetterla di fare battaglie contro i mulini a vento, non ho mai pensato di
tornare indietro. Anzi, stando con quel prode cavaliere, ho scoperto che
normalmente i mulini a vento sono utili all’uomo: macinano il grano per fare la
farina con cui si prepara il pane e tante altre cose buone. Quindi, non c’è
motivo di combatterli.
In verità, non è contro quei mulini che
carichiamo lancia in resta, ma contro quelli che, sotto le sembianze dei mulini
a vento, nascondono giganti pericolosissimi. Non è facile riconoscerli: tutti
gli uomini comuni vedono semplici mulini a vento e ci prendono per matti. Ma
allo sguardo esperto di noi cavalieri, essi si rivelano per quello che sono. E,
allora, bisogna fermarli a tutti i costi perché tra le loro macine finiscono
idee, talenti, progetti, sogni e desideri di tante persone buone e tutto viene
ridotto in polvere.
Combattendo contro i falsi mulini a vento, abbiamo
spezzato innumerevoli lance e il più delle volte, sconfitti e ammaccati, ci
siamo ritirati in alberghi e ostelli, cercando cure e ristoro. Ma questo è il
nostro dovere di cavalieri erranti e per nulla al mondo ci ritireremo a vita
privata finché nel braccio avremo la forza per liberare gli uomini dalla
stretta dei giganti! [dGL]
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