«Nelle tue mani è la mia vita» (sal 15,5).
Cinque anni fa
in seminario la mia classe ha scelto di abitare in questo versetto del salmo
15.
Seminaristi del
quinto anno, non sapevamo ancora dove il Signore ci avrebbe condotto per
annunciare il Vangelo, ma avevamo intuito che soltanto la fede in Lui ci
avrebbe sostenuto nella scelta definitiva dell’ordinazione e nella missione che
ci sarebbe stata affidata.
Ora sono qui a
considerare come quel motto sia davvero un ramo robusto e frondoso sul quale
trovare rifugio. Se manca la fede nel Signore, diventiamo incapaci di fare
anche le cose più elementari; pur essendo marinai esperti nell’arte della navigazione,
preferiamo rimanere a riva non potendo escludere l’eventualità di una tempesta.
Forse si tratta
di un versetto che molti cristiani hanno appeso ben in vista nelle loro case
per dare il giusto valore alle cose e pronunciare con fiducia parole come «fedele sempre», «nella gioia e nel dolore»,
«nella salute e nella malattia», «tutti i giorni della mia vita».
Nella povertà e nell’abbondanza, nella buona e
nella cattiva sorte, l’uomo di fede fonda la propria paziente speranza su
questa verità: nelle tue mani è la mia
vita, o Dio. E, facendo questo, non rimane deluso, ma anzi sperimenta una
gioia piena alla presenza di Dio. [dGL]
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