È Domenica
pomeriggio e in chiesa c’è l’annuale rassegna delle corali.
Seduto vicino al
portone d’ingresso, mi lascio trasportare da ciò che ascolto ed è come se tutto
diventasse man mano più leggero, sostenibile, sereno. La musica e il canto
aiutano a portare il peso delle cose e sono capaci di comunicare a chi ascolta
sentimenti di gioia, entusiasmo, amore, compassione, dolore, tristezza,
allegria, festa,…
Le corali
propongono il loro repertorio e a me tornano in mente le parole che ho usato
per invitare i parrocchiani a partecipare all’evento: «… cogliamo questa occasione per ascoltare un po’ di buona musica»,
ho detto loro al termine della messa.
Buona musica… Mentre ascolto i canti, seguo queste
due parole e cammino tra mille pensieri; alla fine mi ritrovo di fronte alla
musica oggi diffusa tra i giovani. Musica rabbiosa, violenta, rumorosa, musica sempre
più spesso di PROTESTA.
Com’è diversa la
musica delle corali: sembra veicolare la possibilità di percorrere strade
nuove! È musica che ispira fiducia nell’oggi e speranza per il domani.
Torno tra i miei
pensieri alla ricerca di una parola con cui definire la buona musica.
D’un tratto vedo
la parola che stavo cercando: PROPOSTA!
La buona musica è una musica di PROPOSTA!
ProTEsta e proPOsta. Bastano due
lettere per trasformare tutto!
Quello che sulle
prime poteva sembrare appropriato per un gioco enigmistico (del tipo: 53 ORIZZONTALE – cambiano una protesta in una proposta), mi rivelò una via da imboccare per cambiare il mio stile
di vita.
Infatti, aiutato
dalla velocità dei moderni mezzi informatici, mi sto abituando ad avere tutto a
portata di clic: con un clic so dov’è stato sconfitto Gioacchino Murat; con un altro clic, senza alcuna fatica, posso aprire
e chiudere relazioni con gente che si trova dall’altra parte della terra; con
un clic posso condividere tutte le
mie esperienze con migliaia di persone che nemmeno conosco; con un clic trovo un tema già svolto da
utilizzare durante il compito in classe di domani; con un clic traduco la versione dal greco all’italiano in pochissimo tempo
e senza spaginare il dizionario; con un clic,…
E così,
progressivamente, mi sto disabituando ad approfondire, studiare, verificare con
precisione, sto perdendo il gusto di lavorare sulle cose, la disponibilità al
sacrificio, il senso dell’allenamento e del potenziamento dei talenti; sto
vivendo con fastidio i cambiamenti e gli imprevisti che mi fanno crescere, ma
mi chiedono di modificare tradizioni, strutture, schemi rassicuranti.
A lungo andare
il mondo con la sua pubblicità martellante riuscirà anche a convincermi che
nella vita è inutile ogni forma di impegno, ogni scelta definitiva, ogni
sacrificio:
Se
fai fatica a leggere e scrivere, lascia perdere: tanto non imparerai mai!
Se
non ti viene spontaneo fare proposte, è meglio che ti specializzi nell’arte
della protesta: ti offro un bel palco e una folla che aspetta il tuo comizio
pieno di luoghi comuni, accuse, parole forti e perfino parolacce!
Se
non sei capace di restaurare, è meglio che segui la tua inclinazione naturale
a rottamare ogni cosa; in fondo tutti sanno che è il metodo vincente!
A reti unificate
il mondo trasmette questo monotono programma…
Ma io preferisco
ascoltare la voce del maestro Manzi che riuscì a coinvolgere in uno straordinario
progetto educativo persone di ogni età e condizione sociale, insegnando a tutti
che «Non è mai troppo tardi!».
Non è mai troppo tardi per imparare, per
impegnarsi a vincere il male con il bene, per trasformare una buia protesta in
una luminosa proposta! [dGL]
Nessun commento:
Posta un commento