Non so per quale strano motivo mi si
formò in mente questo versetto un po’ del Vangelo e un po’ della mia fantasia: «Stolto, questa notte stessa ti sarà
richiesta la tua vita» (Lc 12, 20) e
tutta la zizzania che hai seminato, che fine farà?
Sarà che la morte ci coglie di sorpresa,
sarà che tutti rischiamo di essere seminatori di zizzania più che costruttori
di unità, lo strano versetto si insediò con prepotenza nella mia testa e non mi
lasciò in pace finché non mi presi cura di lui, scrivendo questa breve
considerazione!
Seminiamo zizzania inconsapevolmente,
senza renderci conto delle conseguenze di parole, giudizi, azioni,… Seminiamo
zizzania in buona fede, pensando che sia l’unico modo per far trionfare quello
che a noi sembra il bene o la verità,… Seminiamo zizzania in modo sistematico e
chirurgico per fare in modo che non si arrivi mai all’unità,… Seminiamo
zizzania per invidia del prossimo, del fratello, dell’amico, del conoscente,…
Lo prendiamo come un impegno o come una professione e quindi studiamo con
attenzione cosa sia meglio fare o dire per raggiungere l’obiettivo della
divisione, della distruzione di tutto ciò che sfugge al nostro controllo. E
così ci sforziamo, corriamo, spendiamo tante energie, forse addirittura tutta
la vita, per distruggere ciò che altri con tenacia e pazienza cercano di
costruire.
Ed è qui che ci sorprende la prima parte
del versetto, quella evangelica: «Stolto,
questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita» (Lc 12, 20). Forse ci siamo
dimenticati che di ogni nostra azione dovremo render conto a chi ci ha affidato
il tesoro, a chi ci ha fatto dono della libertà. Anche al seminatore di
zizzania verrà richiesta la vita…
…
e tutta la zizzania che hai seminato, che fine farà?
Ho trovato la risposta nella parabola raccontata
da Gesù nel Vangelo di Matteo (Mt 13, 24-30). La zizzania, purtroppo, è stata
seminata da un nemico nello stesso campo in cui il padrone aveva seminato il
buon seme e quindi crescerà in mezzo al grano, ma arriverà il momento della
mietitura e, allora, con cura i mietitori la separeranno dal grano, la
legheranno in fasci e la bruceranno.
La zizzania disorienta, fa arrabbiare,
fa soffrire ma non può impedire che il grano cresca, perché l’opera buona è
custodita dal Signore.
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