giovedì 28 agosto 2025

Tutti benedici!


Quando il portone centrale della Chiesa è aperto, passando ho l’impressione di essere guardato da Te che tutti benedici, perché tutti ci ami.
Sulla strada la gente passa in continuazione. Qualcuno entra per una breve visita, ma tutti Tu accompagni e benedici, anche quelli che non ne sono consapevoli o dicono di non avere bisogno di Te e della Tua benedizione.
 
Tu sai cosa portiamo nel cuore. Spesso nemmeno noi lo sappiamo, ma solo avvertiamo una certa inquietudine, come un senso di vuoto da colmare. Tra le tante cose da fare ci affrettiamo e troviamo il modo di non pensarci, ma qualcosa ci rende inquieti, un po’ tristi, insoddisfatti, forse scontenti.
 
E Tu ci guardi passare.
 
Sei salito sulla croce per noi.
Sei morto.
Poi sei risorto e cammini con noi, non ci lasci mai soli.
E per me, credente, è bello sapere che ci tieni a me e mi guardi.
Ed è bello sapere che Tu fai compagnia anche all’uomo che a me pare più solo e abbandonato, anche a quello che io non so come aiutare. Il più emarginato, il più scartato, il più sconfitto è sempre in Tua compagnia e Tu fai di tutto perché non vada perduto, anche se ai miei occhi sembra ormai definitivamente perduto.

domenica 24 agosto 2025

La porta


Omelia della XXI Domenica del Tempo Ordinario – Lc 13, 22-30
 
Lc 13, 22-30: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta…” (v. 24).

Lc 16, 19-31: “Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe” (vv. 20-21).

 
Quando, nel Vangelo di oggi, ho letto la parola “porta” mi è venuta in mente la “porta” della parabola di Lazzaro e del ricco Epulone e in particolare il fatto che il ricco ogni giorno aveva l’occasione di oltrepassarla. Aveva tutto il tempo di farlo, eppure non gli è riuscito di farlo. E allora mi è venuto il dubbio: era stretta la porta, o era grande, troppo grande il ricco?
 
Così mi sono messo a pensare e mi sono accorto che per tutta la vita avrò accanto uno più piccolo di me. Sempre. E tra me e questo “più piccolo” ci sarà sempre la porta della parabola: il più piccolo starà sempre alla mia porta, come Lazzaro. E Gesù gli starà sempre accanto. È facile immaginare la scena: io sto da una parte della porta e Lazzaro con Gesù sta dall’altra. La porta è sempre aperta, spalancata.
 
Dunque, tra me e il più piccolo c’è questa porta, che più io mi faccio grande e più essa mi risulta stretta. Per passarci devo lasciarmi “portare” dalla carità. E finché resto nelle mie ricchezze, in me stesso, nei miei beni, nei miei affari, finché sono tutto preso da me stesso e dal mio bene, dal mio tempo, dalla mia vita, dal mio spazio,… divento sempre più grande ed è sempre più difficile che io riesca a passare per la porta.
 

Arriva, infine, un momento, un tempo, l’ultimo tempo, in cui non riesco più a passare e la condizione che ho scelto di vivere, resta quella per l’eternità: circondato da cose, da beni materiali, sazio di me stesso, ho vissuto sulla terra nell’illusione che quella fosse la bella vita ed è stato anche piacevole, ma nel giorno del giudizio ogni illusione svanisce e mi resta solo il dolore di non aver vissuto e di non poter più vivere. E sarà dolore per sempre.

 
Se stasera siamo qui, è perché non siamo ancora diventati così grandi da non riuscire ad attraversare la porta stretta: infatti sentiamo ancora il desiderio di donare la nostra vita e di amare; siamo ancora in grado di riconoscere e apprezzare l’amore che riceviamo; sentiamo che è l’amore che riceviamo e doniamo a farci vivere; sentiamo quanto è bella la condivisione, la pace, la fraternità, l’amicizia, l’amore! È questo il momento di prendere e attraversare la porta stretta che ci separa dal “nostro” Lazzaro: ce n’è uno proprio alla tua porta! Guardalo. Ascoltalo. Abbi compassione con lui e di lui. Prenditene cura! Ogni Lazzaro a cui ti fai prossimo, ti fa un po’ più piccolo, più piccolo, più piccolo,… ti fa giusto per passare la porta stretta, ti fa giusto giusto per il Paradiso!

venerdì 22 agosto 2025

Come in cielo così in terra


Sempre c'è qualcuno che è più povero di me
o più piccolo, o più bisognoso, o più debole,
o più scartato, emarginato, calpestato, oppresso,
o più solo, incompreso, lento, o più indietro.
 
Sempre c'è qualcuno che è più povero di me
e sempre sarà a portata della mia mano,
come Lazzaro alla porta del ricco Epulone (Lc 16, 19-31).
 
Sempre c'è qualcuno che è più povero di me
e c'è per me, perché il mio cuore non s'indurisca,
perché io non faccia inferno qui, già sulla terra
con l'odiosa mia prepotenza,
con la disumana mia indifferenza,
con la bestiale mia guerra.
 
Sempre c'è qualcuno che è più povero di me.
E che io sempre lacrimi al vederlo!
E che io sempre accorra al sentirlo!
E che io sempre mi faccia a lui prossimo!
 
Perché sia Paradiso
qui,
ora,
"come in cielo così in terra"!

martedì 12 agosto 2025

Quel benedetto momento


Arriva un momento nella vita in cui non credi e non ami perché trovi continue conferme e segni, o sempre nuovi motivi di entusiasmo.
Arriva un momento nella vita in cui non credi e non ami perché «quanto è bravo, quanto ci sa fare, quanto è buono, quanto è giovane, quanto è capace, quanto è simpatico...» colui che mi parla di Gesù.
 
Arriva quel momento e ti pare una cosa brutta brutta, buia buia, triste triste...
e ti pare una maledizione, perché «quant'era bello prima!».
 
E, invece, benedetto quel momento!
È, infatti, il tempo di rimanere semplicemente per stare con quel Gesù che ti ha chiamato e voluto con sé (Mc 3, 14).
E se rimani, il tuo amore e la tua fede diventano gratis.
 
Perciò quando ti troverai a vivere quel momento, non rimpiangere il tempo in cui la simpatia del "don" o le tante attività parrocchiali e d'oratorio erano il motivo principale del tuo esserci e tu eri pieno d'entusiasmo e di vivacità perché ti sentivi coinvolto, ma guarda a quel bel tempo con la gratitudine di chi ha visto lì un bell'inizio del suo cammino a servizio di Dio e del prossimo, cammino pieno di gioia e di grazia, cammino che procede con Gesù per tutta la vita, di grazia in grazia e diventa sempre più gratuito e fondato sul Cristo e sulla Chiesa, cammino che continua anche da adulto, quando il "don" invecchia o appaiono i suoi difetti e le sue fragilità, quando t'accorgi che il tuo "grande don" ti somiglia ed è anch'egli un piccolo discepolo alla scuola di Cristo!
 
Buon cammino con Gesù nella Chiesa!

lunedì 11 agosto 2025

“La tua barchetta mi è cara”


«Signore, le onde sono agitate
e la notte è oscura.
Non la vuoi tu rischiarare
per la mia anima, che veglia sola?
 
Mi dici: “Reggi forte il timone con la mano,
e va’ fiduciosamente.
La tua barchetta mi è cara,
la voglio guidare alla meta.
Solamente, con spirito fedele,
presta sempre attenzione alla bussola celeste,
che aiuta a raggiungere la meta
nelle tempeste e nella notte.
L’ago vibra lieve,
poi torna di nuovo
a mostrarti la direzione
verso cui io voglio il viaggio”.
 
Sì, il mio cuore resta fiducioso e tranquillo:
tu mi guidi nella tempesta e nella notte.
La tua volontà, o Dio, io compirò con animo vigilante».
 
(S. Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, 1940)