sabato 22 giugno 2024

Grazie, don Gianni!

Entravi in quel confessionale in cattedrale carico dei tuoi peccati e lì dentro don Gianni ti immergeva nel Paradiso, raccontandotelo con semplicità e con lo sguardo limpido di un bambino!

E il suo racconto non era una sua ipotesi: era proprio il Paradiso che lui aveva conosciuto e incontrato nei santi, ma anche in Don Vittorio Massetti, a Santa Gemma e in tante altre persone che popolano la storia della nostra bella Diocesi!

E ascoltandolo ti accorgevi del Paradiso che è intorno a te e dentro di te per la misericordia di Dio!

E uscivi dal confessionale con le ali della carità, pronto a comunicare a tutti la gioia dell'amore di Dio!

Ciao don Gianni!

Grazie di tutto!

In Paradiso ti accompagnino gli Angeli!

martedì 18 giugno 2024

«Come, egli stesso non lo sa» (Mc 4, 27)

 


Brano su cui pregare: Mc 4, 26-34

Grazia da chiedere

Chiedo al Signore la grazia di guardare con gioia i frutti che sto portando.
 

INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA      

 «Come, egli stesso non lo sa» (v. 27). La storia del seme che viene gettato sul terreno e germoglia e cresce fino a portare frutto, mi fa pensare alla mia vita di discepolo che vive con Gesù (v. 34).

Tra i compiti di un discepolo di Gesù c’è sicuramente la cura del seme che viene gettato sul terreno, ci sono sicuramente i lavori per preparare il terreno e custodire il seme (se faccio un giro per le campagne, mi accorgo facilmente di quanta attenzione e cura il contadino ha per i semi e per le pianticelle che germogliano e crescono, valutando i tempi, le stagioni, le intemperie, gli imprevisti,…). Anch’io, dunque, come discepolo avrò cura di custodire i miei tempi di preghiera, di dedicare il giusto tempo all’ingresso in preghiera e all’uscita dalla preghiera, di confessarmi per ricevere la misericordia di Dio ed essere assolto (sciolto, liberato) dai miei peccati, di partecipare alla celebrazione eucaristica domenicale, di ascoltare quotidianamente la Parola di Dio per meditarla, gustarla, farla scendere nel cuore, di vivere scelte di carità e cura del prossimo, …

Ma poi il discepolo di Gesù vive un tempo di riposo o un tempo di attesa paziente («dorma o vegli, di notte o di giorno») in cui il seme germoglia e cresce e davvero «Come, egli stesso non lo sa».

A partire da queste parabole di Gesù, posso ripensare e ripercorrere la mia vita e notare che se oggi sono qui a pregare, non so spiegarmi fino in fondo come sia successo; se oggi sono qui a fare la carità, non so spiegarmi per filo e per segno da dove sia scaturita questa carità; se oggi porto frutto, molte volte non so spiegarmi come questo frutto sia arrivato, … perché la mia storia è piena di tempi buoni, ma ci sono anche grandinate, inondazioni, imprevisti di ogni genere, fallimenti, sofferenze e prove,… «Come, egli stesso non lo sa». E così la meraviglia per i frutti mi apre gli occhi e riconosco Dio che ha camminato con me e s’è preso cura di me, anche quando tutto sembrava aver preso una piega sbagliata o tutto sembrava perduto.

Ora fisso lo sguardo sulla spiga e sul chicco pieno nella spiga, o sulla senape e sugli uccelli del cielo che fanno il nido alla sua ombra. Il frutto è certo!!! Anche quando le circostanze non mi danno indizi per sperare di vederlo! Anche quando tutto intorno contraddice fede, speranza e carità!!! Gesù è il Maestro. La Sua Parola è affidabile e sulla Sua Parola scelgo di gettare le reti (Lc 5, 1-11)!!!

 
 
INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli

venerdì 14 giugno 2024

Dimenticare se stessi

«Come introduzione al nostro lavoro comune, voglio raccontarvi ora una storia tratta dall’opera di uno scrittore cinese che visse più o meno tremila anni fa. Soltanto pochi sembrano mettere in pratica la lezione che tale storia contiene. Io stesso faccio del mio meglio per riuscirci, e potrebbe essere utile anche a voi riflettere su quanto viene narrato in questo libro. Uno scultore creò una volta una splendida statua di legno, che venne apprezzata moltissimo da tutti quale autentica opera d’arte. Anche il suo sovrano, il principe Li, era colmo di ammirazione e gli chiese il segreto della sua arte. Lo scultore rispose: “Come potrei io, uomo semplice e vostro servitore, avere un segreto per voi? Non ho alcun segreto, né la mia arte è speciale. Intendo tuttavia raccontare com’è nata la mia opera. Dopo essermi prefisso di creare una statua, mi sono accorto che in me c’erano troppa vanità e orgoglio. Mi sono quindi adoperato due interi giorni per liberarmi da questi peccati, finché non ho creduto di essere puro. Ma a quel punto ho scoperto di essere spinto dall’invidia nei confronti di un collega; per altri due giorni mi sono prodigato e alla fine ho sconfitto la mia invidia. In seguito ho scoperto di desiderare troppo la vostra lode. Far sparire questo desiderio mi è costato un altro paio di giorni. Infine mi sono accorto di pensare a quanto denaro avrei potuto ricevere per la statua. Questa volta ho avuto bisogno di quattro giorni, ma da ultimo mi sono sentito libero e forte. Sono quindi andato nel bosco e quando ho visto un abete che mi è parso adatto, l’ho abbattuto, l’ho portato a casa e mi sono messo al lavoro”. Si potrebbe quindi riassumere questa storia, dicendo che chiunque intraprenda un lavoro importante, deve dimenticare se stesso. Ebbene, ovviamente non possiamo, ogni giorno e ogni ora della nostra vita, riflettere sullo stato d’animo con il quale svolgiamo un lavoro o una data azione e su quale sia il significato più profondo della nostra attività. Di tale significato, tuttavia, noi pedagoghi e psicologi dobbiamo aver consapevolezza, almeno ogni tanto…» (Citazione di Alfred Adler in una pagina del Diario di Etty Hillesum, Adelphi, pp. 39-40).

lunedì 3 giugno 2024

Accogliere e offrire alleanza


Brano su cui pregare: Mc 14, 12-16.22-26

Grazia da chiedere

Chiedi al Signore la grazia di accogliere e offrire alleanza, di accogliere e offrire vita!
 

INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA      

Nota l’obbedienza dei discepoli che chiedono a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, …?» (v. 12). Obbedire è accettare che sia Gesù a scegliere, e poi aderire con tutto il cuore a quello che Gesù dice. Obbedire è fidarsi che il posto scelto da Gesù per mangiare la Pasqua sia il posto giusto, e andare a preparare quel luogo con ogni cura e attenzione.

Nota come Dio si prende cura di te: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo, …» (vv. 13-15). Gesù è più preciso di un navigatore satellitare che ti dice quale strada devi fare per arrivare alla tua destinazione. Ti rassicura sapere che la tua vita non è in balia del caso o di un cieco fato, non sei bastonato o baciato dalla fortuna, ma sei sempre dentro una casa preparata per te dal Padre buono, che è più amorevole di una mamma e un papà che preparano la cameretta per il figlio che nascerà, o la cena per il figlio che torna a casa dopo una giornata particolarmente impegnativa e faticosa. Allo stesso tempo, queste parole di Gesù sono l’invito a seguirlo nella Pasqua: questo significherà entrare con Lui nella passione, morte e risurrezione. All’ultima cena segue l’uscita verso il monte degli Ulivi e il verbo «uscirono» (v. 26) rivela la comunione con Gesù che nemmeno la morte e la paura della morte possono spezzare; la Sua forza e la Sua compagnia ci sostengono e ci fanno vincitori con Lui nella prova.

Nota il dono: «Prendete, questo è il mio corpo…» (vv. 22-24). Impressionato dalla violenza, dall’ingiustizia, dalla cattiveria di chi tradisce e crocifigge Gesù, rischi di perdere di vista il particolare più importante: la vita non gli viene tolta, ma Egli la dona e la dona completamente! Leggi Gv 10, 11-18.

Nota l’alleanza: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti» (v. 24). La vita tutta si svolge dentro questa nuova ed eterna alleanza! Si tratta di una rivelazione importantissima! Vuol dire che sei qui perché Dio fa alleanza con te e con ogni uomo! Il tuo prossimo, l’altro che incontri sulla strada è uno a cui puoi sempre offrire alleanza, uno a cui puoi sempre offrire vita! Te ne accorgi se segui Gesù dalla Sua nascita fino alla Sua passione, morte e risurrezione! Obbedire a Gesù è fidarsi che eterna è soltanto l’Alleanza, l’Amore!

 

INDICAZIONI PER LA PREGHIERA

-        Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?

 

-        Fai presente la tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire dal brano biblico: cosa dice a te?

 

-        COME TI TOCCA quello che comprendi? Quale sentimento ti suscita?

 

Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli