«Peppone
si addormentò che il cielo incominciava a schiarire e non pensava neppur
lontanamente che fra qualche ora la gente, ritrovando la croce, avrebbe detto: “Chi
sa chi l’ha fatta! Deve essere stato un artista grosso di città perché qui
anche Peppone che è Peppone e sa il mestiere suo, non sarebbe capace neppure di
fare metà di questi riccioli”.
Perché,
si capisce, nessuno poteva sapere che il figlio del Lolli aveva fatto girare la
ventola della fucina e i suoi occhi non si erano mai staccati un istante dalle
mani del fabbro.
E quando
un bambino così guarda in quel modo lì due mani di fabbro, quelle sono mani
benedette» (Giovanni Guareschi, Tutto don Camillo, ed. BUR, volume primo, p.
862).
Il
“figlio del Lolli” mi fa pensare al Figlio di Dio che è con noi per sempre e
non stacca un istante i suoi occhi dalle nostre mani.
Così
oggi mi pare bello applicare alla vita nostra la frase conclusiva del racconto
di Guareschi riscrivendola così:
E quando Gesù guarda in quel modo lì le
nostre mani, quelle sono mani benedette!
Sia per tutti un anno in
cui ci sentiamo guardati con amore da Dio e dal nostro prossimo; un anno in
cui, consapevoli che le nostre vite sono benedette, portiamo a tutti la
tenerezza e la misericordia di Dio!
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