«Peppone
si addormentò che il cielo incominciava a schiarire e non pensava neppur
lontanamente che fra qualche ora la gente, ritrovando la croce, avrebbe detto: “Chi
sa chi l’ha fatta! Deve essere stato un artista grosso di città perché qui
anche Peppone che è Peppone e sa il mestiere suo, non sarebbe capace neppure di
fare metà di questi riccioli”.
venerdì 31 dicembre 2021
Buon anno con Gesù!!!
venerdì 24 dicembre 2021
Buon Natale!!!
L'immagine è una icona copta raffigurante la natività, dipinta da Isaac Fanous |
Dalla «Esposizione del Vangelo secondo Luca» di sant’Ambrogio, vescovo
domenica 21 novembre 2021
Cristo Re
mercoledì 17 novembre 2021
Maledetta paura
domenica 14 novembre 2021
L’ora di Dio
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Il mio "orologio" di stoffa |
mercoledì 10 novembre 2021
Basta poco
sabato 6 novembre 2021
Con brio!
Passano
un camion e un pick-up dei Vigili del
fuoco.
lunedì 1 novembre 2021
«È così che io vedo le cose»
martedì 12 ottobre 2021
Sinodo
venerdì 8 ottobre 2021
Primavera
Parrocchia Cristo Re, 8 ottobre 2021
Care parrocchiane e parrocchiani,
da qualche settimana nella nostra Casa di
Accoglienza Papa Giovanni XXIII è iniziata una collaborazione con la Cooperativa
Sociale Lella 2001 ONLUS per la gestione dell’ospitalità e della mensa per i
poveri. Ci tengo a spiegarvi com’è nata questa collaborazione.
Diventando parroco della Parrocchia Cristo Re, ho
assunto anche l’incarico di Legale rappresentante e responsabile del CENTRO DI
PRONTA ACCOGLIENZA PER ADULTI PAPA GIOVANNI XXIII, che tutti noi
affettuosamente chiamiamo “Casa dell’Accoglienza”. Con l’aiuto di don Pio e dei
volontari, ho continuato in questi anni a prendermi cura della gestione della
Casa offrendo alle persone in difficoltà quell’aiuto che ci è stato possibile
dare con le risorse che avevamo. È stata una bella esperienza di fiducia in Dio
e di fiducia nella Provvidenza e colgo l’occasione di questa lettera per
ringraziare don Pio e tutti voi per il sostegno generosissimo dato ogni giorno
alla nostra Casa.
In questi anni, però, mi sono anche reso conto che
la gestione di una Casa di Accoglienza con tanti posti letto come la nostra,
richiede l’azione di personale competente che assicuri una presenza quotidiana
e continuativa, e che sia reperibile 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, per
poter rispondere alle molteplici esigenze degli ospiti. Il regolamento della
nostra Casa dice che l’intento con cui don Pio l’aveva fondata era
prevalentemente quello di offrire vitto e alloggio per qualche mese, a persone
temporaneamente in difficoltà, in modo tale da garantire loro la serenità
necessaria per poter trovare un lavoro e una sistemazione e così riprendere la
vita quotidiana superando il momento di crisi. In tal modo la Casa di
Accoglienza ha aiutato tantissime persone. Negli ultimi anni, però, la difficoltà
nel trovare appartamenti in affitto con un canone accessibile a San Benedetto e
dintorni, e la difficoltà di trovare lavoro, hanno determinato una situazione
per cui gli ospiti della casa, da ospiti temporanei si sono trasformati in
residenti a tutti gli effetti.
Mettendomi in ascolto e cercando di prendermi a
cuore le necessità degli ospiti, mi sono reso conto che per aiutarli a
riprendere in mano la loro vita, spesso non basta la buona volontà o la
generosità del parroco e dei volontari, ma occorre una competenza maturata con
l’esperienza e con lo studio e la frequenza di corsi di formazione e di laurea
specifici. Insomma mi è apparsa evidente la necessità di coinvolgere personale
qualificato. Continuare senza personale qualificato avrebbe significato
rischiare di non rispondere più alle esigenze di chi chiedeva ospitalità: tutti
arrivano dicendo che hanno solo bisogno di un tetto e dei pasti in attesa di
sistemare la loro situazione e riprendere la vita di sempre. In realtà quella
che raccontano è solo la superficie del problema, sotto la superficie si
nascondono molteplici altri problemi, di cui a volte nemmeno loro hanno ancora
preso coscienza. Questi problemi si manifestano una volta entrati nella casa e
molte volte ci trovano impreparati: occorrono medici, assistenti sociali,
psicologi, psichiatri, educatori, avvocati,... Comunque, non ci siamo persi
d’animo e abbiamo continuato a prenderci cura dell’assistenza umana e
materiale, degli ambienti di vita e dei pasti, in modo da continuare a offrire
agli ospiti un buon tempo di soggiorno nella Casa. Abbiamo anche assunto una
cuoca per affidarle la gestione della cucina, parte essenziale della Casa:
notando la cura con cui vengono preparati e offerti i pasti, un ospite inizia a
riassaporare il gusto della vita.
Poi s’è presentata l’occasione di collaborare con la
Cooperativa Lella per seguire e aiutare alcuni ospiti offrendo loro la
possibilità di parlare con un avvocato, con degli educatori e con la
psicologa,… Abbiamo apprezzato molto questa collaborazione che ci ha permesso
di risolvere alcune situazioni particolarmente complicate. Così si è pensato di
continuare a camminare insieme incrementando le occasioni di collaborazione
fino ad arrivare alla decisione di affidare a loro la gestione dell’ospitalità
in Casa di Accoglienza, firmando un contratto di comodato d’uso gratuito,
approvato dal Consiglio Diocesano per gli Affari Economici. La parrocchia
continua a fare carità ai più bisognosi, cambia soltanto la tipologia di
persone a cui viene rivolta l’accoglienza.
Nel mese di agosto la Cooperativa Sociale Lella 2001
ONLUS ha iniziato a gestire il refettorio, le stanze per l’Accoglienza e la
mensa per i poveri di passaggio. Naturalmente in queste prime settimane stiamo
vivendo un periodo di rodaggio, ma è già iniziata l’accoglienza di dieci nuovi
ospiti nella nostra struttura. L’entusiasmo da parte di tutti noi è
grandissimo, ma ancora più grande è la gratitudine a tutti voi parrocchiane e
parrocchiani che in questi anni non avete mai fatto mancare la vostra
solidarietà e carità alla Casa di Accoglienza con la preghiera, con il
volontariato, con l’amicizia, con il sostegno affettivo e materiale.
Giustamente la sentite “vostra” e vi chiedo di continuare a sentirla come
tale!!!
Infatti la collaborazione con la Cooperativa Sociale
Lella 2001 ONLUS non significa la resa da parte della parrocchia o il chiamarsi
fuori da un’attività caritativa così importante come l’accoglienza dei più
bisognosi. L’affidamento dell’accoglienza alla Cooperativa, invece, è una
coraggiosa scelta di avanguardia, come ci ha insegnato a fare don Pio in questi
anni: la nostra parrocchia s’è sempre distinta per l’originalità e anche per la
capacità di precorrere i tempi e, in modo particolare nell’ambito della carità,
la nostra comunità cristiana ha sempre offerto risposte generose e geniali alle
esigenze del territorio. Così, parlandone con don Pio, ci siamo detti: perché non
cogliere questa bella occasione di collaborazione e offrire, così, un servizio
che si prenda cura di tutto l’uomo e non solo dei suoi bisogni materiali?
La nostra parrocchia può sicuramente prendersi cura
di alcune situazioni di povertà e continuerà a farlo, ma una Casa di Accoglienza,
per funzionare al massimo delle sue potenzialità, ha bisogno di un lavoro di equipe, di competenze, di formazione, di
professionalità e di volontariato. Abbiamo pensato di condividere le nostre
risorse parrocchiali e di migliorare l’offerta.
Continuerà il servizio della mensa per i poveri di
passaggio, sostenuta dalla carità di ciascuno di noi e continuerà l’accoglienza
dei più bisognosi da parte della Cooperativa. Il servizio di accoglienza sarà
rivolto all’accoglienza di minori in situazione di disagio, come richiesto dal
nostro territorio. Gli ospiti che erano presenti nella Casa di Accoglienza
prima dell’ingresso della Cooperativa Lella, sono stati momentaneamente
trasferiti nelle stanze al piano terra della ex-scuola, che don Pio qualche
anno fa aveva destinato all’accoglienza, in attesa che, con l’aiuto di un
operatore messo a disposizione dalla Cooperativa Sociale Lella 2001 ONLUS, trovino
un appartamento da qualche parte.
Il piano terra della Casa di Accoglienza resta
affidato al gruppo UNITALSI PARROCCHIALE e destinato alle attività
dell’UNITALSI, che riprenderanno appena la situazione COVID – 19 lo consentirà.
Sono sicuro che noi tutti non faremo mai mancare il
nostro sostegno alla Casa di Accoglienza, avvicinandoci e cercando di conoscere
gli educatori e gli operatori, e offrendo loro la nostra collaborazione
generosa per quelle esigenze che si manifesteranno nel corso del tempo.
San Giovanni Battista Piamarta (1841-1913), prete ed
educatore, era solito esortare a “fare il bene bene”. Sul suo esempio, anche
noi vogliamo prendere coscienza delle domande che il nostro tempo ci rivolge e
impegnarci a mettere i nostri talenti a servizio di Dio e del nostro prossimo,
perché ciascuno possa vivere con dignità e anche i più poveri e bisognosi
possano sentirsi protagonisti in grado di donare anche loro qualcosa per il
bene di tutti!
Con gratitudine,
giovedì 16 settembre 2021
Carità fraterna
La carità si fonda sul fatto che siamo tutti fratelli. Così chi riceve sa di avere un tesoro prezioso da donare a colui dal quale riceve (un sorriso, un grazie, un gesto gentile, una buona azione,...), e chi dona sa di ricevere un tesoro prezioso da ognuno di quelli a cui dona!
mercoledì 15 settembre 2021
Profumo
La pastorale è l’odore delle pecore, quell’odore caratteristico dei piccoli stalletti e delle grandi stalle, quell’odore che ti si appiccica addosso e che ti fa sentire fuori posto nei giochi di potere e in mezzo alla gente troppo ripulita; mentre, invece, ti fa sentire al tuo posto quando ti trovi in mezzo agli ultimi, agli emarginati, agli scartati,… L’odore delle pecore è il profumo dell’amore di Dio, quel profumo che ha il potere di collocarti esattamente al tuo posto, l’ultimo, accanto al Cristo che ti ha chiamato a essere suo amico e come Lui servo
lunedì 12 luglio 2021
Educare
Ho l’impressione che non basti emanare leggi per sconfiggere l’inciviltà, l’ignoranza, la discriminazione, l’indifferenza e l’emarginazione, e garantire il rispetto dell’altro in quanto altro. Credo che, invece, sia necessario educare. E l’educare non va mai d’accordo con l’indottrinamento: l’educare, infatti, genera persone alla vita e alla convivenza civile; l’indottrinamento mortifica e crea malumori e rabbie, tensioni e moti di ribellione. In una società come la nostra, sempre più accelerata, il rischio è di optare per l’indottrinamento. Ma tranquilli: è solo una mia impressione!
domenica 4 luglio 2021
E tu?
Ho l'impressione che il problema non sia essere a favore o contro la vaccinazione. Il problema è che c'è qualcuno che si ostina a non voler ammettere che siamo in una situazione di emergenza e che c'è veramente tanta gente che ha sofferto e sta soffrendo. Ammetterlo non significa dover rinunciare a vivere, ma soltanto avere rispetto per le opinioni degli altri e anche per la salute degli altri. La questione non è solo vaccinarsi o non vaccinarsi (è una scelta che ciascuno compie liberamente, e io liberamente ho scelto di vaccinarmi); la questione è non mettere la mascherina quando è richiesto dal luogo o dalla situazione in cui ci troviamo o dalla persona che incontriamo; la questione è non rispettare la distanza di sicurezza; la questione è non evitare di partecipare ad assembramenti; la questione è negare che ci sia un pericolo e mettere sistematicamente in pericolo se stessi e gli altri.
Ricordo
bene che per entrare in alcuni reparti dell'ospedale a visitare parenti o amici
ricoverati era richiesto, anche prima del covid, di indossare camice e
mascherina. Non ci siamo mai opposti: li indossavamo e basta, pur di stare
vicino al nostro parente o amico ammalato. Quando andavamo dal dentista, il
dentista aveva sempre la mascherina mentre ci visitava e dopo la visita
igienizzava tutto per evitare che il paziente successivo rischiasse di
contrarre un'infezione. E noi stavamo lì seduti e sicuri, perché notavamo la
cura per l'igiene da parte del nostro dentista o da parte del medico che ci
stava visitando.
E
così in tanti altri contesti eravamo attentissimi all'igiene e alla sicurezza
per la salute.
Ora
improvvisamente siamo diventati allergici a qualsiasi misura di contrasto al
covid e ci chiediamo addirittura se le mascherine siano efficaci oppure no. E
siamo subito pronti a metterle da parte, semplicemente perché desideriamo
tornare alla normalità. Ma il ritorno alla normalità richiede pazienza e
soprattutto richiede intelligenza e se gli esperti ci raccomandano di essere
prudenti ancora per un po', perché questo “ancora per un po'” non ci dà
sollievo?
Non
ci hanno detto “per sempre”, ci hanno detto “ancora per un po'”.
E
“un po'” vuol dire un tempo breve.
In
questo tempo breve possiamo essere motivo di tranquillità e sollievo per tutti,
rispettando semplici regole di igiene e distanziamento, oppure possiamo rendere
questo tempo estremamente pesante e difficile per tutti, scegliendo come
singoli di vivere come se l'emergenza non ci fosse.
Siccome
amo Cristo, Colui che offre sollievo a ogni uomo, io scelgo di rispettare le
regole.
venerdì 18 giugno 2021
“Se il tuo occhio è semplice” (Mt 6,22)
giovedì 27 maggio 2021
Uomini di Dio
Ne incontro due oggi pomeriggio nel campetto parrocchiale.
sabato 8 maggio 2021
Qui per educare
venerdì 7 maggio 2021
Oggi gioia
martedì 4 maggio 2021
Paura
Siamo propensi a credere nell’esistenza dei più improbabili complotti, perché ci spaventa troppo accettare che nella vita ci siano cose che sfuggono al controllo dell’uomo.
venerdì 30 aprile 2021
25 aprile 2021
giovedì 29 aprile 2021
«… ti circonda di bontà e misericordia» (Salmo 102/103, 4)
Continuando
a leggere, mi accorgo che è il salmo stesso a suggerirmi dove cercare Dio: l’autore,
infatti, lo incontra in situazioni molto concrete: «Come è
tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo
temono…» (102/103, 13).