Sotto
casa sento voci allegre e squillanti.
Ma
che succede?
È il
compleanno di una persona e le stanno facendo gli auguri.
L’allegria
ha attirato la mia attenzione e non ho resistito: mi sono affacciato a guardare,
perché dovevo per forza conoscere il motivo di tanta gioia.
Gesù
dice ai suoi discepoli che con Lui la loro gioia è gioia piena (Gv 15, 11).
Basta
lasciar trasparire questa gioia piena per attirare sguardi, orecchie, cuore,
vite,...
Proprio
com’è successo a me stamattina: la gioia di quelle persone mi ha attirato.
Infatti
in giro è pieno di gente che, incontrando noi cristiani, rimane colpita dalla
nostra gioia, dai nostri sorrisi e dalla nostra cordialità.
Tutti
si chiedono: “Da dove gli viene questa gioia?”.
Come
tutte le mattine, vado in chiesa per celebrare la S. Messa.
In
sacrestia indosso il camice, la stola e la casula.
Emidio
suona la campanella, come tutte le mattine.
Sto
per leggere l’antifona di ingresso, quando la porta laterale si spalanca ed
entra qualcosa di grigio che non distinguo bene perché tra i banchi si muove
agile e rapido. Quando arriva a metà chiesa, capisco che si tratta di un bel
cane grigio, grande, forte e vivace. Ha l’espressione da giocherellone e si
affretta verso l’altare. Mi passa davanti mentre sorrido di cuore, si avvicina
al cero pasquale e poi se ne torna verso il portone.
Chissà
che effetto gli avrà fatto vederci tutti fermi in silenzio a guardarlo!
Lui
sicuramente ha fatto un grande effetto a me: la sua vivacità gioiosa solo per
il fatto di esserci e di essere inseguito dalla sua padrona, come se fosse un
gioco, ha messo in discussione quella tentazione di appiattire tutto, anche la
Messa, in una scontata abitudine.
La
chiamo tentazione, perché la vita non si può mai dare per scontata, non si può
mai ridurre ad abitudine; ogni istante è diverso da quello che lo precede e da
quello che lo segue, eppure noi siamo tentati di considerare scontate molte
cose.
Arriviamo
a dare per scontato perfino l’amore più grande, quello del Cristo!
Così
l’amore di Cristo non ci dice più niente e noi addossiamo la responsabilità
alla Chiesa, ai preti, ai cristiani,… senza mai pensare che potremmo essere noi
ad aver archiviato come scontata la gioia che il Cristo è venuto a donarci.
Mi sa che parliamo
troppo di gioia, ma ne lasciamo trasparire poca.
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