L’esposizione eucaristica è avvenuta da
qualche minuto e mi avvicino all’ambone per iniziare la preghiera. Il lezionario
è aperto e il Vangelo del giorno mi sta davanti. Nel silenzio scorro il testo
con gli occhi e mi fermo su un versetto che sembra messo lì per l’occasione: «Al
vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore,
allontanati da me, perché sono un peccatore”» (Lc 5, 8).
Anch’io adesso sono davanti al Signore.
Anch’io, se sono sincero, devo fare mie
le parole di Simon Pietro: «Signore, allontanati da me, perché sono un
peccatore».
Anch’io con Simon Pietro adesso sono
pronto ad ascoltare la risposta di Gesù: «Non temere; d’ora in poi sarai
pescatore di uomini» (Lc 5, 10).
Ed è come se Gesù mi dicesse: so chi sei, so che sei un peccatore, ma
offro la mia vita per te, ti chiamo a stare con me, sono seduto sulla tua
barca, non ho paura di stare vicino a te.
Ieri sera, Signore, era necessario per
tutti noi incontrarti!
Era necessario vederti salire sulla
nostra barca!
Era necessario che fossi proprio Tu a
chiederci di scostarci un poco da terra (cfr. Lc 5, 3). Non lo avremmo fatto se
ce lo avesse chiesto un altro: la notte era durata troppo tempo e le reti erano
vuote e i nostri cuori erano affannati per la fatica di una lunga veglia.
Ieri sera, Signore, era necessario per
tutti noi ascoltare quel non temere
detto con amore a squarciare, finalmente, le tenebre del dubbio di non essere
amati, di non essere all’altezza, di non essere buoni a stare con te, di non riuscire
a trovarti, a vederti, a seguirti, ad amarti.
Nessun commento:
Posta un commento