«Quando Gesù nasce,
gli angeli cantano in cielo, la Vergine e Giuseppe l’adorano in terra.
Dopo, verranno i
pastori chiamati dall’angelo.
Nessun cenno ai
contadini della stalla.
Che l’evangelista
non li abbia ricordati per una di quelle dimenticanze di cui la povera gente
non s’offende?
I cronisti dei
fatti mondani sanno quale grosso guaio corrono se lasciano fuori un nome.
Al contadino non
importa.
Egli è sempre
presente ad ogni grande avvenimento della storia, ad ogni schiudersi di una
nuova epoca: sempre presente, col suo patire silenzioso, con la sua preghiera,
con la sua fatica.
Non si fa storia
senza di lui, non si ricostruisce senza di lui, non si resiste senza di lui.
È l’uomo di tutte
le trincee, di tutte le avanzate, di tutte le battaglie».
[Tratto
da Il Vangelo del contadino, di don
Primo Mazzolari, edizioni La Locusta, Vicenza, pp. 22-23]
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