È una storia vera che voglio
raccontare. Viveva nel medio evo un teologo famoso, Anselmo, arcivescovo di
Canterbury. Egli venne in lotta con il re d’Inghilterra. Lasciatemi dire
anzitutto un paio di parole di spiegazione. Allora l’Inghilterra era da molto
tempo diventata cristiana. C’erano certamente… sui 150 vescovi. Probabilmente i
vescovi non predicavano, ma ogni vescovo – supponiamo – era rappresentato da 70
preti. C’erano quindi 10.500 preti. Ognuno di questi preti spiegava la domenica
alla sua comunità […] questo: ch’è una beatitudine attenersi soltanto a Dio,
ch’è dovere di ogni uomo di farlo e che Cristo l’ha fatto.
Ora torniamo ad Anselmo. Egli viene
a trovarsi in lotta, come ho detto, col re Guglielmo. La cosa è grave, egli si
è messo in un bel rischio. Così raduna i vescovi per trattare con loro. Essi
gli dicono: «Se tu, come hai fatto finora, vuoi attenerti a Dio… allora noi non
possiamo attenerci a te».
Ma la domenica costoro avevano pure
cantato il salmo: «In Dio soltanto – io pongo tutta la mia fiducia». Il lunedì
invece avevano dato ad Anselmo quella risposta. Eppure in quella risposta c’era
certamente qualcosa di vero: Anselmo non avrebbe potuto attenersi soltanto a
Dio se tutti i vescovi fossero stati con lui.
[dal Diario di S. Kierkegaard]
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