Non fare tutto il
bene possibile. Lascia qualcosa anche agli altri!
A ciascuno è data
una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune (1Cor 12, 7).
Ognuno ha il suo dono da donare al fratello.
Non essere avido e
non accaparrarti tutti i doni! Distruggeresti te e la Chiesa di Dio.
Riconosci il tuo
dono al Signore; sii contento di servire con quello i fratelli. I nostri limiti
ci permettono di entrare in comunione di amore e servizio reciproco,
partecipando nel tempo alla danza eterna di Dio stesso, nel suo respiro vitale
di dare tutto e tutto ricevere.
Quando, fin dall’inizio,
sorse a Gerusalemme il problema della «caritas», gli apostoli capirono meglio
il loro carisma, e lasciarono ad altri il servizio delle mense (At 6, 4).
Quando avrai tante
cose da fare a favore dei fratelli, e non avrai più tempo per dedicarti assiduamente
alla preghiera e al servizio della Parola, preoccupati assai. Significa che non
sei più apostolo e sei venuto meno alla tua chiamata.
Sappi che è carità
verso l’altro anche il non far tutto.
Non umiliarlo con
la tua pretesa onnipotenza.
Sappi che è carità
verso l’altro anche riconoscere il proprio limite. Umiliati, riconoscendoti
nella comune condizione mortale.
Sappi soprattutto
che la più grande carità verso l’altro è condividere la sua impotenza e
annunciargli che Gesù è il Signore mio e suo.
I tuoi due doveri
fondamentali sono parlare a Dio degli uomini e parlare agli uomini di Dio, e
ricordati che il secondo parlare deriva dal primo la sua efficacia.
Ricordati anche che
parlare a Dio degli uomini è più efficace che parlare di Dio agli uomini.
Individuato il tuo
carisma, sii contento che altri facciano altro, senza metterli in questione e
sentirti messo in questione dalla diversità.
Siamo un solo
corpo, ma non un solo membro. La pluralità delle membra è necessaria perché l’unico
corpo viva nell’unico Spirito, che è amore e dono mutuo.
Il tuo servizio ai
poveri è quello di tipo più difficile: è la tua stessa povertà, che ti rende
solidale con loro, capace di testimoniare il Figlio di Dio che si è fatto
nostro fratello.
Hai rinunciato una
volta per tutte a tutto, per essere solidale con tutti e poter annunciare ai
poveri la comune speranza.
Se guardi bene,
vedrai che spesso la tua carità è per tacitare i tuoi sensi di colpa o di
impotenza. Non mancando di nulla o non potendo fare tutto, invece di fare come
il Signore che si abbassò e condivise la nostra sorte, cercherai di alzare gli
altri alla tua. Così mostrerai la tua superiorità e li fisserai nella loro
inferiorità, continuando a dare cose senza più trovare il tempo per annunciare
il Vangelo.
La gente ti
chiederà ciò che tu dai. E tu darai ciò che hai e l’altro non ha.
Per questo, l’unica cosa che tu hai in più dell’altro
sia solo il Signore Gesù, che desidera comunicarsi a lui come a te.
[Silvano Fausti]
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