Questo versetto tratto dal salmo 62
dovrebbe imprimersi nel cuore del discepolo perché gli ricorda continuamente il
motivo del suo camminare dietro Gesù. Non è per conquistare una posizione di
rilievo, né per ricevere riconoscimenti, saluti e onori nelle piazze, né per
essere servito.
A muovere il discepolo è qualcosa di
molto più profondo ed essenziale: il riconoscimento di un desiderio, di un
bisogno, di una necessità simile alle necessità fisiche…
Il salmista lo descrive con un’immagine
molto efficace: la terra assetata.
E
così non possiamo rinunciare a prendere coscienza di ciò che ci fa vivere: «O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti
cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta,
arida, senza acqua» (Sal 62, 2). [dGL]
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