mercoledì 5 marzo 2025

Il bene che mi viene incontro



          Ieri pomeriggio ho visto due ragazzini uscire di casa con un pallone sottobraccio e il primo pensiero che m’è venuto è stato: «Chissà dove andranno a fare danni?».
Subito mi sono ripreso: «Ma che vai a pensare? Sono solo due ragazzini. Vanno a giocare!».
E non c’era davvero motivo di pensar male: era la prima volta che li vedevo e avevano un’aria tranquilla e amichevole. Eppure il primo pensiero è stato questo.
Come mi s’è inquinato lo sguardo e il sentimento al punto da non vedere nei bambini una speranza ma una potenziale minaccia?

Me lo sono chiesto e continuo a chiedermelo.

Probabilmente è l’influenza di quello che vedo e sento tutti i giorni nelle strade o nei telegiornali. Episodi reali che mi spingono poi a pensare che quasi tutti siano animati da cattivi sentimenti o potenziali teppisti.

 
È stato salutare quel campanello d’allarme: «Com’è il mio sguardo verso l’altro?». Non lo conosco, ma già parto col sospetto o con la paura di quello che potrebbe fare, o essere. E m’accorgo che questo modo di vedere e pensare danneggia la speranza e aumenta la mia tristezza e il mio malumore.
 
Qualche giorno fa, ho celebrato il funerale di una signora novantottenne e la prima lettura terminava con il versetto «grazia e misericordia sono per i suoi eletti» (Sap 3, 9). “Eletto” vuol dire amato, e amato è ogni uomo – questo credo come cristiano («Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini, che egli ama» Lc 2, 14).
«Grazia e misericordia sono per i suoi eletti», vuol dire che grazia e misericordia mi sono donate da Dio che mi ama. Me ne accorgo sempre? Dalla mattina alla sera cerco grazia e misericordia? Mi nutro di grazia e misericordia? Mi alleno a riconoscere quanta più grazia e misericordia possibile?
E da lì, non so perché, m’ha trafitto un pensiero legato alle ultime ore della defunta: «Chissà quale sarà stato l’ultima cosa o l’ultima persona su cui si è posato il suo sguardo prima di andare in Paradiso? Per chi sarà stato il suo ultimo pensiero? A chi avrà rivolto la sua ultima parola? E quale sarà stata?».
 
Ma l’ultimo sguardo, l’ultimo pensiero, l’ultima parola, l’ultima carezza, l’ultimo bacio,… può essere ogni sguardo, ogni pensiero, ogni parola, ogni carezza, ogni abbraccio, ogni bacio,… Come faccio a sapere quale sarà l’ultimo? L’ultimo potrebbe anche essere il primo!
 
          E allora oggi, Signore, in questo primo giorno di Quaresima, ti chiedo la grazia di uno sguardo nuovo che s’accorga e goda del bene che gli viene incontro: «Rendimi la gioia della tua salvezza, sostieni in me un animo generoso» (Salmo 50, 14).

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