giovedì 27 marzo 2025

È come quando…

Pietro Annigoni, Giuseppe falegname con Gesù Bambino, Basilica di San Lorenzo, Firenze, particolare

I talenti della parabola (Mt 25, 14-30) non sono qualcosa di essenziale per vivere: altrimenti il servo che sotterra il suo talento, non potrebbe sotterrarlo, ma sarebbe costretto a impiegarlo per vivere.
I talenti della parabola non sono cose che i servi ambiscono di possedere, altrimenti il servo che sotterra il suo talento non penserebbe mai di sotterrarlo, ma andrebbe subito a impiegarlo.
I talenti della parabola non sono cose di fronte alle quali i servi dicevano: «Magari potessi avere anche un solo talento!», altrimenti il servo, ricevendolo finalmente dal padrone, farebbe salti di gioia e non andrebbe a fare una buca nel terreno per nasconderlo (v. 18).
 

Ma anche gli altri servi, che al momento del ritorno del padrone sono così liberi di rimettere nelle sue mani tutto quello che avevano guadagnato, mi fanno pensare che si tratta di cose che essi non ritengono un possesso personale e irrinunciabile.

Nella parabola non si nota tristezza nel restituire al padrone.
È come se di quei talenti ciascuno continuasse a pensare di poterne fare a meno.
È come quando la gente mi cerca e mi chiede un aiuto e io lo faccio, cosciente che avrebbe potuto farlo chiunque, senza bisogno di un talento particolare. E anche un «Grazie!» mi sembra di troppo.
 
E se quei talenti fossero quei doni che ricevo da Dio, dal prossimo, dalla mia storia personale, dalla società, dalle esperienze,... ma che non sento come miei e forse non riesco nemmeno a capire a cosa potrebbero servirmi? Perché sono convinto che per le cose che desidero fare o che mi trovo a fare, avrei bisogno del talento che ha X o Y o Z ma che sento di non avere io...
Eppure in questo presente e in questa situazione mi ci trovo io e non X, Y, Z!
 
Forse è in questo presente e in questa situazione che devo stare con i talenti che ho, o che mi sono stati dati, e andare a impiegarli là dove il presente mi fa capire che servono o dove mi vengono richiesti, senza passare il tempo ad aspettare che arrivino i talenti "giusti" per quello che devo fare o per quello che voglio fare.
 
Proprio stasera mi sono accorto che la felicità la incontro mettendo tutto al servizio e non aspettando i talenti "giusti" per essere felice!

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