Brano su cui pregare: 2Cor
12, 7-10
Grazia da chiedere
Chiedi al Signore la grazia di
contemplare la Sua grazia che ti raggiunge lì dove sei più ferito, più debole,
più vulnerabile!
INTRODUZIONE
ALLA PREGHIERA
Assistiamo qui a un ribaltamento di
prospettiva. La debolezza non come un impedimento, la spina nella carne non
come una disgrazia ma come una porta attraverso la quale si manifesta la grazia
di Dio, la Sua forza, il Suo amore, la Sua misericordia. E se anche la nostra preghiera
è come quella di Paolo (v. 8), il Signore risponde a noi come a Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si
manifesta pienamente nella debolezza» (v. 9).
Ora a noi la scelta di convertirci a
questa parola del Signore e vedere la Sua forza che «si manifesta pienamente nella debolezza» o continuare a fissare la
nostra effettiva debolezza (effettiva, perché chi di noi potrebbe negare una
sua qualche debolezza?).
È innegabile, però, che quella benedetta
debolezza ci ha messi nella condizione di cercare Dio e il prossimo, ci ha
fatti uscire e scoprire che non siamo soli ma tra fratelli e sorelle.
Sicuramente è una debolezza o sono più debolezze dolorose come spine nella carne,
ma se non ci fossero quelle debolezze in cui il buon samaritano ci soccorre e
ci manifesta la sua cura e il suo amore per noi, se non ci fossero quelle spine
a salvarci dalla tentazione di montare in superbia, molto presto ci convinceremmo
di poter fare da soli, di non aver bisogno dell’Altro, né dell’altro. E sarebbe
per noi l’inizio della disperazione: un mondo di solitudine, dove le porte per
uscire fuori e chiedere aiuto o accorgersi dell’amore sono tutte sigillate. Che
noia sarebbe una vita così! Una vita dove nessuno ha bisogno dell’altro: tu non
hai bisogno degli altri ma anche gli altri non hanno bisogno di te.
«Ti
basta la mia grazia» che quando hai una spina nella carne
non finisci mai di contemplarla quella grazia, quella compagnia, quella cura,
quell’amicizia, quella presenza! E anche qui la grazia non ci basta nel senso
che così siamo autonomi e possiamo fare a meno degli altri, ma proprio perché ci
fa riconoscere che Uno ci fa grazia, Uno ci salva facendoci dono di tutto se
stesso. Così è con le nostre spine e debolezze che gli rendiamo la migliore
testimonianza perché è lì che ci siamo sentiti raggiunti e salvati dal Suo
amore senza misura e senza condizioni!
E allora davvero possiamo anche noi
dire con San Paolo: «… quando sono
debole, è allora che sono forte» (v. 10).
INDICAZIONI PER
LA PREGHIERA
-
Ora rileggi il
brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?
-
Fai presente la
tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei…; rivedi tutto a partire
dal brano biblico: cosa dice a te?
-
COME TI TOCCA quello che
comprendi? Quale sentimento ti suscita?
Dialoga con il Signore ed esprimi ciò che desideri dirgli
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