Caro don,
ti ringrazio perché in tutti questi anni
ci sei sempre stato!
Poco tempo dopo che ero nato, tu mi hai
battezzato e poi, di Domenica in Domenica, sei diventato uno di famiglia. Eri un
uomo umile, che sapeva parole grandi e ce le donava gratis; come quella volta
che, durante un incontro di catechesi nella chiesa di San Martino, ci hai detto una parolona che
nessuno di noi bambini aveva mai sentito prima: transustanziazione. E ce l’hai
spiegata così bene che quando l’ho ritrovata in seminario, durante una lezione
di teologia, mi sono detto: «Ah! Ma io questa già la conosco! Me l’ha insegnata
il mio don!». E non puoi sapere quanto è stata grande la mia gioia!
Caro don, per i sentieri di montagna
durante i campi-scuola eri imbattibile e non ti perdevi mai. E a noi sembravi
agile mentre salivi sicuro davanti a tutti, nonostante i tuoi capelli bianchi. Ci
insegnavi il passo giusto per la salita e per la discesa, ci raccomandavi di
stare sempre attenti a non rimanere indietro, ma anche a non lasciare indietro
nessuno. Ci dicevi cosa mettere nello zaino, come pregare, come guardare, cosa
lasciare, … E i tuoi insegnamenti, tanto semplici ed essenziali, ancora me li
ricordo e li tramando ai più piccoli. E ai loro occhi forse sembra che ho cent’anni!
Così mi affretto a chiarire: «Me l’ha insegnato il mio don, quando andavamo al
campo-scuola qualche anno fa…».
E l’amore per la Parola di Dio e la
celebrazione dell’Eucaristia? Anche quello me lo hai trasmesso tu, caro don:
vederti in chiesa a pregare, ascoltarti predicare, vederti celebrare,… mi
faceva venire voglia di scoprire la fonte della tua devozione, del tuo amore
per Gesù. Intuivo qualcosa di grande e mi sono messo a cercare!
Caro don, in oratorio mi colpiva il tuo
sguardo limpido, sincero, sereno! La tua fiducia in Dio e nel prossimo. All’inizio
mi chiedevo: «Ma come fa?». Dopo un po’ ho scoperto che non importa sapere come
fai, ma aver visto che lo fai! Così ora so che anch’io posso fare come te!
Caro don, ti ringrazio perché quando
sono andato all’università e poi in seminario, hai continuato a pregare per me
e hai coinvolto nella preghiera tutta la comunità parrocchiale: mi hai fatto
sentire parte viva della parrocchia, anche se non potevo essere presente come
prima. Grazie per la tua simpatia e il tuo affetto!
Caro don, ti ringrazio per la vita che
hai dedicato allo studio. Le lezioni che tenevi in seminario mi fanno stare in
piedi oggi in parrocchia nella missione di evangelizzare. Ti ringrazio perché
lo studio teologico mi ha aiutato (e mi aiuta) a leggere Dio nella mia storia e
a leggere me nella Sua storia di salvezza!
Caro don, ti ringrazio per le ore e i
giorni dedicati ad ascoltarmi e per il discernimento vocazionale in cui mi hai
accompagnato. Se oggi sono prete, è grazie a te!
Caro don, da quando sono diventato
prete, ti ho guardato con attenzione ancora più grande: dovevo imparare la
carità pastorale. E t’ho visto all’opera e sono rimasto ammirato per le
iniziative, le proposte, la carità, la predicazione,… Mi sembravi infaticabile!
Hai avuto pazienza con me. Chissà come dovevano sembrarti pesanti le mie
lamentele quotidiane, le litanie di cose che non andavano per il verso giusto,
i miei sfoghi e le mie delusioni. Eppure mi guardavi sempre benevolo e poi mi
donavi un racconto della tua vita o della vita di un santo, e lo facevi con una
umiltà che ti consentiva di sciogliermi il cuore e rimettermi in pace!
Caro don, a volte t’ho visto sbagliare. E
ti ringrazio perché non hai cercato di nascondere l’errore. Se tu non avessi
mai sbagliato, al mio primo errore, il ricordo della tua perfezione m’avrebbe
schiacciato. E invece è il ricordo della tua umiltà a rialzarmi!
Caro don, ti ringrazio per aver chiesto
aiuto. Mi hai insegnato che bastare a se stessi, essere autonomi non è un
valore e che la fraternità dei figli di Dio si manifesta proprio nel poter
contare gli uni sugli altri.
Caro don, ti ringrazio perché in questo
cambiamento d’epoca, in questo tempo di incertezza e di difficoltà, continui a
pregare, a predicare, a studiare, a dare consigli, a incoraggiarmi, a
evangelizzare, a dialogare con Dio e col prossimo e a rispondere all’amore di
Cristo. So che lo farai per tutto il tempo della mia vita e te ne sono grato!
Caro don, ti ringrazio perché ci sei
sempre!
Con affetto,
don Gian Luca
[dedicato
a tutti i don che ho incontrato da quando sono nato fino a oggi, e a tutti
quelli che incontrerò nel cammino della vita]