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Particolare di un murales che sta al Molo Sud di San Benedetto del Tronto |
Anni
fa in un cantiere navale vidi una barca bellissima pronta per essere varata.
Passavo
davanti al cantiere tutti i giorni e la barca era sempre là al suo posto.
Avrei
voluto imbarcarmi, tanto mi piaceva quella nave.
Eppure
passavano gli anni e il momento di prendere il mare non arrivava mai.
Un
bel giorno parcheggiai ed entrai nel cantiere.
Mi
avvicinai all’armatore.
Aveva
alle sue dipendenze una grande squadra di tecnici specializzati che
percorrevano lo scafo in lungo e in largo e annotavano sui loro computer ogni
minimo particolare.
Gli
chiesi quando avrebbe preso il mare la sua imbarcazione.
Mi
disse che lui e i suoi collaboratori stavano analizzando i dati del giorno
prima per programmare l’uscita in mare del giorno dopo.
Mi
complimentai con lui per la bellezza della sua barca e gli manifestai il mio
desiderio di assistere al varo. Ci accordammo per il giorno successivo.
Mi
presentai all’ora convenuta e davanti ai miei occhi si ripeté la scena del
giorno prima: tutti i tecnici correvano frenetici avanti e indietro coi
computer e analizzavano i dati per programmare l’uscita in mare del giorno
dopo.
L’armatore
mi disse che il varo era stato rimandato perché le verifiche sul giorno prima
non avevano dato risultati incoraggianti e bisognava riprogrammare tutto da
capo.
Me
ne andai.
Il
giorno dopo, stessa scena e stesse spiegazioni: varo rimandato.
Entrai nel cantiere per qualche mese: ogni giorno davanti a me si svolgeva lo stesso
copione con l’armatore che, allargando le braccia, sembrava dirmi: «Anche oggi
prendiamo il mare domani».
Oggi
la barca è ancora lì, tirata a lucido e rifinita in ogni sua parte.
È
perfetta e non c’è motivo per tenerla ancora in cantiere, eppure è lì, ferma,
con l’armatore che guarda i tecnici che si affannano con le loro analisi in
mano, e corrono avanti e indietro con la
consueta frenesia, ma sempre più demoralizzati e stanchi,…
Rischia
d’essere così la vita di ognuno:
se si impiega tutto il presente ad analizzare il
passato per programmare il futuro, passano i giorni e non se ne vive uno.
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