«Ma Gesù gli rispose: Nessuno che mette mano
all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio» (Lc 9, 62).
Penso che questo
sia un versetto da tenere sempre presente, in particolar modo quando, tenendo
in mano le fotografie del mondo in cui viviamo, ci lasciamo andare a
considerazioni del tipo:
«Una volta le famiglie erano più unite!
Prima del Concilio le funzioni religiose erano più
frequentate!
Ai miei tempi queste cose non succedevano!
È tutta colpa dei genitori che non si prendono cura
dei loro figli!
Le preghiere si imparavano in famiglia!
Si stanno perdendo tutti i valori!...».
Sono tutte esclamazioni
che non ci aiutano ad amare, a guardare serenamente il campo, la vigna in cui
il Signore ci manda OGGI a lavorare. Esse, al contrario, rischiano di
accentuare la distanza tra noi e il prossimo e di scoraggiarci ancora prima di
iniziare a lavorare.
Se ci facciamo condizionare
da tali considerazioni, progressivamente ci convinceremo che per la buona
riuscita della missione è necessario selezionare accuratamente il terreno su
cui gettare il seme e, sempre più incapaci di confidare nella potenza della
Parola di Dio, ci affideremo soltanto alla bontà dei nostri mezzi e delle
nostre strutture, sostituendoci a Dio.
Così la nostra
azione pastorale e missionaria, a lungo andare, non trasmetterà agli uomini il
calore gioioso di una umanità abitata dalla grazia di Dio, ma la meccanica
freddezza di uno schema collaudato da riproporre tale e quale di generazione in
generazione.
In Lc 9,62, colgo un invito a vigilare sul
nostro essere cristiani e a ricordare che abbiamo ricevuto il testimone da chi ci
ha preceduto e siamo mandati ad annunciare il Vangelo all’uomo di OGGI, non a
quello del passato, né a quello del futuro. Nella staffetta non ha senso
volgersi indietro e iniziare a correre in senso opposto rispetto alla mèta; infatti,
oltre a perdere la gara, si vanificherebbe anche l’impegno dei compagni di
squadra!
Signore, aiutaci a essere cristiani del nostro tempo,
contemporanei di ogni uomo, perché, con il cuore colmo di gratitudine per il
dono della fede, non perdiamo tempo ed energie a rimpiangere il passato, ma
corriamo a trasmettere la buona notizia a tutti quelli che incontriamo! [dGL]
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