«Appena si avvicina la sera l’aria sente odore di
minestra, di aglio e di cipolla. Pietro porta con sé, in casa dell’amico,
Severino, il quale ne sembra subito rapito. Lo commuove a tavola il pane con la
croce sulla crosta; il pane è fatto in casa, è buono quando è raffermo di una
settimana, e poiché manca di sale, ha ancora il gusto del grano. Gli ricorda il
pane della sua gioventù» (Ignazio Silone, Il
seme sotto la neve, Mondadori, p. 414).
giovedì 31 ottobre 2019
martedì 29 ottobre 2019
Sì, ma i Santi?
Il nemico del cristianesimo non è il 31 ottobre,
né
la convivenza con altre religioni,
né
le frazioni di tradizionalisti e progressisti.
Il nemico del cristianesimo
è
la mancanza d’amore per il Vangelo,
un tesoro così bello,
un tesoro così bello,
così
santo,
così
buono,
così
eterno,
così
dolce!
L’innamorato
parla solo della sua amata e ne parla con entusiasmo, scegliendo le parole e le
immagini più belle, più preziose, più pure, più delicate!
E
agli occhi degli altri pare un pazzo pazzo d’amore!
In
questi giorni si parla tanto per contrastare zucche e zucchine
e
non si trovano parole per raccontare la bellezza dei Santi
e
delle anime sante,
bisnonni,
nonni,
padri,
madri,
figli,
figlie,
fratelli,
sorelle,
zii,
zie,
amici,
uomini
e donne che occorre ringraziare perché ci siamo,
perché
abitiamo le case che hanno costruito,
perché
professiamo la fede che ci hanno trasmesso,
perché
ci hanno insegnato
a
parlare, a camminare, a guardare, a contemplare,... ad amare,
perché
hanno studiato, inventato, composto sinfonie, canzoni, poesie,...
perché
hanno coltivato la loro zolla di terra
facendone
con la grazia di Dio un giardino
pieno
di fiori colorati e di alberi da frutto!
Mi
sono innamorato di Gesù e dei Suoi amici, i Santi.
Così
è un gesto d’amore andare a messa il 1 novembre ed essere in comunione con
tutti gli amici visibili, la Chiesa terrestre, e con tutti gli amici
invisibili, la Chiesa celeste.
lunedì 28 ottobre 2019
Sperare e non temere
«Una volta, per consolarmi, [il Signore] mi disse con
molto amore di non affliggermi, perché in questa vita non si può essere sempre
allo stesso modo: alcune volte avrei avuto molto ardore, altre sarei stata del
tutto priva di esso, alcune volte mi sarei sentita calma, altre inquieta e fra
tentazioni, ma dovevo sperare in lui e non temere» (S. Teresa d’Avila, Libro della mia vita, Paoline, p. 382).
mercoledì 23 ottobre 2019
Presepe
trovami
casa
è vero
che non è compito del parroco trovare casa ai suoi parrocchiani, ma la sera il
parroco fatica a trovare pace e a sorridere al mondo, perché pensa alla notte
di chi non ha trovato un tetto e ha solo coperte e cartoni.
le ore
del giorno Lazzaro e i Suoi le passano girovagando qua e là, senza una meta,
animati da una debole speranza.
23
ottobre
e fa
ancora caldo.
il clima
sembra avere un po’ di pietà e di compassione, almeno da queste nostre parti.
pietà e
compassione che erode non aveva duemila anni fa
eppure il suo palazzo era maestoso
eppure i
ricchi epuloni banchettavano
dunque i
mezzi per aiutare i miseri non mancavano
che
c’entra adesso erode?
boh
è
arrivato senza bussare
Lazzaro e
i Suoi all’aperto
un’altra
notte
le
stelle, la luna,
e loro pastori erranti.
sono
ancora uomini, loro in ritirata dalla vita, loro che non hanno riparo?
che vuole
farci, padre?
dormitori
non ce ne sono
e con
ogni mezzo si esorcizza il fantasma di case popolari
ci sono
Caritas e Case di accoglienza
figlie di
Compassione e Provvidenza
ma anche
lì a un certo punto i posti mancano
ci
vorrebbe una Confraternita!
ci
vorrebbe un Santo!
un San
Francesco o un San Filippo o un San Camillo
o una
Madre Teresa o un Fratel Ettore
ci
vorrebbe Gesù!
ma anche
Lui
senza permesso
senza prenotazione
senza conto in banca
senza
garanzie,...
senza amici che contano,...
nemmeno
in una grotta o in una stalla.
per Lui
un tetto di luna e di stelle,
coperte e
cartoni al posto della paglia
martedì 15 ottobre 2019
mercoledì 2 ottobre 2019
Cos’è un prete
«Ma un giorno mio padre mi ha fatto questa
domanda: “Dici sempre che vuoi esser prete. Ma sai veramente che cosa è un
prete?”. E allora mi ha mostrato un ritratto del prete che era esattamente l’eco
di quello che io sentivo senza comprendere, di quello che sognavo senza poterlo
esprimere: “Figlio mio, prete ed egoismo non vanno per mano. È impossibile. Un
prete non appartiene a se stesso. Ha una sola ragione di vivere: è di vivere
per gli altri”.
Questo
corrispondeva esattamente a quello che il Signore aveva seminato dentro di me.
Tutta la vita io vivo questo sogno di essere uno con Cristo per aiutare i miei
fratelli a vincere l’egoismo» (Dom Helder Câmara, Il Vangelo con Dom Helder, Cittadella editrice, p. 10).
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