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L'immagine è una icona copta raffigurante la natività, dipinta da Isaac Fanous |
Dalla «Esposizione del Vangelo secondo Luca» di
sant’Ambrogio, vescovo
«Ed avvenne che, mentre si trovavano colà, si
compirono per lei i giorni del parto; e diede alla luce il suo figlio
primogenito, e lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non
c’era posto per loro nell’albergo» (Lc 2, 6 s.).
San Luca descrive brevemente e il modo e il tempo e il luogo ove Cristo nacque
secondo la carne. Se tu però desideri informarti sulla sua generazione eterna,
leggi il vangelo di san Giovanni, che comincia dal cielo per discendere fino
alla terra. Vi troverai descritto sia da quando egli era, sia il modo in cui
era, sia che cosa era, e che cosa aveva fatto, che cosa faceva, e dov’era; e
dove egli venne, in che modo, in quale momento, per qual motivo egli venne.
Giovanni scrive: «In principio era il Verbo»: ecco descritto quando era; «e il
Verbo era con Dio»: ecco il modo. Trovi anche chi era, perché dice: «e il Verbo
era Dio»; che cosa aveva fatto: «tutto fu fatto per mezzo di Lui»; che cosa
faceva: «era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo»; e
dov’era: «egli era in questo mondo»; e dove sia venuto: «venne nella sua casa»,
in che modo sia venuto: «il Verbo si fece carne» (cfr. Gv 1, 1-14). In quale
momento sia venuto, è Giovanni che lo dice, dandogli questa testimonianza:
«Questi è colui del quale io ho detto: “Dopo di me viene un uomo che sta
davanti a me, perché era prima di me”» (Gv 1, 30). E sempre Giovanni attesta
per quale motivo egli sia venuto: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie
il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Se dunque abbiamo appreso l’una e l’altra
nascita di Cristo, e se teniamo presente che uno solo è il soggetto di
entrambe, e che una sola è la causa per cui è venuto – prendere su di sé le
colpe del mondo ormai in sfacelo, per abolire nella sua propria persona, che
non poteva essere vinta, l’infamia del peccato e la morte di tutti – ne
consegue che in questa narrazione anche l’evangelista san Luca ci fa da
maestro, e ci indica le vie del Signore, il quale cresceva secondo la carne.
Nessuno però deve stupirsi se abbiamo detto che l’infanzia di Giovanni fu
omessa per una ragione profonda, mentre ora facciamo notare come sia descritta
l’infanzia di Cristo; non a tutti, infatti, è concesso di dire: «Io mi sono
fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti»
(1 Cor 9, 22); e di nessun altro si può asserire, «che è stato trafitto per i
nostri delitti, è divenuto debole per le nostre iniquità» (Is 53, 5). Per
questo egli volle essere un bambinello, per questo volle essere un
fanciulletto, affinché tu potessi diventare un uomo perfetto; egli fu stretto
in fasce, affinché tu fossi sciolto dai lacci della morte; egli nella stalla,
per porre te sugli altari; egli in terra, affinché tu raggiungessi le stelle;
egli non trovò posto in quell’albergo, affinché tu avessi nei cieli molte
dimore. «Da ricco che era», sta scritto, «si è fatto povero per voi, affinché
voi diventaste ricchi della sua povertà» (2 Cor 8, 9). Quella indigenza è
dunque la mia ricchezza, e la debolezza del Signore è la mia forza. Ha
preferito per sé le privazioni, per aver da donare in abbondanza a tutti. Il
pianto della sua infanzia in vagiti è un lavacro per me, quelle lacrime hanno
lavato i miei peccati. O Signore Gesù, sono più debitore ai tuoi oltraggi per
la mia redenzione, che non alla tua potenza per la mia creazione. Sarebbe stato
inutile per noi nascere, se non ci avesse giovato venire redenti. (dalla
Liturgia Ambrosiana delle ore, Ufficio delle Letture di Natale).