«Così
chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo»
(Lc 14, 33).
Il Vangelo di oggi (Lc 14, 25-33) mi fa pensare a tutti quegli averi che sono parte di me: talenti, abilità, conoscenze maturate con lo studio, con l'ascolto, con l'esperienza,...
Li considero "averi", ma come posso rinunciarci?
E allora penso che rinunciare significhi esercitarmi a considerarli sempre "doni ricevuti" da comunicare, a mia volta, a qualsiasi prossimo perché anch'egli possa trarne beneficio e comunicarli ancora, ancora, ancora,...
Funziona così anche con gli "averi" materiali, ma a questi, che sono ben visibili e non sono parte di me, è più facile rinunciare, no?
Il Vangelo di oggi (Lc 14, 25-33) mi fa pensare a tutti quegli averi che sono parte di me: talenti, abilità, conoscenze maturate con lo studio, con l'ascolto, con l'esperienza,...
Li considero "averi", ma come posso rinunciarci?
E allora penso che rinunciare significhi esercitarmi a considerarli sempre "doni ricevuti" da comunicare, a mia volta, a qualsiasi prossimo perché anch'egli possa trarne beneficio e comunicarli ancora, ancora, ancora,...
Funziona così anche con gli "averi" materiali, ma a questi, che sono ben visibili e non sono parte di me, è più facile rinunciare, no?
