venerdì 4 luglio 2025

Infinito


«A tutto c’è un limite!».
O forse no?
 
Perdo la pazienza e sbotto.
Poi mi giustifico con gli altri e con me stesso: «C’è un limite a tutto!».
O forse no?
 
Cammino e continuo a pensare al limite che sicuramente c’è in molte cose, ma posso davvero dire che c’è un limite in tutte le cose?
 
Appena mi pongo la domanda, comincio a vedere “cose” che non hanno limite.
Ne elenco alcune: l’amore, l’amicizia, la compassione, la misericordia, il perdono, la solidarietà, l’umanità, la giustizia, la mitezza, la comunione, la benevolenza, il soccorso, l’accoglienza, la pace,… il bene.
Tutte “cose” che non hanno limite e appena glielo metto, semplicemente non sono più, scompaiono e non posso dire di essere stato misericordioso, pietoso, benevolo, compassionevole, accogliente,… perché a un certo punto ho messo un limite: «La misericordia sì, ma adesso basta! Altrimenti uno se ne approfitta!».
 
Ora la mia pretesa quale vorrebbe essere?
Quella di non sbagliare più?
Quella di avere pazienza senza limiti? All’infinito?
 
Non ci sono ancora riuscito e forse non ci riuscirò mai.
Però ogni giorno, se voglio, riesco a smontare i limiti che crescono attorno a tutte le “cose” buone che ho elencato sopra; crescono per ragionamento, per orientamento politico, per giudizio, pregiudizio, convenienza, opinione comune, ideologie, notizie,…
Se voglio, riesco a smontare questi limiti e a mantenermi aperto alla possibilità di un “oltre” che mi si manifesta nella carità di un santo, che mi colpisce perché è più grande della mia (quella del Beato Piergiorgio Frassati, ad esempio), nella sua misericordia e cordialità, nella sua diversa visione della realtà,…
 
Se credo nell’amore senza condizioni e senza misura di Dio, non posso mettere un limite all’amore mio e del prossimo e sentirmi giustificato a trattare l’altro con indifferenza perché ha oltrepassato ogni limite, o semplicemente perché non fa parte della mia famiglia. E quando lo tratto con indifferenza, impazienza, mancanza di umanità, mi rendo conto di essere in grave difetto e chiedo perdono.
 
Solo mantenendo illimitato il bene, posso arginare il male ed evitare che dilaghi anche a causa mia, per i miei pensieri, parole, opere e omissioni.