Mi sembra
che le parabole raccontate da Gesù vogliano comunicarmi un messaggio definitivo
e completo e quindi esse non si esauriscono in un determinato tempo, ma
riguardano tutto il tempo della mia vita. Così ogni volta che ascolto la
parabola del buon Samaritano, ne ricevo un’ASSICURAZIONE SULLA VITA!
La mia vita
è un cammino, come quella dell’uomo che, nella parabola, scendeva da
Gerusalemme a Gerico. I briganti che incontra sono tutte quelle esperienze,
situazioni e incontri che possono ferirmi, fino a farmi rimanere mezzo morto.
Mezzo morto MI
VEDONO i passanti.
Io li vedo e
li sento passare, o forse non li vedo e non li sento passare perché sono così
malridotto che ho perso i sensi. Ma essi passano. E sono l’ultima possibilità
di salvezza.
Il pellegrino,
mezzo morto, se la vede brutta e forse pensa che stavolta non ce la farà, forse
pensa che ormai non verrà più nessuno. Forse ha già perso i sensi e non pensa
nulla. Forse è amareggiato e deluso per il male che i suoi simili gli hanno
fatto per portargli via tutto. Forse è arrabbiato con i briganti. Forse li ha
già perdonati. Forse pensa ai suoi che non lo vedranno tornare a casa. Forse è
fiducioso nell’aiuto di qualcuno, o di Dio stesso, che non abbandona i Suoi
figli. Forse sta piangendo, tutto preso nei suoi dolori. Forse…
M’immagino
che a quel pover’uomo possa passare per la testa tutto quello che a me passa
per la testa nelle prove e difficoltà di ogni giorno, nell’ascoltare o nel
vedere o nel subire il male che l’uomo è in grado di compiere. Di fronte al
male non ho sempre la stessa reazione: a volte è solo una di quelle elencate
sopra, a volte sono tutte insieme.
Ma, prima
della fine, la salvezza arriva. E arriva da dove non me l’aspetto: viene Dio stesso
e viene GRATIS. Viene a offrire, a offrire tutto perché io viva, perché mi
giunga la SUA SALVEZZA: «Questo è il mio corpo,
che è dato per voi; fate questo in memoria di me. […] Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue, che è versato per voi» (Lc 22, 19-20).
Il
Samaritano buono mi porta in salvo, si prende cura di me, mi affida alle cure
dell’ospedale da campo (la Chiesa), fino al suo ritorno: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno» (Lc 10, 35).
Se tutta la
parabola parla della mia vita, la parabola mi dà anche UN’ASSICURAZIONE SULLA
VITA: ogni volta che sono mezzo morto, ci sarà sempre anche UNO che mi vedrà e
mi si farà prossimo. E quell’UNO sarà il Cristo o uno di Cristo: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10, 37).
Perciò,
nella vita MAI DISPERARE! Non disperare neanche quando ti rendi conto dell’indifferenza
di quelli da cui la compassione te l’aspetti. MAI DISPERARE: anche quando il male
t’ha ridotto in fin di vita; prima della fine arriva infallibile la SALVEZZA:
Alzo gli occhi verso i
monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
3 Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d'Israele.
5 Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
6 Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre
(Salmo 121/120).
Quanti briganti e quante ferite in
ogni vita!
Ma quante volte, mezzo morto, il
Cristo mi ha salvato!
Quante volte mi sono gettato io nelle
mani dei briganti, pensando che fossero miei benefattori! E Cristo, anche
allora, è sceso nell’abisso più profondo del mio peccato per SALVARMI!
Ogni parabola non è un caso isolato
raccontato da Gesù; ogni parabola, invece, è la BUONA NOTIZIA del Vangelo, la BUONA
NOTIZIA che è ieri, oggi e sempre, la BUONA NOTIZIA che cambia tutto in risurrezione,
cambia il lutto in gioia:
«O notte beata,
tu sola hai meritato di
conoscere il tempo e l’ora
in cui Cristo è risorto
dagli inferi.
Di questa notte è stato
scritto:
la notte splenderà come
il giorno,
e sarà fonte di luce
per la mia delizia.
Il santo mistero di
questa notte sconfigge il male,
lava le colpe,
restituisce l’innocenza
ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
Dissipa l’odio,
piega la durezza dei
potenti,
promuove la concordia e
la pace.
O notte veramente
gloriosa,
che ricongiunge la
terra la cielo
e l’uomo al suo creatore!»
(dall’Annunzio pasquale che si proclama nella Veglia Pasquale,
Messale Romano).
Perciò il farsi prossimo, prima che
essere comandamento per me, è amore di Dio per me!