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Foto prese da www.ancoraonline.it |
INTRODUZIONE
“L’amore
è l’unica strada” – Questo titolo
l’abbiamo deciso insieme Francesco e io mentre, completata la realizzazione di
alcune stanze, ci dicevamo che sarebbe stato bello condividere con tutta la
comunità qualche pensiero, qualche emozione, qualche cosa di bello,… e cercando
un titolo abbiamo scelto: “L’amore è l’unica strada!”. Siamo entrati nel triduo
pasquale pieni della luce emanata da un versetto dell’Evangelista Giovanni: «Gesù… avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò
fino alla fine» (Gv
13, 1). E abbiamo vissuto il triduo pasquale percorrendo con Gesù la Via
dell’amore, la via della Passione, Morte, Risurrezione! La VIA di Gesù è una
via da cui non vorrei mai staccarmi, una via che non vorrei mai perdere, la via
della vita è una via di amore fino alla fine! Quando sono su questa via, mi
sento amato e portato, e così, a mia volta, amo e porto, e il cammino lo sento
leggero, leggero come la musica, di questi amici della Picenorchestra, leggero
come la danza, di queste amiche della Scuola di Danza “Danza è…”, leggero come
la Risurrezione raffigurata nel quadro di Francesco che troviamo sull’altare,
leggero come il nostro Papa Francesco
che nel tempo della sua missione ha testimoniato la gioia del Vangelo, la gioia
dell’Amore, offrendoci il suo esempio perché facessimo anche noi con lui e con
Cristo altri passi sulla strada dell’amore, passi che non avevamo ancora mai
fatto e, a volte, nemmeno pensato!
Il tempo che vivremo qui in chiesa e poi
nelle sale è un tempo di preghiera, un tempo di grazia, contemplando l’amore,
un tempo di memoria e ricordo dei santi e di tutti i buoni testimoni che abbiamo
incontrato nel tempo della nostra vita. Ricordiamo in modo particolare il Papa,
che oggi è andato in Paradiso, e tutte le persone che ogni giorno con la loro
vita buona ci incoraggiano a cercare il bene e a vivere facendo il bene! Buona
preghiera, buon ascolto e buona visione!
RIFLESSIONE
C’è un brano nella prima Lettera di San
Paolo Apostolo ai Corinzi, un brano in cui l’apostolo parla di una via più
sublime (1Cor 12, 31), una via accessibile a tutti e non solo a chi ha dei doni
o dei carismi o dei poteri particolari, una via desiderabile perché corrisponde
pienamente alla nostra identità e vocazione, ma non sempre desiderata perché
non corrisponde alla mia ambizione, alle attese del mondo, alla mia vanità e
vanagloria! Ho visto e vedo camminare su questa via più sublime tutte le
persone significative per la mia vita. Ho visto che le persone sono diventate
significative nella mia vita, proprio perché camminavano su questa via più
sublime. Ci camminavano come ci cammino io, con le loro fragilità e difetti,
con i loro errori e peccati, ma non si stancavano di tornare sulla via più
sublime, quando si accorgevano di essersi distratti o di esserne usciti. Questo
mi ha reso curioso, mi ha messo in cerca della via più sublime, ha fissato la
mia attenzione, la mia ricerca, ha reso la mia ricerca sicura, nel senso che mi
dicevo e mi dico ancora: «come
l’hanno trovata loro, la troverò anch’io!».
Ascoltiamo allora il nostro amico Paolo:
«Se parlassi
le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,…»
LETTURA
DEL TESTO DALLA BIBBIA (1Cor 12, 31 - 13, 13)
«Se parlassi
le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità…
… non sarei nulla
… a nulla mi servirebbe»
Penso sempre che San
Paolo, prima di essere San Paolo, era Saulo e poi Paolo, e che tutte quelle
esperienze che elenca, le ha cercate e vissute, arrivando a un certo punto a
ritrovarsi a terra, cieco. E s’è sentito un nulla. E in quel momento ha accolto
Gesù, la VIA!
Forse si tratta di
un’esperienza che abbiamo già fatto anche noi, forse è un’esperienza che
dobbiamo ancora fare. Ma sicuramente è qualcosa che quando ci capita ci manda
in crisi: sembra che tutto ciò che prima aveva valore, ora non conti più nulla,
che tutto ciò per cui fino a un momento prima vivevamo, ora non ci dia più
nessuna motivazione per continuare.
Siamo caduti, siamo
ciechi….
«E allora, vi
mostro la via più sublime»
La via la si può
indicare solo a qualcuno che ha perso la strada o non la conosce proprio. Per
Paolo c’è stato Anania. Per noi, oggi, Paolo!
Da buon amico, che
ci è passato prima di noi, Paolo ci prende per mano e ci guida come i suoi
compagni di viaggio avevano guidato lui fino a Damasco, quando egli era cieco e
da solo non avrebbe potuto proseguire il cammino.
La carità, l’amore.
Ecco la via più
sublime! Ecco la via migliore di tutte!
«La carità è
magnanima, benevola è la carità…»
Ecco cosa ho visto. Ecco cosa mi è
piaciuto nella Chiesa, nella comunità cristiana. Ecco cosa mi è rimasto
impresso e non si cancella mai. Ecco cosa andavo cercando e cosa ho continuato
a cercare. Ecco perché sono nato: nato per amore, nato per amare! E amare per
sempre: «La carità non avrà mai fine»
Qualche giorno fa, una
bambina entra in chiesa con sua Nonna. La osservo mentre dice qualcosa e sente
l’eco della sua voce: non la smette più di parlare. Ricordo don Domenico che,
nel Duomo di Ripatransone, mi raccontava questa stessa cosa e diceva che era
normale: i bambini piccoli in chiesa sentono la loro voce che ritorna nell’eco
e continuano a parlare, perché si meravigliano. Questo effetto per noi
facilmente spiegabile è per loro tanto misterioso.
Ora che ci penso,
per me la chiesa è rimasto il luogo dove quando parlo qualcuno mi risponde e io
allora continuo a dialogare. Anche per me, all’inizio, sarà stato semplicemente
l’eco della mia voce, poi è stato un dialogo con le immagini o con i corpi dei
santi: mia Madre mi racconta che da piccolo, nella chiesa della Marina, mi
rivolgevo a Santa Urbichetta, ben visibile in una teca sotto uno degli altari
laterali, e le raccomandavo: «Copriti, ché così senti freddo!».
A un certo punto,
però, ho scoperto che oltre a quell’eco, oltre a quelle mie parole di bambino,
davvero c’è un dialogo con Qualcuno che mi ascolta e mi parla. E mi parla
parole d’amore, di benevola misericordia, di tenerezza!
La chiesa di Cristo
Re mi invita, ci invita tutti, a rimanere in dialogo con Dio, coi Santi, col
mio prossimo, col popolo di Dio di cui faccio parte, con ogni uomo!
I murales della
scuola sono in continuità con quanto vedete qui in Chiesa: don Bosco, la
Madonna col Bambino, S. Francesco, Madre Teresa, Cristo Re e San Giorgio sono
tutti soggetti che sono stati “ripresi” da questa nostra chiesa parrocchiale, a
sottolineare il legame tra l’Eucaristia che celebriamo e tutte le attività di
catechesi, oratorio, laboratorio, incontro, festa, gioco, vita,…
L’unico soggetto
“nuovo” che troviamo è il Beato Carlo Acutis, che presto sarà canonizzato,
testimone adolescente dell’amicizia con Gesù e della vita buona del Vangelo!
Sono tutte persone
vive!
Persone che ci
accompagnano e ci incoraggiano. Persone che ci ispirano a percorrere la via
dell’amore, l’unica strada della vita! La via di Gesù!
In questi giorni mi
è capitato di leggere in un libro di Luigi Santucci un bel dialogo tra Cristo, la
Vita e la Morte. Lo scrittore immagina questo dialogo nel sepolcro. Cristo
dice: «Sì, il
miracolo è solo questo. Chiunque ami gli altri come io li ho amati, dopo morto
tornerà vivo» (Luigi Santucci, Una vita di Cristo, San
Paolo).
E proprio lo vediamo
vivo nel quadro realizzato da Francesco e qui esposto. Lo vediamo vivo, mentre
ci viene incontro come nel Vangelo che abbiamo ascoltato nella messa di oggi: «Ed ecco, Gesù venne loro incontro e
disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo
adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei
fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Francesco nel presentare l’opera per
una mostra ha scritto: «Il Cristo, dipinto nell’opera, è un Cristo Risorto,
Gesù che viene verso di te con le braccia aperte, un abbraccio per dirti:
“Tranquillo, non aver paura: io sono qui”».
Concludo con una parola di San Luigi
Orione che vi invito a tenere sullo sfondo oggi e, se possibile, ogni giorno:
penso che con queste parole lui abbia voluto trasmettere ai suoi il segreto
della vita.
«Com’è bello e santo vivere
fraternamente così; di questa fede, di questa vita, di questo amore: amarci
così, come si ama in Paradiso!
Era questa la fede e l'amore dei Santi»
(San Luigi Orione).
Se ricordiamo con devozione i Santi e
se ricordiamo con affetto, amicizia e commozione Papa Francesco, e tante
persone come i nostri Nonni o i nostri amici che già sono in Paradiso, è perché
accanto a loro abbiamo vissuto un anticipo di Paradiso!
Cerchiamo dunque la vita, cerchiamola
nell’unico luogo in cui possiamo trovarla: nell’amare Dio e il prossimo!
L’amore
è l’unica strada!
[In occasione dell'inaugurazione dei murales realizzati nelle stanze dell'oratorio della Parrocchia Cristo Re, 21 aprile 2025]
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