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Josip Botteri Dini, Il Samaritano, Chiesa di Cristo Re, Porto d'Ascoli |
Leggendo la
parabola del buon Samaritano (Lc 10, 25-37), rimango colpito da due parole di
Gesù che rimandano il dottore della Legge alla sua vita.
Quando il
dottore della Legge espone il comandamento dell’amore: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua
anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come
te stesso» (Lc 10, 27), Gesù gli dice: «Hai
risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Al termine del
racconto della parabola, quando il dottore della Legge è invitato a tirare le
conclusioni e dice che il prossimo è chi ha avuto compassione dell’uomo
aggredito dai briganti, Gesù dice: «Va’ e
anche tu fa’ così» (Lc 10, 37).
Il dottore della
Legge chiede a Gesù che cosa deve fare per ereditare la vita eterna. Gesù gli
risponde con indicazioni riguardanti il suo presente: «… fa’ questo e vivrai»; «Va’
e anche tu fa’ così». Le risposte di Gesù mi fanno pensare all’eternità
come qualcosa che è già in atto nella nostra vita terrena: amare Dio con tutto
il cuore e il mio prossimo come me stesso vuol dire condividere quell’amore di
Dio che è da sempre e che si esprime nel creato, nella storia, nella vita
d’ogni giorno, nell’eternità.
Il primo passo dell’uomo
per entrare nella vita eterna è riconoscersi amato da Dio.
Nella parabola
del buon Samaritano balza all’occhio la violenza dei briganti che aggrediscono
un uomo in cammino e lo lasciano mezzo morto sulla strada. Balza all’occhio il
comportamento di un sacerdote e di un levita che vedono e passano oltre.
«Ma come si può passare oltre e lasciarlo lì a
morire?».
«È un sacerdote il primo che passa! È un levita il
secondo!».
E via con l’indignazione
e con i giudizi!!!
E via con il malumore
per un mondo che non funziona per colpa di briganti sempre più violenti e di
sacerdoti e leviti che se ne vanno per la loro strada indifferenti …
Ma questo
malumore crescente ci distrae dal gesto di un uomo che vede e ha compassione.
Nel mondo ci sono briganti e persone talmente piene di impegni da non potersi
fermare, persone insensibili e sorde ai bisogni dei più piccoli e deboli.
Ma nel mondo ci
sono persone come quel Samaritano.
Esistono tanti
buoni Samaritani e ognuno di noi, una volta o l’altra, li ha incontrati. Eravamo
come quell’uomo mezzo morto e qualcuno ci ha soccorso, ha dedicato a noi il suo
tempo e il suo cuore. Dobbiamo riconoscere che eravamo mezzi morti e che
saremmo morti del tutto, se quell’uomo non fosse passato per la via e non ci
avesse raccolto.
Pensiamo alla
gratitudine che fiorisce nel nostro cuore quando qualcuno ci fa del bene in
modo gratuito e inaspettato. Ci prende una gioia che ci fa guardare tutto con
fiducia e speranza! Ci viene voglia di far qualcosa per ricambiare il bene
ricevuto e rendere tutto ancora più bello!
Sono convinto che l’uomo della parabola, una
volta guarito, abbia scelto come regola di vita di andare e fare come il buon Samaritano,
che aveva incontrato sulla via da Gerusalemme a Gerico! [dGL]
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