giovedì 18 luglio 2019

Il primo passo dell’uomo

Josip Botteri Dini, Il Samaritano, Chiesa di Cristo Re, Porto d'Ascoli
Leggendo la parabola del buon Samaritano (Lc 10, 25-37), rimango colpito da due parole di Gesù che rimandano il dottore della Legge alla sua vita.

Quando il dottore della Legge espone il comandamento dell’amore: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso» (Lc 10, 27), Gesù gli dice: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

Al termine del racconto della parabola, quando il dottore della Legge è invitato a tirare le conclusioni e dice che il prossimo è chi ha avuto compassione dell’uomo aggredito dai briganti, Gesù dice: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10, 37).

Il dottore della Legge chiede a Gesù che cosa deve fare per ereditare la vita eterna. Gesù gli risponde con indicazioni riguardanti il suo presente: «… fa’ questo e vivrai»; «Va’ e anche tu fa’ così». Le risposte di Gesù mi fanno pensare all’eternità come qualcosa che è già in atto nella nostra vita terrena: amare Dio con tutto il cuore e il mio prossimo come me stesso vuol dire condividere quell’amore di Dio che è da sempre e che si esprime nel creato, nella storia, nella vita d’ogni giorno, nell’eternità.

Il primo passo dell’uomo per entrare nella vita eterna è riconoscersi amato da Dio.

Nella parabola del buon Samaritano balza all’occhio la violenza dei briganti che aggrediscono un uomo in cammino e lo lasciano mezzo morto sulla strada. Balza all’occhio il comportamento di un sacerdote e di un levita che vedono e passano oltre.
«Ma come si può passare oltre e lasciarlo lì a morire?».
«È un sacerdote il primo che passa! È un levita il secondo!».
E via con l’indignazione e con i giudizi!!!
E via con il malumore per un mondo che non funziona per colpa di briganti sempre più violenti e di sacerdoti e leviti che se ne vanno per la loro strada indifferenti …

Ma questo malumore crescente ci distrae dal gesto di un uomo che vede e ha compassione. Nel mondo ci sono briganti e persone talmente piene di impegni da non potersi fermare, persone insensibili e sorde ai bisogni dei più piccoli e deboli.

Ma nel mondo ci sono persone come quel Samaritano.

Esistono tanti buoni Samaritani e ognuno di noi, una volta o l’altra, li ha incontrati. Eravamo come quell’uomo mezzo morto e qualcuno ci ha soccorso, ha dedicato a noi il suo tempo e il suo cuore. Dobbiamo riconoscere che eravamo mezzi morti e che saremmo morti del tutto, se quell’uomo non fosse passato per la via e non ci avesse raccolto.

Pensiamo alla gratitudine che fiorisce nel nostro cuore quando qualcuno ci fa del bene in modo gratuito e inaspettato. Ci prende una gioia che ci fa guardare tutto con fiducia e speranza! Ci viene voglia di far qualcosa per ricambiare il bene ricevuto e rendere tutto ancora più bello!

Sono convinto che l’uomo della parabola, una volta guarito, abbia scelto come regola di vita di andare e fare come il buon Samaritano, che aveva incontrato sulla via da Gerusalemme a Gerico! [dGL]

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