martedì 28 aprile 2015

Oggi leggi (112)

Mc 16,14-20. Da Te inviati a tutto il mondo perché chi crede sia salvato. La Tua presenza ci sostiene e ci rende forti!

lunedì 27 aprile 2015

Oggi leggi (111)

Mc 16,9-13. Annunciamo il Risorto che abbiamo incontrato, che ci ha perdonato, che ci ha sanato, che ci ha rialzato, che ha riacceso il nostro cuore!

sabato 25 aprile 2015

Oggi leggi (110)

Mc 16,1-8. Il dolore per la morte di Gesù, la tristezza, la paura, lo stupore e, infine, la gioia grande sapendo che è vivo ed è con noi per sempre!

venerdì 24 aprile 2015

Oggi leggi (109)

Mc 15,40-47. La morte non è una pietra tombale a sigillo di una vita, ma è il momento del passaggio all’eternità.

giovedì 23 aprile 2015

Lupi tra gli agnelli

Don Placido si era accorto che i lupi, da qualche tempo, avevano cominciato a camuffarsi da agnelli per poter girare e agire indisturbati, anche alla luce del sole. Riuscivano persino a belare così bene che si faceva gran fatica a riconoscerli.

Il prete, però, s’era fatto furbo e aveva preso l’abitudine di offrire a chi incontrava qualche foglia di lattuga.

Di fronte alla sua mano tesa, i lupi subito digrignavano i denti.
Gli agnelli mansueti, invece, s’avvicinavano a mangiare. [dGL]

Oggi leggi (108)

Mc 15,33-39. Dalle tre del pomeriggio di quel giorno, Ti riconosciamo negli uomini e nelle donne che soffrono. Per loro ti preghiamo: sostienili e rafforzali nella prova.

mercoledì 22 aprile 2015

Oggi leggi (107)

Mc 15,29-32. Gesù, accettare di rimanere sulla croce è per me battaglia di ogni momento; ma soprattutto è l’occasione che mi è data per rimanere con Te per sempre!

martedì 21 aprile 2015

lunedì 20 aprile 2015

Oggi leggi (105)

Mc 15,21-23. Possiamo portare con Te la croce se Ti seguiamo e impariamo da Te a donare la nostra vita.

sabato 18 aprile 2015

Oggi leggi (104)

Mc 15,16-20. Ti guardo e mi commuovo: davvero «l’amore è un re privo di potenza» (C. Bobin) che da noi si lascia flagellare e crocifiggere.

venerdì 17 aprile 2015

Oggi leggi (103)

Mc 15,12-15. L’invidia ci rende a tal punto ciechi e sordi da condannare a morte gli innocenti.

giovedì 16 aprile 2015

Oggi leggi (102)

Mc 15,6-11. Quando stiamo alla presenza di Gesù, vengono alla luce le intenzioni più nascoste; così anche l’invidia diventa manifesta.

mercoledì 15 aprile 2015

Oggi leggi (101)

Mc 15,1-5. C’è un silenzio che rivela, più di tante parole, un amore senza misura e fino alla fine.

martedì 14 aprile 2015

Tra la gente

Don Placido ascoltava sempre tutti, ma poi usciva di casa e andava in strada, tra la gente a respirare ciò di cui gli avevano parlato. [dGL]

Oggi leggi (100)

Mc 14,66-72. Può succederci di rinnegarti, Signore, ma Tu non stancarti di donarci il pentimento, inizio del ritorno a Te.

sabato 11 aprile 2015

Oggi leggi (99)

Mc 14,61-65. Insegnaci, Signore, a uscire dai nostri schemi per conoscere chi sei e riconoscerti nostro Dio.

venerdì 10 aprile 2015

Oggi leggi (98)

Mc 14,55-61. La condanna è già stabilita. Gesù tace, non si difende, ma è fermo nella Sua fiducia nel Signore che non lo abbandona.

giovedì 9 aprile 2015

Oggi leggi (97)

Mc 14,53-54. Forse anch’io da lontano, ma non posso fare a meno di seguirti. Senza di Te, Gesù, tutto è freddo.

mercoledì 8 aprile 2015

Oggi leggi (96)

Mc 14,48-52. La Tua Pasqua, Gesù, ci insegna che ogni soffrire può diventare un luminoso offrire.

martedì 7 aprile 2015

Lasciate

Nell’ufficio di don Placido, la catechista argomentava piena di zelo: «… e poi, anche Gesù una volta disse ai suoi discepoli: “Lasciate che i bambini buoni vengano a me!”».

Il sorriso spontaneo che al prete sfuggì di rimando, ebbe sulla donna l’effetto di un uragano su un mare già in tempesta …

«Mi chiedo che cosa c’è da ridere!», sbottò indispettita.

«Scusami», le disse don Placido con tono paterno, «So bene che la cosa ti sta a cuore, però non irritarti. Gesù disse semplicemente: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite …” (Mc 10,14). A noi, discepoli, Egli non chiede mai di dividerli in buoni e cattivi, ma di avvicinarli tutti a Lui. Perciò, accogliamo sempre con gioia i più piccoli e aiutiamoli a incontrare Gesù! Questo basta». [dGL]

Oggi leggi (95)

Mc 14,43-47. Se non ci fossero il tradimento e l’abbandono, non comprenderemmo che il dono di Gesù non è semplicemente un dono, ma è un perdono (cfr. B. Maggioni).

lunedì 6 aprile 2015

Lumen fidei

Don Placido aveva sempre con sé una scatolina di fiammiferi.

Gli servivano per accendere le candele in chiesa o per scaldarsi le dita quando sentiva troppo freddo; non di rado, però, accendeva un fiammifero quando le situazioni in cui si trovava erano immerse in un buio così fitto da far paura.

La piccola fiamma non illuminava a giorno, ma diradava le tenebre di quel tanto che bastava a dargli il coraggio di muover qualche passo e riprendere il cammino. [dGL]

Oggi leggi (94)

Mc 14,37-42. Signore, il Tuo offrirti per la nostra salvezza ci scuota dal sonno e ci muova ad alzarci e venire con Te!

venerdì 3 aprile 2015

Con gli occhi di Pietro…

Ogni cosa era pronta perché si cominciasse con le preghiere rituali e la cena.
Ma non appena tutti ci eravamo seduti al nostro posto, Gesù si alzò.

Non era chi presiedeva il pasto a doversi alzare se mancava qualcosa, e noi facemmo come per disporci a rendere il servizio per il quale Egli si era alzato.

Pieni di stupore, Lo vedemmo deporre le vesti, e ancora più meravigliati, Lo vedemmo cingersi di un asciugamano, prendere un catino, riempirlo d’acqua e mettersi a fare il giro della tavolata per lavare i piedi a ciascuno di noi, asciugandoli con l’asciugamano. Lo faceva con una strana concentrazione. I suoi gesti erano lenti e calibrati. Mostrava grande attenzione nel lavare i piedi dalla polvere della strada, e con la stessa cura li asciugava.

Noi Lo fissavamo quasi impietriti, e poi nervosamente ci guardavamo gli uni gli altri. Non sapevamo come reagire, come interpretare tutto questo. Lasciavamo fare perché non capivamo. Ognuno attendeva dagli altri una reazione, senza avere il coraggio di prendere l’iniziativa per primo.

Io sentivo gli occhi degli altri concentrarsi su di me man mano che Gesù mi si avvicinava.

Era già in ginocchio davanti a me e si preparava a immergere il mio piede nel catino. D’istinto mi ritrassi: «Signore, tu lavi i piedi a me?» (Gv 13,6).

Mi aspettavo da Lui una risposta vivace; forse la desideravo perché mi aveva sempre amato con correzioni severe. Ma il Suo volto, mentre stava in ginocchio ai miei piedi, manifestava l’espressione di calma e di tristezza che aveva avuto fin dall’inizio di quella cena pasquale. La Sua estrema dolcezza mi sbalordì: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo. Se non ti laverò, non avrai parte con me» (Gv 13,7-8).

Mi resi conto di non aver mai lavato i piedi del mio Maestro; non ci avevo mai pensato, eppure avrei potuto farlo. Avevo sempre rispettato le usanze: erano i servi e le donne a svolgere questo compito. Ora era troppo tardi; era stato il Maestro a desiderare di lavarmi i piedi, non viceversa. Gesù non aveva bisogno che io gli lavassi i piedi. Io sì.

Improvvisamente fui preso dalla stessa sensazione di indegnità che avevo provato dopo la pesca miracolosa, quando avevo gridato: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore!» (Lc 5,8). Ma quella volta avevo visto la potenza del mio Maestro, ora invece lo vedevo farsi servo, l’ultimo dei servi!

Che voleva dire la sua mitezza, la sua umiltà?
Mi resi conto che Gesù era così, che Gesù era questo, che nel corso dei tre anni vissuti insieme, Gesù non era mai stato altro che questo: un servo umile ai piedi degli uomini, e ai miei.

Avevo sempre fissato la mia attenzione sulla sua potenza, sulla sua maestà, sulla sua gloria confermata dai miracoli. Mi chiedevo perché Gesù non sfruttasse meglio i suoi poteri, perché si nascondesse dopo i miracoli; perché chiedesse di tacerli, di non divulgarli.

Non capivo il perché, ma intuivo, con un’ombra di terrore, che Gesù era questo. Ero come sospeso sull’orlo di un abisso. Finora mi ero sentito in cammino verso un destino di potenza e di vittoria; seguire Gesù era per me come salire su una montagna: sapevo che prima o poi ci sarebbe stata una vetta.

Di colpo compresi che il destino che Gesù  mi offriva non era un traguardo di gloria, ma un abisso di umile amore di cui non vedevo il fondo. Sentii allora un enorme desiderio di gettarmici con tutta la mia persona: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!» (Gv 13,9).

[Giovedì Santo 2015 – rielaborazione personale di un testo tratto da Simone chiamato Pietro di Mauro Giuseppe Lepori]

mercoledì 1 aprile 2015

Il legno per attraversare il mare

Se uno vedesse da lontano la patria e ci fosse di mezzo il mare, egli vedrebbe dove arrivare, ma non avrebbe come arrivarvi. Così è di noi… Scorgiamo la meta da raggiungere, tuttavia c’è di mezzo il mare di questo secolo…

Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi volevamo andare… e ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo…

Non abbandonare dunque la croce, e la croce ti porterà. [Sant’Agostino]

Oggi leggi (93)

Mc 14,32-36. Signore, insegnaci a pregare con fiducia: «Sia fatta la Tua volontà».