martedì 30 giugno 2020

Beato sei tu

“A te darò le chiavi del regno dei cieli,...” (Mt 16, 19).

Eppure tu, Pietro, non andavi in giro con quelle magnifiche chiavi, né con segni distintivi in mezzo a tutti gli altri. Fosti anche condotto in catene, come un ladrone, come il tuo Maestro. Alla fine ti crocifissero, proprio perché non avevi l’aureola... ché quando uno ha l’aureola ben visibile sulla testa, perfino i pagani hanno paura di crocifiggerlo. Ma tu, Pietro, non fai paura; ti si avvicinano gli agnelli e ti si avvicinano i lupi, come si avvicinano al tuo Maestro Gesù, il Cristo. Quel Messia che tu e gli altri discepoli avete riconosciuto, non perché aveva un’aureola ben visibile sulla testa, ma perché, chiamati, umilmente vi siete accostati a Lui, avete scelto di conoscerlo, avete accolto il Suo invito a seguirlo. Neanche noi cristiani dopo il Battesimo abbiamo l’aureola sulla testa, ben visibile a tutti, eppure quel Battesimo ci dà una dignità nuova: siamo tutti Figli del Padre nostro celeste, siamo tutti sacerdoti, re e profeti, siamo un popolo santo, siamo Santi, come Dio è Santo! E per fortuna non abbiamo corone o aureole sulla testa per distinguerci dagli altri: così noi cristiani non corriamo il rischio di rispettare, accogliere e amare solo i “nostri”, ma rispettiamo, accogliamo e amiamo tutti quelli che incontriamo, da qualsiasi nazione o cultura vengano, a qualsiasi popolo appartengano. Per noi son tutti fratelli e sorelle; noi accogliamo tutti come figli del Padre nostro, come sacerdoti, re e profeti! [dGL]

venerdì 26 giugno 2020

Mi guarisce

Il Vangelo di oggi (Mt 8,1-4) è miracoloso. “Molta folla” (Mt 8, 1) segue Gesù e diventa testimone oculare di un miracolo straordinario, la guarigione di un lebbroso. Ma Gesù raccomanda al lebbroso di non dire niente a nessuno e di andare al tempio a mostrarsi al sacerdote e a presentare l’offerta, “prescritta da Mosè” (Mt 8, 4). Leggendo e rileggendo il brano, mi sono chiesto qual è il motivo del silenzio imposto da Gesù all’uomo guarito. Sicuramente si tratta del segreto messianico, ma forse c’è anche un altro motivo. Incontrare Gesù salva, non il sentirne soltanto parlare. C’è Gesù tra la folla e il lebbroso. La folla segue Gesù e quindi si ritrova alle sue spalle; il lebbroso sta davanti a Gesù e, prostrandosi, gli rivolge la sua preghiera. Non basta sentir parlare di Gesù, è necessario mettersi a cercarlo e poi incontrarlo e poi mettersi a seguirlo, come fanno la folla e il lebbroso. A salvarci è l’esperienza che facciamo di Gesù stando con Lui, seguendolo come la folla o guardandolo come il lebbroso. La folla impara che il farsi prossimo è proprio del vero uomo da Gesù che è vero Dio e vero uomo. Il lebbroso impara da Gesù, vero Dio e vero uomo, che la prossimità, l’amore senza misura per ogni creatura è proprio di Dio e proprio dell’uomo. Lo impara ricevendo la purificazione e la guarigione che va cercando. Da un lebbroso la folla impara a pregare: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi” (Mt 8, 2). “Se vuoi”, mi rivela che per il lebbroso Gesù è e rimane il Signore, anche se non riceverà la guarigione. Riconosco qui la gratuità della fede in Dio: “Va bene anche soltanto aver ricevuto il Tuo ascolto, il Tuo sguardo; sapere che mi vedi e che mi senti, mi basta, Signore”. Il Vangelo mi apre gli occhi e mi fa desiderare la condizione del lebbroso e di ogni persona che vedo in una situazione di bisogno: c’è qualcosa che mi attrae in ognuno dei protagonisti del Vangelo di oggi. La folla che segue Gesù mi attrae perché sta seguendo Gesù e vorrei essere lì, in mezzo a loro. Gesù mi attrae perché è capace d’amare sempre e di prendersi a cuore ognuno. Il lebbroso mi attrae perché ha fede in Gesù e sa pregare! Il Vangelo è sempre miracoloso: se gli credo mi guarisce! [dGL]

giovedì 18 giugno 2020

Luce del mondo

Su un lampadario ci sono molte lampadine,

ma ne funziona soltanto una.

La guardo brillare.

Fa tutta la luce che le è possibile e non perde luminosità,

anche se è rimasta sola a illuminare la stanza.

Così è il cristiano

giovedì 11 giugno 2020

In quel tempo

In quel tempo caratterizzato dal Covid19 e dalla domanda su come evangelizzare con guanti e mascherina, disse Gesù ai suoi apostoli:

«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni.

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.

In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi» (Mt 10,7-13, Vangelo di oggi, Memoria di San Barnaba apostolo).