sabato 28 marzo 2020

WORD ATTACK - V Domenica di Quaresima (anno A)

V Domenica di Quaresima - Anno A

Prendiamo il Vangelo, due fogli di carta, una matita, qualche colore e... mettiamoci all'opera!!!


venerdì 27 marzo 2020

L’amore del Signore

«Se gli uomini conoscessero che cosa è l'amore del Signore, folle intere accorrerebbero a Lui, e il Signore rivivificherebbe tutti con la sua grazia. Il Signore ama molto il peccatore pentito, e lo stringe con amore tra le sue braccia: "Dov'eri, figlio mio? Da molto tempo ti aspetto". Il Signore chiama tutti a sé con la parola del Vangelo: "Venite a me tutti voi che siete affaticati e stanchi, e io vi darò riposo". Venite e bevete l'acqua viva. Venite e vedete che Io vi amo e non voglio che neppure una delle mie pecore si perda. Ma per una sola pecora che vada dispersa il Pastore va sui monti per cercarla in ogni luogo e ritrovarla».
[Silvano del Monte Athos, Ho sete di Dio, Piero Gribaudi editore]

mercoledì 25 marzo 2020

Neve


«E un giorno... un giorno, ecco che la neve ha cominciato a cadere e dopo tutte quelle ricerche, quelle preghiere che forse non osavo formulare, che restavano segrete nel fondo del mio cuore, ecco che un giorno, raccogliendo un fiocco di neve, vedendo la sua perfezione, la sua bellezza, la differenza con tutti gli altri, ho avuto (oh, non è un ragionamento!) ma ho avuto come un'intuizione che c'era qualcuno dietro il più piccolo fiocco di neve! C'era tanta bellezza, grandezza e tanta diversità nello stesso tempo per una cosa così effimera che bisognava bene che ci fosse una intelligenza, un pensiero, un amore anche dietro quel piccolo fiocco di neve, che si era fuso appena lo avevo preso in mano. Ma allora, se quel fiocco di neve - e ancora una volta, non è un ragionamento, non vi porto delle prove - era una manifestazione di qualcosa di più bello, di più grande, di sconosciuto ancora, mi dicevo: allora tu non sei una bestia, non sei frutto del caso. Quel Dio... forse, esiste... e se esiste... Non credevo neppure ancora che Egli esistesse, ma mi dicevo che se quel Dio esisteva, Egli doveva riconoscermi, doveva amarmi. Presentivo qualcosa di simile a quella parola della Bibbia che Dio stesso ha messo sulla sua propria bocca: “Perché hai valore ai miei occhi e io ti amo...”». [Jacques Loew]

Se volete, nel link qui sotto potete leggere la Conferenza di Jacques Loew da cui è tratta la citazione. Buona lettura!




lunedì 23 marzo 2020

Di mattino, quando era ancora buio


Caro Teofilo*,
il tempo che stiamo vivendo ci chiede di affinare lo sguardo per riconoscere la Presenza di Dio là dove viviamo: nella nostra casa. Non possiamo uscire, se non per necessità e questo forse ci ha fatto pensare che, non potendo andare in chiesa, ora non possiamo professare la nostra fede.

Accantoniamo definitivamente questo pensiero!

Noi cristiani siamo certi che Dio è presente in ogni tempo e in ogni luogo e vogliamo cogliere l’occasione di questi giorni per riscoprire che la fede è la nostra vita. Saremo ancora più attenti del solito per cercare nelle nostre case e nel nostro quotidiano quegli spazi e quei tempi in cui Dio ci si fa prossimo, ci si fa accanto. Scopriremo, così, che non solo Dio è presente nei tempi e negli spazi in cui lo abbiamo riconosciuto, ma Egli è realmente presente in ogni spazio e in ogni tempo, anche quando non ce ne accorgiamo.
Egli è sempre con noi!

Dio è realmente presente in ciascuno di noi, fin dal giorno in cui ci ha formati nel grembo di nostra madre, fin dal giorno del nostro concepimento.

Dio è sempre con noi per benedirci, cioè per ricordare continuamente a noi, che siamo un po’ scordarelli – come mi diceva bonariamente una suora – che siamo fatti per le opere buone, belle, giuste, vere e sante.
Dio ci benedice, cioè ci ricorda che siamo stati creati per essere amati e amare!
Sentirci benedetti ci fa contenti!

Dunque, Dio è la nostra gioia!!!

Se le nostre azioni sono innervate dalla certezza che Lui ci ama, la nostra gioia è piena, anche se nessuno si accorge di quello che facciamo, anche se nessuno ci dice grazie, anche se siamo nel segreto della nostra camera (leggi Mt 6).

Caro Teofilo,
da qualche giorno ormai, tu ed io ci siamo addentrati con Gesù nel deserto.
E nel deserto abbiamo dovuto lasciare gradualmente tutto ciò che appesantiva il cammino, o lo avrebbe reso più difficile e pericoloso per noi e per gli altri (abbiamo dovuto rinunciare anche a uscire di casa per il bene nostro e… del mondo intero!!!).

Pensa che roba: il destino del mondo, dipende dalle mie scelte personali e dalle tue. Con la nostra attenzione e con le nostre rinunce possiamo salvare la vita di altri, possiamo sostenere il sacrificio di chi nelle corsie degli ospedali sta lavorando notte e giorno anche per me e per te, per garantirci la possibilità di essere curati e guariti.

Per amore di Dio e del prossimo e per amore della vita, che Dio ci ha donato, tu ed io oggi stiamo nel deserto con Gesù!
E ci stiamo, come Gesù, nella piena disponibilità a riconoscere che la nostra vita e quella di ogni altro sono connesse e siamo membra vive dello stesso corpo (leggi 1Cor 12, 12-27)!

Siamo nel deserto e abbiamo con noi soltanto l’essenziale, cioè le cose che sono legate in modo indissolubile alla nostra vocazione alla santità.
Cosa abbiamo con noi?
Abbiamo Dio e il nostro prossimo.
Il resto, tutto il resto, lo abbiamo lasciato, o abbiamo dovuto lasciarlo.

Ci è stato chiesto di modificare le nostre abitudini e di farci bastare l’essenziale, l’indispensabile, stando bene attenti a fare – e anche a dire – solo ciò che è necessario.

In questo deserto su chi possiamo contare?
Solo su Dio e sul nostro prossimo.

Tutte le mattine, aprendo la chiesa, penso a Maria Maddalena che si recò «al sepolcro di mattino, quando era ancora buio» (Gv 20, 1) e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Penso a lei e a Pietro e Giovanni che hanno visto il sepolcro aperto e vuoto. Hanno potuto riconoscere il Signore risorto solo contemplando e facendo memoria della Sua Parola di vita e di tutto ciò che Egli aveva vissuto con loro!

Il Vangelo di Giovanni racconta di due angeli in bianche vesti che, da dentro il sepolcro, chiedono alla Maddalena: «Donna perché piangi?» (Gv 20, 13). Poco dopo, anche Gesù chiede alla Maddalena: «Donna perché piangi? Chi cerchi?» (Gv 20, 15).

Oggi viene rivolta a me e a te la stessa domanda:
«Perché piangi? Chi cerchi?».

Nel deserto stiamo sentendo fame e sete di Dio.
Stiamo comprendendo che senza di Lui davvero non possiamo stare.
L’angoscia e il senso di impotenza, che proviamo leggendo le notizie o i dati della Protezione Civile, ci stanno rivelando quanto è essenziale e consolante la Compagnia di Gesù.

Naturalmente ci vengono le lacrime agli occhi ripensando a quando ci trovavamo insieme come comunità cristiana per celebrare Messe o vivere momenti di preghiera o partecipare a processioni. Ci manca quel ritrovarci nel portico della nostra chiesa, dopo la Messa della Domenica, a scambiarci allegramente qualche impressione sulla settimana vissuta o sulla partita della Samb o sulle attività parrocchiali o di quartiere. Ci manca il vociare festoso dei ragazzi in oratorio e l’allegria delle partitelle nel campetto parrocchiale. Ci mancano anche le chiacchierate fino a tarda notte nella pineta della parrocchia, sotto lo sguardo vigile di San Giuseppe e della Madonna di Lourdes.

Ma quante volte Cristo Risorto era al nostro fianco e noi non facevamo caso alla sua Presenza? (leggi Lc 24, 13-35).

Per la Maddalena quel giorno fu necessario rimanere, dialogare, ascoltare per riconoscere il Suo Gesù nell’uomo che le era sembrato il custode del giardino (Gv 20, 16).

Quante volte abbiamo lasciato Gesù in chiesa, e non lo abbiamo riconosciuto nella nostra casa in quel familiare che viveva con noi, lavorava per noi, offriva la vita per noi? Quante volte siamo passati oltre di fronte a un povero, pensando in cuor nostro: «Non è compito mio»?

Eppure era il Cristo (leggi Mt 25, 31-46).
Quello stesso Cristo che avevamo ricevuto poco prima partecipando alla S. Messa e che ora ci chiedeva di restituirgli la visita accogliendo nel nostro cuore il povero, il piccolo, l’ultimo, l’emarginato, il sofferente, il debole, il carcerato, il malato,…

Ora non possiamo uscire, ma il Cristo è in casa con noi!

Forse stiamo riscoprendo la bellezza di un momento di preghiera vissuto come famiglia davanti al Crocifisso o a una icona, con un lumino acceso, con la Bibbia aperta per ascoltare la Parola di Dio. Ascoltiamo il Vangelo, preghiamo un salmo o una decina di Rosario e sentiamo il Cristo Risorto che ci rassicura: «Non temere» (Lc 5, 10) e «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10, 11) e ancora «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10, 28-30).

Caro Teofilo,
spesso durante queste giornate, assistendo con grande dolore alla morte di ognuno dei nostri fratelli e sorelle colpiti dalla malattia o da altri mali, mi ritrovo a dire:
«Se non c'è il Paradiso, tutto questo non ha senso»,
oppure «Se Dio non esiste, tutto questo non ha senso»,
oppure «Se non ci fosse il Vangelo, tutto questo sarebbe insostenibile e quindi invivibile».

Il Vangelo ci soccorre anche nello smarrimento più grande, anche quando la tempesta sembra farci affondare. È proprio allora che sento il mio cuore, vicino a quello dei discepoli di Gesù. Il mio grido al Signore, lo ritrovo nel loro. Mi pare di sentirli mentre urlano tutti insieme, dando voce allo sconforto che li prende: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (Mc 4, 35-41). Più volte al giorno gridiamo al nostro Dio: «Salvaci, Signore, siamo perduti!» (Mt 8, 23-27), oppure «Maestro, maestro, siamo perduti!» (Lc 8, 22-25). Anche questo fa parte della nostra fede: lottare con Dio, riferirci a Lui in ogni momento, chiedergli di soccorrere la nostra umanità con la luce del Suo Spirito. È aver fede dire a Lui la nostra rabbia, la nostra delusione, lasciandogli lo spazio per rispondere e manifestare la Sua misericordia, la Sua salvezza: «Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia» (Mc 4, 39).

Che grande tesoro è la fede!
Possiamo essere spogliati di tutto, anche della vita, ma di Cristo no.
Egli non permette che siamo spogliati di Lui perché sa bene che senza di Lui, noi non possiamo vivere (leggi Rm 8)!

E allora come camminare oggi nel deserto?
Camminiamo tenendo fisso lo sguardo, il cuore, la vita su Gesù.
Certi della Sua Compagnia, continuiamo ad avanzare, passo dopo passo, verso la Pasqua!
Continuiamo a sostare dove Egli sosta in preghiera, in pianto, in gioia!
Continuiamo ad amare come vediamo che Lui ama!
Continuiamo a essere poveri, obbedienti, casti, miti e umili di cuore, proprio come Lui è povero, obbediente, casto, mite e umile di cuore!
E continuiamo a fidarci di Dio e del prossimo, gli unici che abbiamo sempre con noi!

O Teofilo,
lo Spirito Santo ci illumini e ci aiuti a perseverare nella fede, nella speranza e nella carità! Cristo è risorto!

«Il Signore sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!» (2Tm 4, 22).

Il tuo amico Gian Luca

*Teofilo significa “amato da Dio”, “caro a Dio”. Rivolgendomi a Teofilo, mi rivolgo a tutti gli uomini e le donne, perché tutti siamo cari a Dio!

domenica 22 marzo 2020

Il Vangelo del giorno - Quarta Domenica di Quaresima (Anno A) - Gv 9, 1-41

Lettura del Vangelo e spunti di riflessione e preghiera


Pasqua


«Era il giorno di Pasqua quando, terminati i vespri celebrati nella grande chiesa dell’Intercessione della Santa Vergine, ritornavo alla mia cella presso il mulino e sulla strada vidi un operaio. Quando gli fui vicino, mi chiese di dargli un uovo. Io non ne avevo, e tornai al monastero e ricevetti dal mio padre spirituale due uova. Ne detti uno all’operaio; ma quando egli mi disse che erano in due, gli diedi anche il secondo uovo, e allontanatomi mi misi a piangere di compassione per tutti coloro che sono poveri ed ebbi pietà di tutto il mondo e di ogni creatura.
Un’altra volta, pure a Pasqua, mentre mi dirigevo dalla porta principale del monastero verso la nuova cappella della Trasfigurazione, vedo correre verso di me un bambino di circa quattro anni con un bel visetto – la grazia di Dio risplende nei bambini piccoli –. Avevo un uovo e lo detti al bambino. Egli ne fu felice e corse da suo padre a mostrargli il dono. E per questo gesto così piccolo ricevetti da Dio una grande gioia, e amavo ogni creatura in Dio, e lo Spirito santo riempì della sua armonia l’anima mia. Giunto alla mia cella, per la compassione verso il mondo, pregai a lungo Iddio con lacrime».
[Silvano del Monte Athos, Ho sete di Dio, Piero Gribaudi editore]

venerdì 20 marzo 2020

«Vivere, non vivacchiare» (Beato Piergiorgio Frassati)

«Cercate il Signore
e avrete la vita».
[Antifona tratta dall’Ufficio delle letture di venerdì 20 marzo 2020]

mercoledì 18 marzo 2020

18 marzo 2020 - Il Vangelo di oggi

Qualche pensiero sull'amore di Dio a partire dal Vangelo di Matteo (5, 17-19).
Ci lasciamo aiutare dall'ascolto di Gv 3, 16 e Rm 8, 31-39 e dalla contemplazione del dipinto di Sieger Köder raffigurante Gesù Buon Pastore.
Buon ascolto!



La gioia di credere

«Noi crediamo alla gioia,
il che non si riduce a dare prova di ottimismo.
Ci sembra che la gioia cristiana,
quella che il Signore chiama “la mia gioia”,
consista nel credere concretamente
che noi sempre e dovunque
abbiamo tutto ciò che è necessario per essere felici».
[M. Delbrel, La gioia di credere]

martedì 17 marzo 2020

Signore misericordioso

«Signore misericordioso, quanto è grande il tuo amore per me peccatore!
Tu hai voluto che io Ti conoscessi, hai voluto che io gustassi la tua grazia: “Gustate e vedete come è buono il Signore” (Sal 33, 9). Mi hai fatto gustare la tua bontà e la tua misericordia e insaziabilmente, giorno e notte, l’anima mia è attratta verso di Te. L’anima non può dimenticare il suo Creatore, poiché lo Spirito divino gli dona le forze d’amare Colui che ama; essa non può saziarsi, e desidera instancabilmente il suo Padre celeste».
[Silvano del Monte Athos, Ho sete di Dio, Piero Gribaudi editore]

sabato 14 marzo 2020

Mio Signore


Ore 20.15
Chiudo la Chiesa.
M'affaccio sul sagrato.
La piazza è deserta.
Nel grande silenzio
prego
e Ti chiedo,
mio Signore,
che dietro ogni finestra
la gente, tutta la gente,
credente e non credente,
stasera e tutte le sere
sia in pace e non abbia timore. Amen

giovedì 12 marzo 2020

Credo


«“Credo nel sole, anche quando non splende; credo nell’amore, anche quando non lo sento, credo in Dio, anche quando tace”.
(Scritta sul muro di una cantina di Colonia, dove alcuni ebrei si nascosero per tutta la durata della guerra)»
[Zvi Kolitz, Yossl Rakover si rivolge a Dio, Adelphi].

martedì 10 marzo 2020

Per amore di Cristo e del Suo Corpo che è la Chiesa


Cari parrocchiani,
come state?

So che siete molto dispiaciuti perché non si può partecipare alla S. Messa della Domenica e nemmeno a quella dei giorni feriali, ma vi assicuro che noi preti stiamo pregando per tutti voi ogni giorno e in particolare nella S. Messa che celebriamo in forma privata don Pio e io.

Gesù si fa particolarmente vicino a ciascuno di noi per incoraggiarci e per toglierci tutte le ansie e le paure legate all’incertezza del nostro presente.
È Lui stesso a dircelo: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20).

In questi giorni cerchiamo di ripetere frequentemente questa Sua Parola.
Gustiamo il sapore di questa Sua continua Presenza in ogni situazione e in ogni luogo.
Guardiamo la luce che sprigiona questa Sua Parola e viviamo col cuore acceso e infiammato da questa luce!
È la luce di Cristo!
È la luce della Risurrezione!
Questa luce mai si spegne e nella notte di Pasqua, accendendo il cero pasquale, ancora la vedremo risplendere, più viva e più calda che mai!
E canteremo a Cristo Risorto con tutta la voce, con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la gioia di cui saremo capaci!!!

Sapete, cari parrocchiani, che fino al 3 aprile le scuole saranno chiuse e che i provvedimenti di sospensione delle attività aperte al pubblico riguardano anche la partecipazione alla S. Messa (feriale e festiva), gli incontri di catechesi, il servizio pomeridiano offerto dai volontari dell’UNITALSI nel salone della nostra Casa di Accoglienza, il circolo ricreativo per gli anziani, le attività della San Vincenzo, il servizio mensa offerto dalla Casa di Accoglienza ai poveri di passaggio e tutte le altre attività svolte in oratorio o negli ambienti parrocchiali.

Scrivendovi, mi rendo conto di quante cose belle offriamo gratuitamente e di come nel corso degli anni questa Parrocchia è diventata un punto di riferimento per tutto il tessuto sociale e per tutti gli uomini di qualsiasi provenienza e religione, grazie all’opera instancabile dei preti, delle suore, della gente che s’è impegnata a fare e dare il suo meglio per il bene di tutta la comunità.

È commovente trovarsi oggi a considerare tutto questo e a ringraziare il Signore per il cammino che ancora siamo chiamati a compiere insieme, preti e laici, «un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4, 4-6).

Non ci perdiamo d'animo, cari parrocchiani,
e continuiamo a pregare e sperare e operare perché presto tutto torni alla normalità!

Viviamo questi giorni e questo tempo con grande amore per la vita nostra e del nostro prossimo, accettando di buon grado il sacrificio di stare a casa e uscire il meno possibile, non come una imposizione, ma come una scelta di amore e di cura verso chi è più debole o più a rischio di ammalarsi e morire (anziani e persone con problemi di salute).

E preghiamo, cari parrocchiani!!!

Intensamente preghiamo per Papa Francesco, per il nostro Vescovo Carlo e per tutti i Vescovi e sacerdoti, perché Dio li sostenga sempre nell’esercizio del loro ministero di guida del Popolo di Dio!
Preghiamo per i nostri governanti nazionali, regionali, provinciali, locali, in particolare per il Presidente della Repubblica Mattarella, per il Presidente del Consiglio Conte, per il Ministro della Salute Speranza e per tutte le autorità civili e militari coinvolte nella gestione di questa emergenza: Dio illumini tutti con la Sua grazia perché possano prendere le decisioni migliori per il bene nostro e di tutto il Paese!
Preghiamo per il personale medico, per gli infermieri e per tutti gli ammalati e per i loro cari!
Preghiamo per il Capo della Protezione Civile e per tutti i volontari impegnati nel sostegno a chi sta vivendo una situazione di particolare disagio a causa del CORONAVIRUS o di altre emergenze.
Preghiamo per tutti gli uomini e le donne che abitano con noi questa terra perché possano vivere nel rispetto e nell’amore reciproco e fare così la volontà di Dio!
E, infine, preghiamo per tutti i defunti e per i loro familiari, che avranno anche il dolore di non poter vivere il funerale sentendo il calore e la vicinanza fisica di parenti e amici.

Questo sarà il nostro modo speciale di vivere una Santa Quaresima, più intensa del solito, ma come al solito caratterizzata da digiuno, preghiera ed elemosina per amore di Cristo e del Suo Corpo che è la Chiesa!

Fede e fiducia in Dio sempre!!!
Dio vi benedica e vi custodisca nel Suo amore!!!

don Gian Luca, parroco di Cristo Re

Solo per oggi

«Solo per oggi,
cercherò di vivere alla giornata,
senza voler risolvere il problema della mia vita, tutto in una volta.

Solo per oggi,
avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà;
non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno;
non pretenderò di migliorare, o disciplinare nessuno, tranne me stesso.

Solo per oggi,
sarò felice, nella certezza che sono stato creato per essere felice;
non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi,
mi adatterò alle circostanze,
senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.

Solo per oggi,
dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona,
ricordando che, come il cibo è necessario alla vita del corpo,
così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.

Solo per oggi,
compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi,
farò almeno una cosa che non desidero fare,
e, se mi sentirò offeso nei miei sentimenti,
farò in modo che nessuno se ne accorga.

Solo per oggi,
mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò.
E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione.

Solo per oggi,
crederò fermamente, nonostante le apparenze,
che la buona Provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo.

Solo per oggi,
non avrò timori.
In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà.

Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe, se pensassi di doverlo fare per tutta la vita» [Giovanni XXIII]

lunedì 9 marzo 2020

L’Italia chiamò!


Fratelli e sorelle,
«Stringiamci a coorte» (Inno di Mameli),
cioè mettiamo da parte le divisioni
e uniamoci per fronteggiare insieme l'emergenza!

L'unione fa la forza, dicevano i nostri avi!

Siamo tutti capaci di unità!
Crediamoci e combattiamo insieme il CORONAVIRUS!!!

sabato 7 marzo 2020

Fede e fiducia in Dio sempre!

Cari amici,
in questi giorni stiamo tutti cercando di vivere in modo responsabile e civile questa situazione di emergenza dovuta al diffondersi del CORONAVIRUS.

Cerchiamo di evitare i luoghi affollati e di mantenerci in contatto con le persone care e con i vicini di casa tramite telefono o messaggio. Incoraggiamoci a vicenda, preghiamo gli uni per gli altri e stiamo in comunione spirituale con tutti.
Confidiamo in Dio e speriamo!

Soprattutto preghiamo per Papa Francesco, per il nostro Vescovo Carlo e per tutti i Vescovi: essi, infatti, hanno ruoli di grande responsabilità nei confronti del gregge che gli è stato affidato e hanno bisogno di tutto il nostro sostegno e di tutta la nostra simpatia e affetto in un momento tanto delicato!

Preghiamo per i nostri governanti nazionali, regionali, provinciali e locali, in particolare preghiamo per il presidente della Repubblica Mattarella e per il presidente del Consiglio Conte, per il Ministro della Salute Speranza e per tutti i politici: chiediamo al Padre e al Figlio di illuminarli con la grazia dello Spirito Santo perché esercitino la loro responsabilità di governo in modo vero, buono e giusto e prendano le decisioni necessarie per il bene nostro e di tutto il Paese!

Preghiamo per il personale medico, per gli infermieri e per tutti gli ammalati e per i loro cari. Preghiamo per tutti gli uomini e le donne che abitano con noi questa terra perché possano vivere nel rispetto e nell'amore reciproco e fare così la volontà di Dio, che noi cristiani conosciamo molto bene: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso" (Lc 10, 27)!

Tutto questo noi cristiani possiamo farlo sempre:
a casa o in Chiesa,
in tempi di pace e in tempi di guerra,
in tempi di salute e in tempi di malattia,
nella buona e nella cattiva sorte!

FEDE E FIDUCIA IN DIO SEMPRE!

Dio vi benedica e vi custodisca sempre!

don Gian Luca

Compagnia di Gesù

«Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». [Gesù, Mt 28, 20]

venerdì 6 marzo 2020

La serenità

«Sei calmo: capisci tutto; porti tutto…
Capisci anche quello che gli uomini
non dicono: leggi nelle loro menzogne;
sai quanto valgono le nostre vanterie
e le nostre minacce.
Tieni sul palmo l’inutilità del nostro recalcitrare:
sai dove conducono le nostre strade: hai già disposto
un bene permanente sui beni effimeri che ci strappi;
hai segnato la vittoria del bene sulle vittorie del male.
Sei calmo, sotto un volto sfigurato dal male:
il vittorioso in veste di vinto:
sei la libertà crocifissa, la santità insultata.
Ti sei lasciato prendere dalla tua creatura…
Io ti ho legato, schiaffeggiato, inchiodato.
Ma il tuo cuore è rimasto spalancato
come le tue braccia, e tu mi ami lo stesso e di più.
Ti ho tolto tutto, e tu, dalla croce, dai il Regno
al ladrone, a colui che non ha potuto tenersi nulla
del molto che aveva rubato.
E in quello strazio, tu attendi
che coloro che ti hanno spogliato e crocifisso,
si lascino amare». [don Primo Mazzolari, La mia miseria, la Tua misericordia. Preghiere, EDB]

giovedì 5 marzo 2020

Imitatori di Cristo

«Poiché il modello, ad immagine del quale siete stati fatti, è Dio, procurate di imitare il suo esempio. Siete cristiani, e col vostro stesso nome dichiarate la vostra dignità umana, perciò siate imitatori dell’amore di Cristo che si fece uomo». [Dalle «Omelie» di sant’Astèrio di Amasea, vescovo]

mercoledì 4 marzo 2020

IL SEGNO DELLA CROCE

«Quando fai il segno della croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l’animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Allora tu lo senti: ti avvolge tutto, corpo e anima, ti raccoglie, ti consacra, ti santifica.
Perché? Perché è il segno della totalità ed è il segno della redenzione. Sulla croce nostro Signore ci ha redenti tutti. Mediante la croce Egli santifica l’uomo nella sua totalità, fin nelle ultime fibre del suo essere.
Perciò lo facciamo prima della preghiera, affinché esso ci raccolga e ci metta spiritualmente in ordine; concentri in Dio pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera affinché rimanga qui in noi quello che Dio ci ha donato. Nella tentazione, perché ci irrobustisca. Nel pericolo, perché ci protegga. Nell’atto della benedizione, perché la pienezza della vita divina penetri nell’anima e vi renda feconda e consacri ogni cosa.
Pensa quanto spesso fai il segno della croce. È il segno più santo che ci sia. Fallo bene: lento, ampio, consapevole. Allora esso abbraccia tutto l’essere tuo, corpo e anima, pensieri e volontà, senso e sentimento, agire e patire, e tutto diviene irrobustito, segnato, consacrato nella forza di Cristo, nel nome del Dio uno e trino». [Romano Guardini, Lo spirito della liturgia. I santi segni, Morcelliana]

Nostro fratello

«Beata l’anima che ha amato l’umiltà e il dolore e ha odiato i pensieri malvagi.
Beata l’anima che ama il fratello, perché nostro fratello è la nostra vita.
Beata l’anima che ama il fratello; dentro di essa vive sensibilmente lo Spirito del Signore, e la riempie di pace e di gioia, ed essa geme per tutto il mondo». [Silvano del Monte Athos, Ho sete di Dio, Gribaudi 2007]

martedì 3 marzo 2020

Amore disarmato

«La guerra più dura è la guerra contro se stessi:
bisogna arrivare a disarmarsi.
Ho perseguito questa guerra per anni
ed è stata terribile, ma ora sono disarmato,
non ho più paura di niente,
perché l’amore scaccia il timore;
sono disarmato della volontà di avere ragione,
di giustificarmi squalificando gli altri.
Non sono più sulle difese,
gelosamente abbarbicato alle mie ricchezze;
accolgo e condivido, non ci tengo particolarmente
alle mie idee,
ai miei progetti;
se uno me ne presenta di migliori,
o anche di non migliori ma buoni,
accetto senza rammaricarmene.
Ho rinunciato al comparativo.
Ciò che è buono, vero, reale,
è sempre per me il meglio.
Ecco perché non ho più paura.
Quando non si ha più nulla, non si ha più paura.
Se ci si disarma, se ci si spossessa,
ci si apre a Dio che muove tutte le cose;
e allora Egli cancella il cattivo passato
e ci rende un tempo nuovo,
in cui tutto è nuovamente possibile»
(Atenagora I, brano tratto da Paolo Scquizzato, Ogni storia è storia sacra, ed. Paoline).

lunedì 2 marzo 2020

L’Angelo custode

«Il mio amore a Gesù Sacramentato crebbe assai.
Passando in vicinanza del Coretto dov'era esposto il SS. Sacramento, mi sentivo liquefare d'amore e non me ne sarei mai allontanato.
Negli esercizi dell'anno 1898, anno che ho riguardato sempre come anno della mia conversione, fui tanto lieto che mi diedero la cura della lampada al Sacramento e mi successe questo fatto.
La lampada si spegneva spesso perché l'olio era cattivo. Mi raccomandai allora all'Angelo Custode perché mi avesse svegliato la notte, un minuto prima che si spegnesse (lo spegnersi, infatti, non dipendeva dall'esaurirsi dell'olio ma appunto dalla sua cattiva qualità ... ).
Ogni notte, infatti, in ore diverse io mi sentivo svegliare: scendevo subito e trovavo la lampada che stava per spegnersi. Una notte mi sentii battere sulla spalla destra ed ascoltai distintamente questa voce, che ancora mi sta negli orecchi: «Dolindo... la lampada...».
Due volte fui pigro a levarmi, indugiai un minuto e trovai la lampada che allora si era spenta e fumigava.
Era dunque veramente il mio buon Angelo che mi svegliava un minuto prima» (don Dolindo Ruotolo, Autobiografia).

domenica 1 marzo 2020

Amore

L’amore
l’ho incontrato
in una stanza d’ospedale:
una donna nel suo lettino,
fissando l’uomo seduto al suo fianco
senza riconoscerlo,
per via d’una vecchiaia
ladra anche dei più bei ricordi,
gli ha chiesto: «E tu chi sei?».
E lui con un tenero sorriso:
«Sono tuo marito»