Ieri sera sentivo il desiderio di
esserci e, come se ci fossimo dati appuntamento, ci siamo trovati insieme preti
e persone di tutte le età per celebrare l’anniversario di un giovane santo
nostro compaesano: il venerabile padre Giovanni dello Spirito Santo.
Ogni anno nella chiesa di San Benedetto
Martire, il 12 dicembre si ricorda un uomo che seguì la sua vocazione alla
santità e partì per diventare passionista. Di lui mi colpiscono l’umiltà e la
mitezza, come ha ricordato il parroco don Guido nell’omelia.
Per questo sono salito al Paese alto:
volevo chiedere a padre Giovanni la grazia d’essere mite e umile di cuore.
Manca un quarto d’ora alla messa e siamo
in pochi.
Ma, a un tratto, la porta si apre e
cominciano a entrare alcuni ragazzi.
Alla fine diventano tanti.
Partecipano alla messa e fissano lo
sguardo sull’immagine del santo.
Il volto è quello di un giovane.
Il sorriso comunica una pace che sa di
eternità.
Il vestito ricorda l’appartenenza a un
ordine religioso.
Il grande cuore, simbolo dei
passionisti, fa pensare alla possibilità che il nostro cuore sia come quello di
Gesù: pieno di Dio, pieno del prossimo.
C’è la bellezza nel volto di padre
Giovanni.
E la bellezza infonde speranza: Dio
compie nella vita di ciascuno meraviglie che attendono soltanto di essere
riconosciute.
Guardo l’assemblea e facilmente ritrovo nelle
persone i tratti di quella bellezza. Essa è proprio di tutti: è la bellezza del
Cristo, il Figlio di Dio a cui noi tutti assomigliamo.
Ognuno di noi ha la possibilità di far
diventare questa bellezza il tratto caratteristico della sua esistenza, o di
nasconderla per paura di perderla, per paura di essere considerato debole,
povero, ultimo.
Padre Giovanni non ebbe paura e fece
brillare la luce di Cristo nella sua vita!
Così
sia anche per me e per te! [dGL]
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