sabato 29 settembre 2018

Un riflesso di Gesù

«Tutta la nostra vita, per quanto muta essa sia, la vita di Nazareth, la vita del deserto, così come la vita pubblica, devono essere una predicazione del Vangelo mediante l’esempio; tutta la nostra esistenza, tutto il nostro essere deve gridare il Vangelo sui tetti; tutta la nostra persona deve respirare Gesù, tutti i nostri atti, tutta la nostra vita devono gridare che noi apparteniamo a Gesù, devono presentare l’immagine della vita evangelica; tutto il nostro essere deve essere una predicazione viva, un riflesso di Gesù, un profumo di Gesù, qualcosa che gridi Gesù, che faccia vedere Gesù, che risplenda come un’immagine di Gesù…» (Charles de Foucauld).

Stamattina comincio la giornata con queste parole del beato Charles de Foucauld, un uomo che ha trascorso la vita seguendo Gesù. Mi ricordano qual è la mia vocazione di cristiano: vivere per Gesù. Il Vangelo che mi è stato annunciato è una persona viva che mi accompagna per tutta l’esistenza e che cammina con me indicandomi una strada diversa da quella del mondo.

Il bello è che quando mi fido di Gesù e compio scelte evangeliche, faccio sempre esperienza della gioia vera! La vita di fratel Carlo mi parla dell’amore di Dio e della possibilità di rispondere a questo amore con il mio amore.
Vivere d’amore e per amore non è un’idea, ma una possibilità reale per ogni uomo e per ogni donna: Gesù ci dona di avere in noi i suoi stessi sentimenti, i suoi stessi pensieri, la sua stessa forza per amare fino alla fine. Noi apparteniamo a Gesù! Lasciamo trasparire questa nostra appartenenza a Lui!

Proviamo a fare nostra questa preghiera di fratel Carlo e faremo esperienza di una grande pace:

«Padre, mi abbandono a te,
fa’ di me ciò che ti piace.
Qualsiasi cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto,
accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature:
non desidero nient’altro, mio Dio.
Rimetto l’anima mia nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
È per me un’esigenza di amore
il donarmi a te,
l’affidarmi alle tue mani, senza misura,
con infinita fiducia:
perché tu sei mio Padre».

sabato 8 settembre 2018

«Coraggio, non temete!»

Questa Domenica veniamo raggiunti dalle parole del profeta Isaia:
«Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”.
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua» (Isaia 35,4-7a).

Immagino siano tanti gli smarriti di cuore a cui oggi siamo mandati ad annunciare la salvezza! Immagino che qualche volta anche noi siamo un po’ smarriti e forse ci fermiamo in attesa di un segno, di una Parola che ci permetta di riprendere il cammino.

Come ci trova questa Parola tratta dal libro del profeta Isaia?
In questo momento siamo tra gli smarriti, o siamo tra quelli che annunciano la salvezza?

In entrambi i casi, l’annuncio risuona: nelle orecchie degli smarriti o sulla bocca di chi si fa portatore dell’annuncio. È il Signore che viene a visitarci e a ricordarci che gli apparteniamo e che è sua volontà difenderci e salvarci. È il Signore che sta invitando ciascuno di noi a riconoscere già in atto questa salvezza: c’è tanto bene nella nostra vita e nel mondo. Forse è un bene che rimane un po’ in ombra, sembra non far notizia, ma è un bene fortissimo quello che si trasmette di persona in persona.

Proviamo a considerare le piccole attenzioni che riceviamo da chi ci vuole bene o quelle che abbiamo nei confronti delle persone che amiamo. La dedizione di un padre e di una madre verso i figli; un marito e una moglie che si amano, si accolgono e affrontano la vita fondando ogni loro scelta su questo amore; le tante persone che pensano più al bene degli altri che al proprio, uomini e donne capaci di offrire i loro talenti per il bene della comunità civile o religiosa di cui fanno parte; le persone che svolgono con onestà e passione il loro lavoro anche se è molto umile e nascosto,… Sono tutti segni, bei segni, della presenza del Signore!
Sono segni che ci fanno ritrovare la strada da seguire e la forza per essere costanti nel cammino.

Anche noi siamo segno, ogni volta che rispondiamo alla chiamata del Signore e ci mettiamo con impegno a compiere il bene!

«Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio,… Egli viene a salvarvi» (Is 35,4).
Leggendo il Vangelo vediamo compiersi la speranza annunciata dal profeta Isaia.
Noi che abbiamo conosciuto Gesù, noi che siamo uniti a Lui dal giorno del Battesimo, noi che abbiamo cominciato a seguirlo, sappiamo che è Lui che ci salva. Nella guarigione del sordomuto (Mc 7,31-37) possiamo riconoscere la nostra guarigione: liberandoci dal peccato, il Signore ci ha resi capaci di ascoltare la Sua Parola e di proclamare la Sua opera di salvezza. Allora anche noi con la folla possiamo dire:
«Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!» (Mc 7,37).

Oggi ci è stata consegnata questa Parola di speranza!
Ascoltiamola e riprendiamo forza!
Ascoltiamola e sentiamo crescere in noi il desiderio di compiere il bene!
Ascoltiamola e preghiamo perché il Signore ci renda attenti a riconoscere la Sua Presenza viva nel mondo per poter dire con Isaia:
«Coraggio, non temete!» (Is 35,4). [dGL]

sabato 1 settembre 2018

Gioia e pace!

Parrocchia Cristo Re - Sabato 1 settembre 2018

[Le mie prime parole alla comunità parrocchiale di Cristo Re, di cui sono diventato parroco nella celebrazione presieduta dal Vescovo mons. Carlo Bresciani alle ore 17.00]

Un manifesto vocazionale di qualche anno fa diceva:
«Nessuno nasce prete, preghiamo per le vocazioni».
Oggi direi: «Nessuno nasce parroco, preghiamo per i parroci…
… e naturalmente preghiamo per i preti, per il Papa, i Vescovi, i diaconi, i seminaristi… le suore, i consacrati e le consacrate, e per i laici!».

Sono nato da qualche minuto e già mi tocca parlare!
Provo allora a esprimermi come un neonato, con quelle “parole” che solo la madre e il padre sono in grado di interpretare.

Ho aperto gli occhi da poco e quindi vi vedo per la prima volta.
Siete belli! Tutto qui è bello!
Grazie per aver preparato e donato tutto questo!

Grazie al Vescovo che ha avuto fiducia in me, una grande fiducia!
Grazie a don Marino e don Pio per aver guidato, con fede e sapienza cristiana, parrocchia e parrocchiani.
Grazie a tutti i vice-parroci che qui hanno svolto il loro servizio pastorale.
Grazie ai parrocchiani, sempre molto generosi, cordiali, accoglienti.
Grazie ai miei confratelli (presenti e assenti: è sempre difficile partecipare perché gli orari spesso coincidono con quelli delle rispettive comunità).
Grazie ai miei compagni di seminario, qui rappresentati da don Alessandro, don Emiliano e don Marco.
Grazie alle comunità parrocchiali di San Benedetto Martire e di SS. Gregorio Magno e Niccolò e SS. Benigno e Michele Arcangelo, che hanno avuto pazienza con me durante le prime esperienze di vice-parroco (con don Romualdo) e amministratore parrocchiale (con don Domenico).
Grazie ai parenti e agli amici, che oggi sono qui a condividere questo momento di gioia.
Grazie a tutti i preti, vescovi e diaconi che ho incontrato in questi anni e che mi sono stati testimoni di gratuità, carità pastorale e umanità. Ne nomino quattro per tutti: don Pietro, il parroco che mi ha battezzato, qualche anno fa, don Luciano, il parroco con cui sono cresciuto negli anni della Parrocchia della Marina, don Anselmo, il parroco che mi ha accompagnato durante gli anni del Seminario e don Domenico, pastore autentico, che è stato per me guida sicura negli anni trascorsi a Ripatransone.
Grazie al Seminario di Milano! In quegli anni ho ricevuto tanti insegnamenti e testimonianze dai compagni di seminario e dagli educatori e professori incontrati. Un tesoro da cui continuamente posso attingere!
Grazie agli amici sempre disponibili ad ascoltare e condividere gioie, speranze, difficoltà, prove,…
Grazie alle suore. Ho cominciato a fare il chierichetto perché una suora, suor Amelia mi ha chiamato. E poi nel corso della mia vita ho incontrato tante suore e consacrate da cui ho ricevuto una testimonianza di gioioso servizio al Signore!
Grazie agli amici dell’Azione Cattolica (presidente, consiglieri, associati e assistenti) con cui sto vivendo il servizio di assistente del settore giovani.
Grazie alla comunità parrocchiale di Cristo Re che mi ha accolto il 14 aprile e in questi mesi mi ha guardato con simpatia e s’è presa cura di me. Ringrazio in modo particolare giovanissimi e giovani con cui ho trascorso buona parte del tempo: benedizione delle famiglie, oratorio estivo, tornei parrocchiali,…
Grazie per avermi aperto la porta delle vostre case e delle vostre vite!

Troppe parole ha detto questo neonato, eh?

Ora vedo per la prima volta questa parrocchia e la vedo come una bella occasione: una bella occasione per evangelizzare e santificarci. Io e voi, io con voi a seguire Gesù, l’unico Maestro! Voi e io per le strade, segno e trasparenza dell’amore di Dio!
Vorrei essere per voi un piccolo fratello.

«Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».
Così il 24 aprile 2010 iniziava per me la più bella avventura.
Sono passati otto anni e qualche mese. Stasera sono qui e mi ritrovo a dire con Pietro:
«Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore».
Mi fermo, considero quanto ho vissuto in questi trentacinque anni e mi invade lo stupore, perché sono un peccatore, ma il Signore Gesù mi vede, mi ama e mi chiama. Sempre!

Qualche settimana fa ho raccolto tre grosse pietre che stavano sotto l’altare di una piccola chiesetta. Le ho messe nella bisaccia perché sapevo che erano un messaggio di Dio per me!

Sulle tre grosse pietre c’è scritto:
«Il Signore vi ha scelti perché vi ama» (da Dt 7,7-8)
«è un amore edificato per sempre» (Salmo 88,3)
«Pace agli uomini che egli ama» (Lc 2,14)

Su queste tre pietre desidero fondare il mio stare qui con voi da oggi in avanti!

Qualcuno potrebbe chiedermi: come le hai trovate?

Sono un neonato e quindi non ho a disposizione molte risposte.

A questa domanda, però, so rispondere: le ho trovate cercando Dio!
E Dio mi ha visto mentre lo cercavo e mi è venuto incontro per consegnarmi un messaggio per me e per voi:
siamo cristiani perché il Signore ci ha scelti e ci ha scelti perché ci ama. Questo amore non viene mai meno perché è edificato per sempre. Perciò riceviamo la pace dal Signore nostro Dio e rimaniamo nella pace!

Oggi ho rinnovato il mio “eccomi” alla chiamata del Signore.
E le tre pietre le metto a fondamento di questo nuovo inizio.
È un tempo di grazia, è un tempo di responsabilità.
È un tempo in cui occorre che ci lasciamo amare dal Signore.

Stasera tornando a casa, tornando ognuno alle proprie occupazioni e ai propri ambienti, portiamo la pace che abbiamo ricevuto dal Signore partecipando a questa liturgia. Portiamola a chi sta in pace, ma anche a chi non sta in pace.
Portiamola a chi è nella salute, ma soprattutto a chi vive la malattia o l’agonia.
Portiamola a chi crede e a chi non crede.
Portiamola agli amici e ai nemici.
Portiamola a chi costruisce la pace e a chi semina discordia.
Portiamola a chi è contento e a chi non trova un motivo buono per sorridere.

E a tutti portiamola con gioia: la gioia di Cristo!

Permettetemi, infine, di ringraziare don Pio per questi mesi che abbiamo trascorso insieme. Ho potuto apprezzarne la passione, la generosità, la fantasia vulcanica e tante altre qualità che non sto qui a elencare, ma che la comunità di Cristo Re conosce bene!

Ringrazio tutti i preti che come vice-parroci o come preti residenti, di passaggio o originari di questa parrocchia hanno avuto modo di contribuire con il loro servizio e la loro passione a rendere bella questa comunità parrocchiale.

E ringrazio la mia famiglia (babbo, mamma, i miei due fratelli e i nonni). Ringrazio la mia famiglia perché non si è limitata a iniziarmi alla fede, ma mi ha offerto e continua a offrirmi una buona testimonianza cristiana!

Grazie a tutti e buon cammino con Gesù!!!

don Gian Luca