giovedì 31 marzo 2016

Una Parola al giorno (14)

"Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!" (Lc 24,35-48).
Il Risorto ci tiene a farsi riconoscere. Il Suo stare in mezzo è fonte di pace e di gioia (Lc 24,36.41). Se lo cerchiamo, Egli si farà trovare, ci verrà incontro. Egli sa che abbiamo bisogno di Lui, della Sua presenza e ci si fa prossimo!
Le Sue mani e i Suoi piedi ci dicono che chi ama come Lui ama, risorge e vive per sempre!
Dio ti benedica!

mercoledì 30 marzo 2016

Una Parola al giorno (13)

"Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo" (Lc 24,13-35).
Anche se, immersi nella nostra notte, siamo impediti a riconoscerlo, la fede ci dice che il Risorto cammina con noi, si affianca a noi sulla via che stiamo percorrendo e ci fa ardere il cuore. Fidiamoci e camminiamo: a un certo punto lo riconosceremo e non ci sarà più notte, ma solo luce!
Dio ti benedica!

martedì 29 marzo 2016

Una Parola al giorno (12)

"Il Signore li ha dissetati con l'acqua della sapienza; li fortificherà e li proteggerà sempre, darà loro una gloria eterna. Alleluia" (cfr. Sir 15,3-4).
Comincia con questa antifona la messa di oggi e, assaporando queste parole, mi sento introdotto dal Signore nella terra promessa, dove ricevo da Lui tutto il necessario per vivere e posso stare sicuro.
"Perché piangi? Chi cerchi?" (Gv 20,15).
Cerco colui che mi chiama per nome, il mio Maestro!
Che gioia averti visto!
Che gioia saperti vivo!
Alleluia!!!
Voglio dire a tutti i fratelli: "Ho visto il Signore!" (Gv 20,18).

lunedì 28 marzo 2016

Una Parola al giorno (11)

Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». (Mt 28,9-10)
Due annunci nel Vangelo di oggi: quello affidato da Gesù alle donne e quello affidato dai capi dei sacerdoti alle guardie.
Il primo è un servizio alla Verità, il secondo è il tentativo di spegnere con la menzogna la gioia, allegra e fonte di vita, della Risurrezione.
Il primo annuncio ci apre all'incontro col Risorto, il secondo ci chiude nella nostra incredulità.
Il primo annuncio ci fa beati, perché riconosciamo nel Signore, l'unico nostro bene (Salmo 15) e non abbiamo più paura, il secondo ci fa insopportabili come ogni bugia.
Ma Cristo è davvero risorto: io l'ho incontrato!
Dio ti benedica!

domenica 27 marzo 2016

Una Parola al giorno (10)

"Vide e credette" (Gv 20,1-9).
Il Vangelo di oggi mi parla di fiducia e di pietre tolte.
La fiducia nella Parola di Gesù che ci fa correre al sepolcro e poi in Galilea e poi in tutto il mondo ad annunciare che Egli è vivo!
E le pietre fatte saltare dalla potenza della Risurrezione: la pietra del nostro peccato, la pietra dell'indifferenza e, infine, la pietra della morte. La Risurrezione toglie tutte le pietre e ci libera, ci fa camminare sicuri!
Buona Pasqua!
Dio ti benedica!

venerdì 25 marzo 2016

Una Parola al giorno (9)

"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me" (Gv 14,1).
Viviamo la Pasqua prendendo sul serio l'invito di Gesù ad aver fede! Impariamo da Gesù a confidare nel Padre e resteremo sorpresi di come questa fiducia in Dio ci farà capaci di autentici gesti d'amore!
Dio ti benedica!

giovedì 24 marzo 2016

Una Parola al giorno (8)

"Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita" (Gv 13,1-15).
Anche noi veniamo da Dio e a Dio ritorniamo! Sapendo questo, possiamo fare nostri i gesti e lo stile di Gesù; con Lui e come Lui possiamo amare fino alla fine!
Dio ti benedica!

mercoledì 23 marzo 2016

Una Parola al giorno (7)

"Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri" (Salmo 68/69,33-34).

Oggi ci serve proprio questa Parola di incoraggiamento, perché questi primi giorni della Settimana Santa sono stati segnati dalla violenza e dal dolore.
Non cediamo alla tentazione di rispondere al male col male!
Confidiamo nel Signore, cerchiamo in Lui ascolto e comprensione, rinnoviamo il nostro impegno a essere operatori di pace! Portiamo la pace di Cristo nelle nostre relazioni con i parenti, con gli amici e con ciascuno dei fratelli che possiamo incontrare sulla strada.
Dio ti benedica!

martedì 22 marzo 2016

Una Parola al giorno (6)

"Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte" (Gv 13,30).
Lontano da Te, Gesù, è notte anche a mezzogiorno; è freddo anche in piena estate. E la notte fa paura; il freddo indurisce il cuore.
Signore, donaci di essere come Pietro, capaci di tornare sui nostri passi quando ti rinneghiamo, ti tradiamo, facciamo finta di non conoscerti,...
L'orgoglio e la disperazione non ci impediscano di incontrare il Tuo sguardo di misericordia (Lc 22,61-62) che ci fa risorgere e ci rende desiderosi di raccontare ogni giorno la Tua salvezza, che non sappiamo misurare (Salmo 70/71,15). Dio ti benedica!

Lunedì santo

Qualche anno fa, mio nonno mi portò alle Quarant'ore.

Così quest'anno ho pensato di portarlo con me alle Quarant'ore.

Quella volta mi sembrava di essere diventato "grande", perché solo i "grandi" si alzano presto ed escono di casa quando ancora deve sorgere il sole...
Nonno dormiva nell'appartamento sotto il nostro e avevo paura di non sentire la mia sveglietta e di fare tardi...
Per sicurezza, allora, chiesi a mio padre di svegliarmi in tempo, visto che anche lui era "grande" ed era abituato a uscire presto di casa per andare nei campi.

Gli occhi faticavano ad aprirsi mentre mi lavavo la faccia. Tornato in camera, mi vestii lanciando sguardi nostalgici verso il letto che avevo deciso di lasciare.

Nonno era già in macchina, la sua Panda verde, e mi aspettava.

"Buongiorno", disse sorridente.
"Buongiorno", gli risposi con un bel sorriso.

Ero contento e non vedevo l'ora di arrivare al punto di partenza della processione verso la chiesa di Santa Lucia, al Paese Alto di Grottammare.

Era notte, ma le persone erano tante!
Tutti eravamo lì per celebrare la messa e fermarci un'ora alla Presenza di Gesù.

Nonno aveva una fede semplice: s'era affezionato a Gesù e lo considerava un suo amico; gli voleva bene.

Don Giorgio celebrò la messa e dopo la benedizione, iniziò l'adorazione eucaristica.

Sono passati alcuni anni,
nonno è andato in cielo a raggiungere nonna e io sono diventato prete.

Nella parrocchia in cui vivo, ho pensato di offrire alle persone la possibilità di fare un'esperienza simile a quella che avevo vissuto con mio nonno.
Così quest'anno, durante le tradizionali Quarant'ore, il Duomo rimane aperto tutta la notte per la preghiera davanti all'Eucaristia!

Ora sono qui seduto a guardare Gesù e con me c'è nonno,... e non solo lui, ma tutti gli uomini e le donne del mondo, perché, come ho detto stamattina ai bambini, se ti fermi un po' davanti a Gesù, ti accorgi che porti nel tuo cuore non soltanto i più vicini, ma anche i più lontani e preghi per loro: li ricordi tutti a Gesù!

lunedì 21 marzo 2016

Una Parola al giorno (5)

"Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?" (Salmo 26).
In questa Settimana Santa lasciamo che Gesù, re di pace, entri nel nostro cuore e lo riempia del timore di Dio, che non è paura o terrore, ma la certezza della Sua Presenza, quella certezza che ci fa "sprecare" quanto di più prezioso abbiamo per onorarlo!
Offriamo a Lui, unica nostra salvezza, la nostra volontà, il nostro pensiero, il nostro cuore, le nostre forze, tutto quel che siamo e abbiamo!
Mettiamoci al Suo servizio e, servendo Lui, sapremo prenderci cura di ogni fratello! Non importa se gli altri intorno non capiranno, ci rimprovereranno, diranno che sarebbe stato più opportuno fare altro; il Signore ci difenderà, come difese Maria, che aveva "sprecato" il nardo per profumare i Suoi piedi (oggi leggi Gv 12,1-11)!
Dio ti benedica!

domenica 20 marzo 2016

Una Parola al giorno (4)

"E toccandogli l'orecchio, lo guarì" (Lc 22,51).
Oggi questo gesto di Gesù mi parla della fedeltà di Dio: anche se disprezzato, rifiutato, maltrattato, abbandonato, trafitto e ucciso, continua a essere misericordioso, a fare il bene a ogni sofferente, a ogni uomo. 
Nel racconto della Passione, la notte della violenza e del male è squarciata dalla luce di Cristo, la luce del Suo Amore senza misura!
Stai contento: Dio ti benedice!

sabato 19 marzo 2016

Una Parola al giorno (3)

"Gli conserverò sempre il mio amore,..." (Salmo 88/89,29).
È Dio a dichiararci il Suo amore
e la Sua Parola è per sempre!
Da questa certezza partiamo per guardare il quotidiano con gli occhi della fede e non temere di fare la Sua volontà,
seguendo l'esempio di San Giuseppe (leggi Mt 1,18-25).
Dio ti benedica!

venerdì 18 marzo 2016

Una Parola al giorno (2)

"Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,..." (Geremia 20,11). "Ma" è una congiunzione avversativa e qui ci prepara all'intervento di Dio in favore dei Suoi servi: Egli è come un argine che si oppone sicuro alla forza di un fiume in piena, come una fortezza inespugnabile, come uno scudo dietro il quale possiamo riposare tranquilli (leggi il salmo 17/18). Tutto ciò che minaccia la nostra vita, si infrange su questa roccia e si polverizza. Non temere: il Signore è al tuo fianco. Dio ti benedica!

giovedì 17 marzo 2016

Una Parola al giorno

"Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te..." (Genesi 17,3-4). E a partire da Abramo, questa alleanza è con me, con te, con ogni uomo! Ho proprio bisogno oggi di masticare questa Parola: "la mia alleanza è con te". Me ne ricorderò quando sarò stanco, triste, scoraggiato, sofferente, quando mi sentirò inutile, solo, ma anche quando le cose andranno bene e mi sembrerà di essere invincibile e di bastare a me stesso. E così imparerò a lodare il Signore, nella gioia e nel dolore,... tutti i giorni della mia vita! Dio ti benedica!

lunedì 14 marzo 2016

Dare da bere agli assetati

Quest’estate abbiamo organizzato un campo-scuola sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Preparando le catechesi per il campo con un amico prete e con i giovani educatori, noi per primi abbiamo dovuto riflettere sulle opere di misericordia per presentarle in modo semplice ai ragazzi.

L’ultimo giorno di campo c’è stata la Messa a cui hanno partecipato anche i genitori dei ragazzi e la mia omelia si è conclusa così: voi genitori avete l’occasione di mettere in pratica le 14 opere di misericordia prendendovi cura della vostra famiglia.

Infatti, durante il campo abbiamo scoperto che le opere di misericordia non sono imprese per gente straordinaria come i supereroi dei fumetti o dei film, ma azioni da compiere nel quotidiano là dove, volta per volta, ne abbiamo l’occasione.

La misericordia di Dio, a cui siamo chiamati a guardare per essere veri operatori di misericordia, si manifesta con gesti di straordinaria semplicità. Nel libro del profeta Osea, troviamo Dio che parla così al suo popolo:

«1Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. 2Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. 3A Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. 4Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare» (Osea 11,1-4).

Ecco come Dio descrive la sua misericordia nei confronti del popolo d’Israele.
Le parole di Osea mi fanno pensare alla cura di un padre e di una madre verso il figlioletto appena nato: nutrirlo, ascoltarlo, tenerlo per mano aiutandolo a camminare, cercarlo quando si perde, prenderlo in braccio quando è spaventato,… Gesti di tenerezza, gesti così simili a quelli di Dio con ciascuno dei suoi figli!

Un padre e una madre danno da mangiare ai figli, gli danno da bere, li vestono, li accolgono, li assistono quando sono malati, sono in ansia quando li vedono prendere strade sbagliate e sono subito pronti a correre a cercarli per riportarli a casa, gli insegnano la cura per i deboli e gli ammalati, la benevolenza e la preghiera per i carcerati e i peccatori, il ricordo dei defunti, li consigliano quando sono nel dubbio, gli trasmettono gli insegnamenti necessari per la vita, sanno rimproverarli quando compiono azioni cattive e quando non hanno rispetto per il prossimo, li consolano quando sono afflitti e sanno rassicurarli e incoraggiarli quando li vedono spaesati, intimoriti, disorientati, gli insegnano a perdonare chi li offende, ad aver pazienza, a pregare Dio per i vivi e per i morti.

Tutto questo avviene tra le mura di casa, nelle relazioni familiari.
Tutto questo è talmente ordinario da essere dato per scontato sia da chi compie le opere di misericordia, sia da chi le riceve. Così, padri e madri non sono mai soddisfatti di quello che fanno e vivono nell’inquietudine, e i figli non hanno un minimo di gratitudine per quanto quotidianamente ricevono.

Se non riscopriamo l’importanza dei gesti normali, della cura per le creature che ci sono state affidate, rischiamo di convincerci che per essere cristiani sia necessario andare in cerca di avventure fuori di casa e per questo ci sentiamo autorizzati a dimenticare la moglie o il marito, i figli e i genitori anziani e malati. Ma essere cristiani è molto più che un’avventura di un momento; essere cristiani è seguire Cristo per tutta la vita! E questa sequela di Cristo avviene nell’ambiente in cui viviamo e con le persone che ci stanno intorno. È lì che brilla la nostra fede! Ce lo ricorda San Paolo nella Prima Lettera a Timoteo (5,8):

8Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele.

Ogni azione che compiamo deve essere animata dall’amore per Gesù!
La più piccola e insignificante azione che durante la giornata possiamo compiere, se la facciamo con amore, è testimonianza del nostro appartenere a Gesù, del nostro vivere per Lui!

Mi ha sempre meravigliato quel bicchiere d’acqua di cui parla Gesù nel Vangelo (Mc 9,41):
41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

Un bicchiere d’acqua è una cosa così piccola e gratuita che non mi sarei mai aspettato di poterlo trovare nel Vangelo; eppure c’è e scatena in me una grande gioia: «chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa».

«Chiunque» e quindi anche il più distante da Dio.
Basta così poco per ricevere la ricompensa!

E allora, guardiamo intorno a noi e cerchiamo di riconoscere nelle cose più ordinarie, le occasioni per trasmettere la misericordia che riceviamo ogni giorno dal Padre!


don Gian Luca Rosati